[09/11/2010] News

Il riso golden non luccica

LIVORNO. Greenpeace International ha presentato oggi il rapporto "Golden rice's lack of lustre - Addressing vitamin A deficiency without genetic engineering", sul riso "golden" affermando che nonostante questo tipo di riso sia coltivato ormai da quasi 20 anni, non ha risolto, come invece promesso, il problema della diffusione della vitamin A deficiency (Vad - carenza di vitamina A): «Non solo non è riuscito ad avere alcun impatto sulla Vad, ma ha utilizzato denaro e risorse che avrebbero potuto essere dati a soluzioni concrete ed è anche ecologicamente irresponsabile. I raccolti geneticamente modificati (Ge) hanno contaminato e continueranno a contaminare le colture confinanti, ovunque siano autorizzate».

La Vad continua ad essere uno dei più seri problemi sanitari nei Paesi in via di sviluppo, nonostante negli ultimi 20 anni ci siano stati enormi miglioramenti nel trattamento della Vad che è stata praticamente eliminata in alcuni settori della popolazione in molti Paesi. Secondo il rapporto di Greenpeace «Il numero dei paesi che hanno raggiunto i vitamin A supplementation (Vad) targets è quasi raddoppiato tra il 2003 e il 2005». Questi miglioramenti sono dovuti ad una combinazione di quattro strategie, ben testate e che hanno dimostrato di avere successo: integratori di vitamina A in capsule, l'integrazione degli alimenti con vitamine e minerali, integratori orali o additivi alimentari e di una dieta variata.

«Tuttavia - dice Greenpeace International - la Vad è stata utilizzata anche come motivo per sviluppare il cosiddetto riso "golden", una varietà di riso che è stata geneticamente modificato per biosintetizzare il beta-carotene, un precursore della vitamina A, nelle parti interne commestibili (endosperma) del riso. I dati presentati in questo rapporto dimostrano che questo generoso finanziamento incanalato nello sviluppo del riso golden, sarebbe stato molto meglio assegnarlo a metodi esistenti per combattere la Vad, quelli che favoriscono i sistemi alimentari sostenibili, garantiscono la sicurezza alimentare e aumentano la diversità agricola, una strada per l'emancipazione delle donne, per fornire reddito agli agricoltori rurali e per migliorare lo stato nutrizionale delle donne e dei bambini in tutto il mondo».

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