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[23/11/2010] News
LIVORNO. L'esercito della Repubblica popolare di Corea (Rpdc - Corea del nord) oggi ha cannoneggiato un'isola sudcoreana al largo della costa occidentale della penisola coreana, vicino alla frontiera marittima con la Repubblica di Corea (Corea del sud). I Sudcoreani hanno risposto cannoneggiando a loro volta la Corea del nord.
Non si tratta della solita scaramuccia: i tiri di obice nordcoreani hanno colpito l'isola di Yeongpyeong alle 14,34 ora locale, costringendo gli abitanti e i militari alla fuga. Ci sarebbe almeno un morto e diversi feriti tra i militari di Seoul.
Sull'isola sudcoreana sarebbero arrivati dal nord almeno 70 colpi di cannone, dal sud avrebbero risposto con 80. Secondo la televisione sudcoreana Ytn l'esercito di Seoul è stato messo in stato di allerta. Altri scambi di colpi di cannone si erano già verificati a gennaio ed agosto, ma non con questi danni: secondo Ytn più di 50 edifici hanno preso fuoco dopo il bombardamento.
Lo scambio di cannonate è avvenuto dopo che l'esercito sudcoreano ha avviato lunedi le sue esercitazioni militari annuali, ma stavolta con grande sfoggio di forze e ponendo l'accento sulla ripresa del programma nucleare da parte del regime nazional-comunista di Pyongyang che a sua volta sembra non aver proprio gradito la presenza di 70.000 soldati di Seoul ai propri confini almeno fino al 30 novembre.
La situazione in Corea è nettamente peggiorata dopo il siluramento della corvetta sudcoreana Cheonan il 26 marzo ad opera dei nordcoreani, che invece il regime di Pyongyang dice essere stato un semplice naufragio.
Il governo di Seoul intanto si è rivolto all'Onu perché si esprima sullo scambio di tiri avvenuto nel Mar Giallo. L'agenzia Yonhap riferisce un comunicato del ministero degli esteri sudcoreano: «esaminiamo la possibilità di sottoporre questa questione all'esame dell'Onu per determinare se l'azione costituisce una violazione della Carta della Nazioni Unite». Le due Coree sono ancora formalmente in stato di guerra perché il conflitto 1950-1953, che coinvolse cinesi e statunitensi, si concluse con un armistizio e non con un trattato di pace.
Fino ad ora la Corea del nord non ha commentato il suo attacco, anche se ha fatto circolare le foto dell'impresa militare.
La situazione è più che pericolosa e preoccupa la Cina, alleata-guardiano della Corea del nord e in (grandi) affari con la Corea del sud. Il portavoce del ministero degli esteri cinese, Hong Lei, ha convocato urgentemente una conferenza stampa per dire che «La Cina ha preso atto delle informazioni riguardanti un tiro di obici contro un'isola sudcoreana, chiedendo alle Parti interessate di prendere iniziative favorevoli alla pace ed alla stabilità. Siamo preoccupati per questo affaire e la situazione reale è confermata. Esprimiamo la nostra inquietudine. Speriamo che le Parti interessate sviluppino maggiori sforzi per preservare la stabilità nella penisola».
I cinesi sanno bene che dietro tutto questo c'è il riavvio del programma nucleare della Corea del nord e la costruzione di un nuovo reattore a Yongbyon svelato dalle immagini satellitari e che chi in occidente voleva p far passare la cosa come ininfluente si sbagliava di grosso. Per questo oggi, mentre rumoreggiavano i cannoni coreani, ha proposto la ripresa dei negoziati a 6 sulla denuclearizzazione della penisiola coreana.
Hong Lei ha detto: «La Cina resta fedele alla sua posizione che consiste in una regolamentazione dei problemi attraverso il dialogo e le consultazioni. Bisogna invocare la situazione attuale per riprendere i negoziati a 6. Speriamo che le Parti interessate siano capaci di creare le condizioni necessarie per ritornare ai colloqui a 6 e riprendere il dialogo sul problema del nucleare nordcoreano il più presto possibile».
Pechino prende le distanze (ma non troppo e per quel che può) dal suo bizzoso alleato nordcoreano al quale probabilmente ha fornito i cannoni che hanno sparato su Yeongpyeong, ma sarà difficile che Russia, Usa, Giappone e Corea del sud si siedano oggi allo stesso tavolo con Pechino e Pyongyang mentre si alzano le colonne di fumo dell'attacco armato e mentre circolano le immagine della costruzione di un nuovo reattore nucleare in Corea del nord.