[26/10/2010] News

Rapporto Fao: «Biodiversità agricola: o la si usa o la si perde»

LIVORNO. La Fao ha presentato oggi il suo secondo The State of the World's Plant Genetic Resources for Food and Agriculture (Rapporto sullo Stato delle Risorse Fitogenetiche per l'alimentazione e l'agricoltura) che in 350 pagine che copre ogni aspetto della biodiversità agricola, dalla raccolta nelle banche genetiche agli effetti del cambiamento climatico sulla diversità, e rappresenta lo studio più accurato sullo stato di salute della biodiversità delle colture alimentari e su cosa viene fatto per proteggerla.

Il rapporto evidenzia che « La diversità genetica delle piante che coltiviamo e che ci alimentano, ed i loro "parenti selvatici", potrebbero andare perduti per sempre, con grave minaccia per la sicurezza alimentare, se non si fará uno sforzo non solo per conservarli ma anche per utilizzarli, specialmente nei paesi in via di sviluppo».

Il rapporto non quantifica la perdita di biodiversità, ma sottolinea che «A livello empirico ci sono molti elementi che indicano una continua perdita di biodiversità che ha eroso la diversità delle colture alimentari tradizionali arrivateci dal secolo scorso». La Fao stima che tra il 1900 ed il 2000 sia andata perduta il 75% della diversità delle colture e un recente studio riportato nel rapporto prevede che a causa del cambiamento climatico entro il 2055 scomparirà tra il 16 ed il 22% dei parenti selvatici di colture importanti di arachidi, patate e fagioli.

Secondo la Commission on genetic resources della Fao, «La perdita di biodiversità avrà un notevole impatto sulla capacità dell'umanità di nutrirsi nel futuro, di nutrire i nove miliardi di esseri umani che abiteranno il pianeta per l'anno 2050, con i più poveri ad essere i più colpiti. Il cambiamento climatico e la crescente insicurezza alimentare rappresentano grandi sfide per i sistemi agricoli mondiali, sfide che non possono essere affrontate senza la raccolta, la difesa e l'uso sostenibile delle risorse fitogenetiche». Nella sua introduzione al rapporto il direttore generale della Fao, Jacques Diouf, spiega che «Incrementare l'impiego sostenibile della diversità delle piante potrebbe essere la chiave per affrontare le minacce alle risorse genetiche in agricoltura. In natura esistono migliaia di varietà selvatiche della stessa famiglia delle colture alimentari che ancora devono essere raccolte, studiate e documentate perché racchiudono importanti segreti genetici che li mette in grado di resistere al caldo, alla siccità, alla salinità, alle inondazioni ed alle infestazioni».

Il 50% dell'aumento di produttività agricola è stato prodotto da nuove varietà di sementi. L'altro 50% è stato ottenuto grazie all'irrigazione ed ai fertilizzanti. La Fao fa l'esempio del Nuovo Riso per l'Africa (Nerica) che matura molto velocemente e che ha trasformato le economie locali in molte parti dell'Africa, ma l'agenzia Onu evidenzia che a 12 anni dal primo rapporto sullo stato delle risorse fitogentiche mondiali per l'alimentazione e l'agricoltura, il panorama globale è cambiato drasticamente: «Bisogna fare di più a livello dei piccoli agricoltori per generare interesse e costruire le capacità necessarie per preservare ed utilizzare la biodiversità genetica ancora esistente. La fame è calata in alcuni Paesi, ma è aumentata in altri. I prezzi delle derrate e del carburante sono aumentati notevolmente. La globalizzazione si è estesa ed in alcuni paesi le importazioni alimentari a basso prezzo sono andate a scapito della ricchezza della biodiversità locale».

In mezzo a tanti problemi, c'è anche qualcosa di positivo: rispetto a 12 anni fa una c'è una maggiore presa di coscienza sull'importanza di proteggere ed utilizzare le diversità genetiche delle colture alimentari.
Ma in aiuto dei piccoli agricoltori potrebbe venire dalle banche di geni, che sono cresciute sia di numero che di dimensioni.

«Nel mondo esistono oggi più di 1.750 banche genetiche, e circa 130 posseggono oltre 10.000 acquisizioni - si legge nel rapporto - E nel 2008 è stata aperta in Norvegia la più importante banca fitogenetica del mondo, la Global Seed Vault, che ospita duplicati di varietà uniche delle colture mondiali più importanti. Su un totale di 7,4 milioni di campioni conservati nel mondo, le banche di governi nazionali ne conservano circa 6,6 milioni, il 45 per cento dei quali in soli sette paesi rispetto ai dodici del 1996».

La Fao però non si nasconde un problema derivante da questa concentrazione delle banche genetiche in pochi paesi e centri di ricerca che potrebbe diventare un problema di giustizia sociale ed economica e quindi anche di democrazia planetaria:e che «Evidenzia ancor di più l'importanza di meccanismi che ne assicurino e ne facilitino l'accesso come quello fornito dal Trattato Internazionale per le risorse fitogenetiche per l'alimentazione e l'agricoltura della Fao». Il Trattato, ratificato da 125 nazioni, prevede un meccanismo per compensare i contadini poveri per la loro attività di conservazione della varietà genetica delle colture.

Il rapporto presenta i dati del calo degli investimenti in agricoltura registrato a partire dagli anni '80 e che ha portato ad una carenza di agronomi specializzati come selezionatori di sementi, specialmente nei Paesi in via di sviluppo, dove i giovani in mancanza di incentivi si sono indirizzati verso attività più proficue. In 12 anni sono invece stati fatti grandi progressi in campo biologico e tecnologico-informatico, «Ma ancora manca una loro piena applicazione nel campo dell'agro-biodiversità, al fine di incrementare la sicurezza alimentare» e anche la biotecnologia procede per tentativi : «Molti sistemi di sementi, il meccanismo mediante i quali le sementi vengono riprodotte, testate e distribuite, non hanno funzionato - afferma il rapporto - Nei paesi sviluppati, il settore delle sementi è abbastanza remunerativo da renderlo interessante dal punto di vista commerciale ed economico. Ma purtroppo questo non avviene nei paesi poveri dove gli enti pubblici fanno fatica ad assicurare sementi di buona qualità a tutti gli agricoltori e l'accesso a nuove varietà. Un uso migliore e più ampio delle risorse genetiche e della biodiversità nelle colture alimentari ne stimolerà la conservazione. Ma occorrono sistemi adeguati per far sì che nuove varietà arrivino nelle mani degli agricoltori tramite il settore pubblico o privato».

Torna all'archivio