[16/11/2010] News

Uomini e giraffe del Niger, uno stesso destino legato allo sviluppo sostenibile e all'ecoturismo

LIVORNO. Le ultime giraffe dell'Africa occidentale o del Niger (Giraffa camelopardalis ssp. peralta) vivono in una regione sud-occidentale del Niger. La scheda della Lista Rossa dell'Iucn che si riferisce alla Giraffa camelopardalis peralta spiega che le indagini genetiche effettuate nel 2007 hanno confermato che gli ultimi esemplari di questa sottospecie sopravvivono solo allo stato selvatico. La giraffa del Niger si distingue dalle altre per la colorazione tenue delle sue macchie e la popolazione che sopravvive in Niger è ormai solo un relitto di quella che occupava nel Sahel un grande areale che nel XIX secolo si estendeva dal Senegal al Camerun.

L'Association de sauvegarde des girafes du Niger (Asgn) punta a far  diventare le giraffe una fonte di entrate per la popolazione locale, salvando così questi grandi erbivori e il loro habitat. Dal 1996, questa associazione, in collaborazione con la popolazione della "la zone girafe", a Kouré, un cantone del Niger con 45 villaggi a 60 km ad est della capitale Niamey, cerca di salvare dai bracconieri la sottospecie. Le giraffe vivono nella savana di Kouré, un ambiente non protetto di appena 42 km2 che condividono con una popolazione umana di oltre 80.000 abitanti, una delle aree più densamente popolate del Niger.

Jean-Patrick Suraud, responsabile scientifico dell'Asgn spiega cosa ha proposto la sua associazione agli abitanti dell'area: «Se siete per le giraffe, noi possiamo aiutarvi, garantirvi dei prestiti. Ma in cambio vi chiediamo di abbattere la savana ed i sui alberi». Dieci anni fa nell'area si contavano 50 peralta, nel 2010, sono più di 220, grazie all'intervento del governo del Niger che collabora con l'Unione europea, l'organizzazione olandese per lo sviluppo (Snv) e la stessa Asgn.

Uno dei guardiani delle giraffe, spiegava tempo fa all'agenzia Ips, che «Oltre alla sorveglianza, cerchiamo di mobilitare ed educare la popolazione sulla salvaguardia dell'ambiente e dell'habitat delle giraffe» e  Abdou Souley, un contadino di Kouré sottolineava: «Abbiamo piantato delle acacie ed abbiamo anche limitato il disboscamento per non distruggere l'habitat delle giraffe». Un altro agricoltore  Adamou Moussa, spiegava il difficile equilibri creatosi tra gli uomini e questi altissimi animali: «ci sono dei momenti in cui le giraffe entrano nei nostri campi agricoli e causano dei danni. Malgrado tutto, cerchiamo di proteggerle. Sono di grande aiuto per lo sviluppo della nostra località».

I danni provocati dalle giraffe vengono risarciti utilizzando le entrate provenienti dal turismo nella "zone girafe", è in atto un programma di educazione ambientale nelle scuole e la popolazione sembra aver compreso che questi grandi erbivori sono una ricchezza turistica inestimabile. A Kouré l'ecoturismo è in crescita, nonostante la difficile situazione politica, sociale ed ambientale del Niger. I turisti sono attratti dal fatto che queste giraffe, con le loro macchie rosate bordate di bianco, si incontrano facilmente a pochissima distanza dai villaggi mentre si spostano tranquillamente. Nel 2009 le giraffe hanno portato nella "zone girafe" entrate nette per 20 milioni di franchi Cfa (circa on 40.000 dollari), pochissimo per I nostril standard occidentali ma un'enormità per le comunità locali, visto che il 40% di questi guadagni viene investito in infrastrutture utili alla popolazione, il 50% per le spese di gestione amministrativa e i salari dei "gardia-giraffe"  e il 10% per la gestione dell'habitat.

Grazie all'ecoturismo sono state costruite 2 scuole e 3 pozzi, ma anche piste rurali, inoltre è rallentato l'esodo rurale verso Niamey e l'emigrazione verso le aree costiere di altri Paesi africani o l'Europa. Circa 700 capi famiglia hanno beneficiate di microcrediti e le attività di rimboschimento permettono agli agricoltori dio guadagnare 2.000 franchi Cfa al giorno (4 dollari) ad alcune delle persone più povere che hanno così visto triplicare il loro reddito  giornaliero.

Quello che da noi probabilmente basterebbe a malapena ad avviare una campagna ambientale in Niger rappresenta la salvezza per uomini e animali. L'Asgn negli ultimi due anni ha investito circa 47 milioni di franchi Cfa (più o meno 94.000 dollari) nella " zone girafe", che sono andato soprattutto nell'acquisto di concimi e sementi per assicurare un miglior rendimento ai campi dei piccoli agricoltori, incoraggiandoli così a proteggere di più le giraffe. Questi grandi erbivori a Kouré non sono minacciati dai loro predatori naturali, scomparsi da tempo dall'area, l'unico pericolo rimasto sono i cacciatori e soprattutto i bracconieri che riforniscono i "guaritori" che utilizzano gli organi delle giraffe nella medicina tradizionale.

Dal 1998 una legge del Niger proibisce la caccia alle giraffe e prevede 5 anni di carcere per chi la pratica, ma il colonnello Malam Issa, direttore per la fauna e l'ambiente del ministero delle risorse animali del Niger, conferma. «Lo scorso mese di agosto, abbiamo constatato due casi di mortalità di giraffe legati al bracconaggio». Se leggi, attività di salvaguardia ed ecoturismo hanno permesso di salvare le ultime giraffe dell'Africa occidentale, il bracconaggio rischia di compromettere i successi ottenuti e di vanificare il tentativo di creare a Kouré un nucleo forte di Giraffa camelopardalis peralta per riportare questi magnifici animali nel loro areale originario.  

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