[29/10/2010] News

I costi del nucleare: in Italia si rischia una bolletta elettrica più cara

ROMA. Dall'analisi,  compiuta dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile,  sui costi dell'elettricità prodotta da nuove centrali nucleari con quella prodotta da nuove centrali a gas e a carbone, risulta che il costo dell' elettricità da centrali nuclerari è mediamente di  72,8 Euro/MWh,  più elevato rispettor ai 61 Euro/MWh delle centrali a gas (meno 16%) e ai 57,5 Euro/MWh delle centrali  a carbone (meno 21%). Il confronto si basa sull' analisi di  8 studi recenti -pubblicati  fra il 2008 e il 2010- ( Agenzia Nucleare dell' Ocse,  Ufficio del Budget del Congresso USA,  Dipartimento dell'Energia Usa,  Massachusetts Institute of Technology, Commissione Europea,  Camera dei Lords , Electric Power Research Institute e Moody's).  Questi studi, analizzati nel Rapporto della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, pubblicato sul numero 5 della rivista "Gazzetta Ambiente", fanno un confronto fra i costi dell'elettricità prodotta dalle nuove centrali nucleari,  con una conclusione convergente : sarà più cara di quella prodotta con nuove centrali a gas o a carbone . Sul tema dei costi effettivi dell'elettricità prodotta dalle nuove centrali nucleari  serve quindi trasparenza: un argomento  così delicato e importante non può essere affrontato con superficialità.  A maggior ragione in Italia, dove il nucleare sarebbe ancora più caro rispetto ai Paesi dove è già sviluppato . Si dovrà infatti ripartire da zero,  importare  reattori  che non produciamo,  tener conto delle caratteristiche del nostro territorio , affrontare  le  forti opposizioni locali, considrare i tempi prevedibilmente più lunghi di realizzazione delle centrali.

Il programma nucleare italiano, inoltre, con i suoi 100 TWh e 13.000 MW di nuove centrali  entro il 2030, non può semplicemente essere aggiunto all'esistente che comprende uno sviluppo delle  rinnovabili (circa 100 TWh entro il 2020 ) , di nuove centrali a gas e a carbone in costruzione o in fase avanzata di autorizzazione(almeno altri 10.000 MW entro il 2020),  perché  la crisi economica e le politiche di risparmio e di efficienza energetica  stanno configurando una futura crescita moderata dei consumi elettrici . I conti così non tornano : i costi del nucleare cresceranno, infatti, ulteriormente se l'elettricità nucleare diventa  eccedente . Per quanto riguarda  la riduzione delle emissioni di CO2,  anche  dopo il 2020,  è prioritario e meno costoso puntare sul risparmio e sull'efficienza energetica con ampie possibilità nei trasporti, nel  riscaldamento, nelle apparecchiature elettriche, negli elettrodomestici e apparecchi elettronici , nell'illuminazione, nell'industria e negli edifici. Per il 2020 c'è un obiettivo  di sviluppo delle energie rinnovabili reso  obbligatorio da una direttiva europeai; dopo il 2020 diverse fonti  rinnovabili  potrebbero poi essere meno costose del nucleare. Anche la cattura e il sequestro della CO2 , prodotta dalle centrali alimentate con combustibili fossili, che si sta cominciando a sperimentare anche in Italia, dopo il 2020 sarà  una tecnologia che si prospetta  meno costosa .

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