[27/10/2010] News
LIVORNO. Le associazioni del settore delle rinnovabili Aiel, Anev, Anest, Anie Gifi, Aper, Assoltermo, Assosolare, Federpern, Fiper, Fire, Greenpeace Italia, Ises Italia, Itabia, Kyoto Club, Legambiente, Wwf Italia hanno sottoscritto e inviato agli organi del MSE e ai Presidenti delle Commissioni Ambiente e Attività Produttive di Camera e Senato il documento "Proposte per i meccanismi di promozione della produzione di energia da fonti rinnovabili".
Per quanto rigiarda la produzione elettrica le associazioni ricordano che sono tre sono i meccanismi attualmente (Certificati verdi, Conto energia, Tariffa onnicomprensiva).
«Gli ultimi due si sono dimostrati funzionali rispettivamente per il fotovoltaico e il solare
termodinamico e per impianti sotto 1 MW (200 kW per l'eolico) - spiegano le associazioni delle rinnovabili - Si tratta solo di garantirne la stabilità nel tempo e l'adeguamento in funzione del calo dei costi di produzione dell'energia, obiettivi che saranno trattati più avanti».
Viceversa il sistema dei Certificati verdi, anche per via dei continui stravolgimenti di cui è stato oggetto «non sembra più in grado di garantire lo sviluppo di un siffatto modello di produzione di energia da fonti rinnovabili, soprattutto a causa dell'instabilità delle sue regole, della sua complessità, della sua inefficienza allocativa, dell'eccessiva volatilità dei prezzi e dell'incapacità di promuovere iniziative in grado di innescare un effetto filiera, a meno di fissare una fascia di oscillazione che si esemplifica fra un minimo superiore a 150 euro/MWh e un massimo inferiore a 200 MWh».
Al fine di evitare rallentamenti sempre possibili quando si introducono nuove norme, si propone di affiancare ai Certificati Verdi dal 1 gennaio 2012 una diversa opzione, qui definita feed-in premium, che prevede il rilascio di un incentivo P per ciascun kWh prodotto in impianti alimentati da fonti rinnovabili.
Anche per quanto riguarda l'energia termica, le associazioni delle rinnovabili ritengono necessario introdurre delle modifiche sostanziali al sistema di supporto vigente, al fine di fornire certezze agli investitori e ai finanziatori su un orizzonte che arrivi almeno al 2020; garantire un sostegno sufficiente a promuovere gli investimenti nel settore; minimizzare l'impatto sulle tariffe;promuovere il rafforzamento della filiera tecnologica delle FER termiche e di quella dell'approvvigionamento delle biomasse, nel secondo caso ponendo attenzione anche alla distribuzione del combustibile (ossia alla possibilità di sviluppare modelli analoghi al gasolio e al gpl in termini di trasporto e utilizzo in loco, finalizzati a rendere semplice e automatizzato l'uso di questo combustibile).
L'ultimo aspetto, in particolare, non è al momento supportato dai meccanismi incentivanti, che, rivolgendosi all'utente finale, non aiutano le imprese di settore a strutturare un servizio di distribuzione efficiente e basato sul modello dei combustibili liquidi.
Per non ingenerare un calo consistente del mercato che andrebbe contro alle politiche energetiche richieste dalla Direttiva 20-20-20 e a quelle per l'occupazione, si propone di mantenere provvisoriamente in vita gli strumenti in essere, (adottando le opportune misure affinché possano essere fruiti anche dalle tecnologie al momento escluse ed estesi anche agli usi industriali di calore a bassa, media e alta temperatura), affiancandoli in parte con nuovi meccanismi, destinati a durare nel tempo, che tengano anche conto delle problematiche proprie delle singole soluzioni tecnologiche.
Infine nel documento delle associazioni delle rinnovabili si sottolinea inoltre che il sistema incentivante non deve essere "una cattedrale nel deserto". «È infatti fondamentale accompagnare il sistema incentivante con le seguenti misure, partendo dal rendere operativo su tutto il territorio nazionale l'"obbligo di rinnovabili" introdotto dal Lgs. 311/06 (per esempio dando una scadenza alle Regioni per adeguarsi, facendo circolare i decreti attuativi delle Regioni che si sono già adeguate, ecc.).