[24/11/2010] News
LIVORNO. In un'intervista alla Reuters (riportata con grande evidenza dalla radio-televisione di Stato iraniana Irib) l'amministratore delegato dell'Eni, Paolo Scaroni (Nella foto), ha detto che il colosso energetico italiano continuerà a ricevere il greggio iraniano per almeno altri tre anni, nonostante le sanzioni dell'Onu e degli stati occidentali e i proclami anti-iraniani e guerrafondai fatti solo poche settimane fa da Silvio Berlusconi durante la sua visita in Israele. Scaroni ha spiegato che il tutto fa parte di due contratti che l'Eni ha firmato nel 2000 e nel 2001 per sviluppare due campi petroliferi in Iran, ed ha aggiunto che ci vorranno 3 anni perché l'Eni incassi il rendimento del suo investimento.
Per gli iraniani le dichiarazioni di Scaroni sono la dimostrazione che «Le sanzioni non solo hanno fallito, ma sono servite all'Iran per nuovi scambi e opportunità economiche a livello regionale e globale. L'Eni, la più grande impresa petrolifera e gasiera d'Italia, ha detto che il gigante dell'energia non ha bisogno di organizzare il finanziamento perché riceve il greggio iraniano direttamente».
Pecunia non olet e petrolio ancor meno. Scaroni fa il gatto fra le botti del boicottaggio contro il nucleare iraniano perché la Repubblica islamica dell'Iran è uno dei principali esportatori di petrolio del mondo e il suo livello di produzione è pari a circa il 4,2% della richiesta giornaliera di petrolio. Secondo i dati resi noti dal governo iraniano ad inizio ottobre il Paese aveva riserve pari a 150 miliardi di barili di greggio ed era il secondo produttore di gas tra i paesi Opec.
Con l'Iran l'Italia ha da sempre strettissimi legami economici e l'Eni ha troppo da perdere per dar retta ai proclami episodici e già dimenticati di Berlusconi, ogni pertugio per aggirare le sanzioni Onu è buono e gli italiani (e non solo) ci si infilano da sempre. Anche perché le tentazioni non mancano: il governo iraniano ha annunciato di aver scoperto un vasto giacimento offshore di greggio nelle acque territoriali iraniane del Golfo Persico. Ali Vakili, amministratore delegato della società statale Pars Oil e Gas, ha spiegato all'Irib che «Le nuove riserve sono stimabili in circa 34 miliardi di barili di greggio. Si tratta di uno dei più grandi depositi di petrolio del Paese'.E' stato scoperto sotto il giacimento di gas 'Ferdowsi'", situato davanti al porto meridionale di Bandar Abbas (costruito dagli italiani, ndr), Al momento i tecnici iraniani stanno eseguendo delle trivellazioni per calcolare con più precisione la portata del giacimento».
Tornando alle cause del boicottaggio, il direttore dell'Organizzazione per l'energia atomica dell'Iran, Ali Akbar Salehi, ha respinto le voci che l'Iran avrebbe interrotto le sue attività di arricchimento dell'uranio a causa di problemi tecnici. Alcuni media occidentali avevano detto che le centrifughe iraniane erano andate in tilt alle centrifughe. «L'Iran prosegue il suo cammino in avanti nel programma nucleare e non farà mai caso alle menzogne dei mass media stranieri», ha detto Ali Akbar Salehi all'agenzia ufficiale Irna.
Cone al solito il presidente Mahmoud Ahmadinejad si fa beffe del tentativo di realizzare intorno all'Iran una barriera economico-militare. Oggi, incontrando a Zanjan, una città nordoccidentale iraniana, le famiglie dei martiri e dei veterani delle guerra contro l'Iraq, ha detto che «La Repubblica Islamica dell'Iran non è preoccupata per la presenza del sistema missilistico della Nato che sarà installato in Turchia. Nessun potere al mondo avrebbe il coraggio di intraprendere qualsiasi azione contro la Repubblica islamica dell'Iran. Riteniamo che le recenti decisioni della Nato sono politicamente arretrate e sbagliate e non hanno nessun significato per noi, perché incapaci di svolgere qualsiasi ruolo negli sviluppi futuri nel mondo e nella Regione. L'arrivo di questo sistema missilistico in Turchia risponde ad una richiesta da parte degli Stati Uniti che porta la Nato ad installare un sistema di missili balistici avanzato sul territorio turco e quindi nell'area. Ora più che mai si sono risvegliate nelle nazioni il senso della giustizia e del rispetto, e tali azioni non potranno impedire questo processo di pensiero».
Chissà cosa ne pensa Scaroni di questi proclami antimperialisti?