[24/11/2010] News toscana
SCANSANO (Grosseto). Appreziamo con soddisfazione la forte riduzione di progetti previsti per il fotovoltaico nel Comune di Scansano passati da 420 ettari rappresentati dalle richeiste presentate ai circa 70 che verrano realizzati. Sottolineiamo in maniera particolare il processo partecipativo che ha visto coinvolgere oltre alle istituzioni locali soprattutto i cittadini con assemblee pubbliche indette dal comune per un confronto diretto con la popolazione. Non ha alcun senso invadere la Maremma con grandi impianti fotovoltaici in terreni destinati all'agricoltura, mentre è molto importante cercare di indirizzare lo sviluppo del fotovoltaico sui tetti delle case, nei capannoni industriali e privilegiare le aree bonificate, degradate e dismesse del nostro territorio.
«Il percorso realizzato dal comune di Scansano - afferma Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente - è stato trasparente e significativamente partecipato ed è giunto all'eliminazione della gran parte dei progetti presentati soprattutto nell'area di Preselle (con una forte opposizione della popolazione residente) che per Legambiente sono incompatibili con la natura e le vocazioni del territorio comunale. Verrannno realizzati impianti accorpati in un sito di Murci di scarso valore dal punto di vista agricolo e con il consenso della popolazione interessata. Inoltre il comune di Scansano realizzerà un impianto coinvolgendo direttamente i cittadini con il sistema degli orti fotovoltaici che prevede la possibilità di partecipazione attiva della popolazione nell'acquisto di quote dell'impianto. Con questo intervento che si aggiunge alla presenza del Parco Eolico di Scansano (volano per l'afflusso turistico nella zona, oltre che fonte di energia rinnovabile) e alle coperture dei tetti su alcune scuole del comune, il piccolo centro famoso per il Morellino diverrà sempre più un esempio anche per l'efficienza energetica e per le rinnovabili».
Per Legambiente è fondamentale sviluppare impianti fotovoltaici che siano connessi e complementari all'attività agricola e non riempire il suolo produttivo in modo asettico con pannelli solari occupando vastissime porzioni di terreno agricolo. Da questo punto di vista l'associazione del Cigno propone di limitare l'occupazione del suolo comunale per impianti fotovoltaici a 1% del territorio complessivo e passare al vaglio tutti i grandi progetti di fotovoltaico presentati nel resto dei comuni della provincia. Sviluppare e incentivare piccoli impianti nella nostra realtà provinciale significa implementare lo scarso reddito agricolo favorendo la persistenza e la vocazione delle nostre aziende agricole spesso in grave difficoltà per la crisi che questo settore sta attraversando. Siamo convinti che la Maremma possa divenire un vero e proprio laboratorio di sperimentazione, ricerca e sviluppo delle energie rinnovabili con un'attenta e oculata programmazione e pianificazione degli interventi e premiando in primo luogo i piccoli impianti e la generazione distribuita. Piccolo eolico, mini eolico, solare termico, solare fotovoltaico e piccoli impianti a biomasse che rispettino la filiera corta, possono divenire essenziali per garantire occupazione, crescita economica e nello stesso tempo conservazione ambientale e rispetto della vocazione agricola.