[28/10/2010] News

Anche la sostenibilità è sempre più disoccupata

LIVORNO. Bilanci familiari in crisi, crollano i consumi. E' questo il succo  estratto dai giornali dalle 150 pagine del sondaggio commissionato da Acri (associazione delle fondazioni delle casse di risparmio) a Ipsos e presentato in occasione della giornata mondiale del risparmio. La notizia è ovviamente proprio questa, unita al fatto che nonostante le campagne mediatiche impostate dal governo l'opinione pubblica ha piena consapevolezza di una crisi tutt'altra che finita e tutt'altro che superabile a breve, e che vede l'Italia alle prese con situazioni disastrose, come il livello record di inoccupazione, che soprattutto nel settore giovanile, oggi non ha eguali in Europa.

L'analisi di Bankitalia, illustrata stamani dal governatore Mario Draghi proprio nel suo intervento alla Giornata mondiale del risparmio, ha rivisto anche il tasso di disoccupazione italiana - che considerando anche i lavoratori in cassa integrazione e gli inattivi, cioè coloro che per sfiducia hanno smesso di cercare un'occupazione - supera ormai l'11%, al livello della Francia e superiore a quello di Gran Bretagna e Germania.

Dunque come prevedibile e previsto - la crisi che prima di tutto è una crisi generata da uno scorretto utilizzo delle risorse ambientali (leggasi flussi di energia e flussi di materia) da sfruttare erroneamente all'infinito per inseguire una impossibile crescita infinita - ha come esito proprio quello di "sacrificare" molto spesso gli investimenti legati alla sostenibilità. Di fatto si perpetua nell'errore di segare il ramo su cui siamo seduti e questo errore compiuto da chi materialmente avrebbe il compito di amministrare le risorse, si allarga ora alla percezione  della "gente comune" intervistata dai sondaggisti di Ipsos. Alla domanda "se lei potesse decidere di tagliare la spesa pubblica, quali spese taglierebbe soprattutto?"  il 18% del campione ha risposto la protezione dell'ambiente (per la cronaca il 45% ha risposto ‘la difesa', il 19% la giustizia e poi a decrescere forze dell'ordine (15%), pensioni, santità, servizi sociali, università e ricerca).

 Non c'è molto da star allegri, partendo proprio dalla domanda stessa. Cosa si intende per 'protezione dell'ambiente' e soprattutto, i cittadini cosa ritengono che sia la ‘protezione dell'ambiente'? Probabilmente i più inserirebbero in questo generico quanto obsoleto concetto le iniziative più disparate, ben lontani da conoscere il significato e l'importanza della biodiversità (nonostante il 2010 sia l'anno mondiale ad essa dedicato) quale gamba della scienza della sostenibilità che rappresenta l'obiettivo a cui tendere. Ma di più. Possibile che a quasi 24 anni di distanza del rapporto Brundtland  e a quelli ancora più numerosi che ci dividono dagli studi del Club di Roma o di Georgescu Roegen, si debba ancora ignorare il concetto di sviluppo sostenibile?

Torna all'archivio