[12/11/2010] News
Nei giorni scorsi si è riunito, all'autodromo di Monza il gruppo MOB (voluto dal Ministero dell'Ambiente) definito come il gruppo della Comunicazione della Mobilità Sostenibile. Nel gruppo di lavoro erano presenti molti illustri rappresentanti che a vario titolo si occupano di mobilità sostenibile: Università Bocconi, Università Cattolica, Clickutility, Euromobility, Renault, Centro Ricerche ambientali, Federmobilità, Poste Italiane, Urbano Creativo, Fondazione Operandi e altri (mi scuso se non ne cito qualcuno).
L'obiettivo principale era innanzitutto capire cosa era e cosa avrebbe fatto questo gruppo di lavoro...e come lo avrebbe fatto, soprattutto dopo aver avuto dalla voce (telefonica) di un dirigente del Ministero (Dott. Bianca) la conferma che soldi non ce ne sono.
Il primo pensiero personale, ma credo non solo il mio, è stato semplicemente questo: ma quante cose possiamo fare senza finanziamenti, senza fondi a disposizione? Saremo solo un altro gruppo, che si appoggerà ad un sito (come già tanti ce ne sono) che divulgheranno informazioni, sicuramente di alto livello, ma sempre informazioni, o meglio comunicazione, nel mare della comunicazione che riguarda la mobilità sostenibile?
Punto dolente! Ognuno dei presenti ha un'idea sulla mobilità sostenibile che deriva dalla propria esperienza professionale (dell'associazione, dell'università, di chi costruisce veicoli e di chi ne farebbe semplicemente a meno).
Si è parlato di molte cose, soprattutto di come avviare e mantenere attivo il gruppo di lavoro qui riunito: a chi ci rivolgiamo? Cosa comunichiamo? Come lo comunichiamo?
Difficile rispondere, ma probabilmente arriveremo presto ad un risultato positivo.
Molto più difficile è capire quali sono gli obiettivi del Ministero nei riguardi della mobilità: a lungo e a breve termine. Senza un timone la barca non è gestibile.
In un momento politico di grande incertezza ed in assenza di fondi a disposizione, dovremmo puntare, a mio avviso, allo studio e alla proposta di norme, leggi e di quei meccanismi economici-fiscali che da soli muovono ed indirizzano la domanda verso scelte di mobilità sostenibile.
Per esempio: riprendere gli incentivi per le trasformazioni a gas dei veicoli (che con il rientro di un maggior gettito fiscale, praticamente si alimentano da soli); defiscalizzare gli investimenti fatti dalle aziende per promuovere e realizzare iniziative di mobilità sostenibile (carpooling, bicicletta e trasporto pubblico, flotte a basso impatto ecc...); sostenere e diffondere il carsharing e il bikesharing, introdurre nelle certificazioni ambientali l'obbligo di istituire la figura del mobility manager (eliminare o abbassare la soglia dei 300 dipendenti) e coinvolgere anche le scuole, di ogni ordine e grado, oltre ai centri commerciali; inserire la bicicletta nelle modalità di trasporto coperte da infortuni in itinere (spostamento casa-lavoro); ripristinare ed aumentare la percentuale di defiscalizzazione della spesa per il trasporto pubblico da parte dei singoli cittadini; tornare a parlare di Domeniche ecologiche ecc...
Tutti segnali concreti che vanno verso una precisa direzione e che ci fanno capire che il Ministero guarda e punta verso quella rotta, altrimenti gli sforzi di questo gruppo di lavoro, questa piattaforma della mobilità sostenibile, sarà in balia del mare in tempesta e dei tanti venti che da sempre soffiano nella direzione opposta.