[15/11/2010] News

Onu: nuovo studio sui disastri provocati da calamità naturali

FIRENZE. Quando si parla di proiezioni a lunga scadenza tutti i rapporti che contengono dati di previsione vanno presi con prudenza. Ma sulla crescita demografica tutti gli studi riportano numeri più o meno simili: il nostro Pianeta nel 2050 sarà popolato da circa 9 miliardi di persone di cui molte di queste abiteranno in grandi città. Ancora.

Le cosiddette calamità naturali sono sempre più caratterizzate da eventi estremi sia su scala locale che globale e già oggi si parla di un loro collegamento ai cambiamenti climatici. Questa tendenza pare si confermi anche in prospettiva ed anzi si acuisca come riportato in un nuovo studio di Onu e Banca Mondiale con dati che sembrano plausibili.

Il numero di persone che abita in grandi città, esposto a disastri come terremoti e uragani, potrebbe raddoppiare arrivando a quota 1,5 miliardi entro il 2050 e saranno i più poveri a sopportare il peso maggiore delle calamità. In forte aumento anche i danni causati da calamità naturali nel mondo che potrebbe addirittura triplicarsi, toccando i 185 miliardi di dollari l'anno entro la fine del secolo.

Secondo lo studio, le conseguenze dei soli cambiamenti climatici avrebbero un impatto maggiore dei cicloni tropicali, provocando danni per un valore fra i 28 miliardi di dollari e i 68 miliardi di dollari l'anno. Per contrastare e almeno limitare questi fenomeni la ricetta è sempre la stessa, anche se le applicazioni possono essere diverse da continente a continente e da paese a paese: cambio di modello di sviluppo e maggiore attenzione al territorio puntando sulla prevenzione.

«Questo studio - ha dichiarato Margareta Wahlstrom, Rappresentante speciale Onu per la riduzione del rischio disastri - arriva quando diverse tragedie sono già avvenute, come quelle di Haiti, Pakistan, Cina, Vietnam e Indonesia (negli ultimi 40 anni, sono morte 3,3 milioni di persone a causa dei disastri naturali). Speriamo che possa aiutare i governi a comprendere meglio il valore aggiunto delle politiche di prevenzione».

Nel rapporto sono contenute anche alcune indicazioni ai governi per fronteggiare questa criticità: fare informazione su pericoli e rischi, rafforzare i servizi di previsione meteo, incoraggiare investimenti in infrastrutture sicure, ridare priorità agli interventi pubblici di manutenzione. In questo quadro la Banca Mondiale può costituire un supporto valido per finanziamenti in opere di prevenzione in particolare nei Paesi in via di sviluppo a patto che faccia davvero gli interessi generali per le popolazioni locali senza imporre precondizioni "capestro" ai governi.

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