
[05/11/2010] News
RIMINI. E' stato presentato questa mattina a Ecomondo dal consorzio Carpi (consorzio autonomo riciclo plastica Italia) il sistema Plastic eco village (Pev): un sistema di certificazione su tutta la filiera del riciclo della plastica, dalla raccolta dei rifiuti alla produzione di nuovi manufatti.
Tutti i soggetti coinvolti in questo sistema, dai raccoglitori dei rifiuti in plastica ai riciclatori sino ai produttori di nuovi oggetti riciclati avranno a disposizione un sistema volontario di certificazione delle loro attività per garantire a chi usufruisce dei prodotti ottenuti dal riciclo una garanzia di qualità. Ovvero di utilizzare un prodotto ottenuto davvero da un processo di riciclo, da rifiuti in plastica provenienti da filiera corta, ovvero raccolti in raggio di non più di 250 chilometri su territorio nazionale. Con una forte attenzione quindi a limitare i trasporti con le relative emissioni e con processi attenti a ridurre le emissioni di Co2. Pev prevede l'applicazione del Life Cycle assesment e del Life cycle costing, ovvero un sistema che tiene conto di tutti gli aspetti del ciclo di vita di un prodotto o servizio prima di avviarne la relativa progettazione, realizzazione e distribuzione.
L'analisi riguarda, in questo caso quindi, l'intero ciclo di vita del ri-prodotto dalla raccolta all'uso dopo il riciclo comprese le fasi di trasporto e distribuzione.
La prima realtà di Carpi ad aver terminato la fase di sperimentazione del Pev è la Mecoplast srl, che ha presentato i risultati ottenuti. L'azienda, tra i fondatori del consorzio, copre due delle tre fasi della filiera, ovvero il riciclo e la produzione di nuovi manufatti in LDPE, avvalendosi di soggetti terzi per la raccolta dei materiali post-consumo.
L'attività di riciclo Mecoplast si è concretizzata in 8mila tonnellate di granulo rigenerato prodotte in un anno, che rispettano ampiamente i parametri di riciclaggio previsti dal repertorio del riciclaggio con un una percentuale del 99% rispetto al 95% richiesto dalla circolare del ministero ambiente. E con un risparmio di 10356 tonnellate di petrolio equivalente e 14480 tonnellate evitate di Co2.
L'appuntamento organizzato da Carpi è stato anche l'occasione di un confronto con le istituzioni presenti sull'opportunità di aprire il sistema del riciclo a realtà imprenditoriali che vogliono investire sulla filiera del riciclaggio. Realtà che come il Carpi hanno ottenuto dall'osservatorio nazionale rifiuti (che si reinsedierà lunedì dopo un anno di inattività grazie all'annullamento da parte del Tar del Lazio del decreto del ministero Ambiente che lo aveva praticamente cancellato. Vedi altro articolo a proposito, link a fondo pagina) la possibilità di operare e che stanno dimostrando che il sistema ha le carte per funzionare.
Con la benedizione anche del direttore di Corepla, Cesare Spreafico, che è intervenuto dicendo che le strategie europee prevedono che per le materie prime seconde si aprano veri e propri mercati e lui stesso auspica che questa strategicità non faccia nel nostro paese l'errore che è stato fatto per le materie prime del settore chimico: ovvero le materie prime seconde devono rimanere il più possibile sul territorio nazionale e qui utilizzate.
Che si apra la strada «di una competizione seria tra pubblico e privato» è stato anche l'auspicio espresso dall'On. Giovanni Fava della commissione bicamerale d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, così come della necessità di «un mercato libero con regole chiare e controlli» è stata richiamata dal presidente della Commissione ambiente della Camera, Angelo Alessandri che ha dichiarato di aver fatto approvare un'osservazione vincolante sul testo del decreto di recepimento della direttiva europea (che dovrebbe essere varato a giorni, o comunque entro la scadenza prevista del 24 novembre) che impegna il governo a mettere mano al settore del riciclo.
Sempre ammesso che l'attuale governo arrivi a fine legislatura. Ma su questo Alessandri non si è pronunciato.