[08/11/2010] News
FIRENZE. Secondo un nuovo studio dell'Ieep (Institute for european environmental policy) commissionato e diffuso oggi a livello internazionale da un gruppo di associazioni che si occupano di ambiente e di sviluppo (Actionaid, Birdlife International, Clientearth, European environmental bureau, Fern, Friends of the Earth Europe, Greenpeace, Transport & environment, Wetlands International), i programmi per incrementare l'utilizzo dei biocarburanti in Europa divoreranno, nei prossimi 10 anni, 69mila chilometri quadrati di nuovo territorio, peggiorando gli effetti nefasti dei cambiamenti climatici.
«Foreste e natura - ha dichiarato Adrian Bebb di Friends of the Earth Europe - saranno distrutte a una velocità da shock per rifornire le nostre automobili. Il conseguente rilascio di gas clima alteranti renderanno i biocarburanti un inquinatore peggiore dei carburanti fossili. L'Unione europea riconsideri la sostenibilità dell'uso dei biocarburanti e assicuri che il loro uso non porti a un maggior cambiamento climatico o alla distruzione dell'ambiente».
Dalla ricerca emerge che entro il 2020 i biocarburanti forniranno il 9,5% del carburante da trasporto e proverranno per il 90% da coltivazioni di piante a uso alimentare umano; i biocarburanti emetteranno ogni anno entro il 2020 tra le 27 e le 56 milioni di tonnellate di emissioni extra di gas clima alteranti, l'equivalente di un aumento di veicoli tra i 12 e i 26 milioni di auto sulle strade d'Europa; i biocarburanti extra che l'Europa utilizzerà nei prossimi 10 anni causeranno un bilancio che sarà tra l'81 e il 167% peggiore rispetto a quello imputabile ai soli carburanti fossili.
Cinque Paesi saranno responsabili per oltre due terzi dell'incremento di emissioni. Alcuni produrranno gran parte delle emissioni extra di gas clima alteranti da biocarburanti: il Regno Unito produrrà 13,3 milioni di tonnellate di anidride carbonica ogni anno, la Spagna 9,5, la Germania 8,6 , l'Italia 5,3 e la Francia 3,9.
«I biocarburanti non sono una soluzione amica del clima - ha continuato Laura Sullivan di ActionAid - I piani dell'Unione europea firmano alle aziende un assegno in bianco per continuare a sottrarre territorio alle parti del mondo più svantaggiate, al fine di far crescere i biocarburanti nei nostri serbatoi piuttosto che cibo per l'alimentazione dell'uomo. Le politiche energetiche dell'Europa stanno mettendo milioni di persone in pericolo, minacciando la fragile sicurezza alimentare dell'Africa». Quello che sottolineano le associazioni e che emerge dallo studio, è l'impatto reale dei biocarburanti sull'utilizzo indiretto di territorio (la produzione di biocarburanti occupa i territori dedicati l'alimentazione, e quindi quest'ultima deve cercarsene dei nuovi).
«La nuova legislazione (in revisione entro fine anno) deve considerare l'impatto ecologico complessivo dei biocarburanti, inclusi i fattori di cambio indiretto di uso del suolo» concludono le associazioni che contemporaneamente chiedono di dare priorità all'efficienza energetica nel settore dei trasporti.