[25/11/2010] News
LIVORNO. La Serbia ha detto di voler investire nella costruzione della controversa e contestata centrale nucleare bulgara di Belene. Secondo quanto ha reso noto il governo di destra della Bulgaria, il primo ministro serbo Mirko Cvetkovic ha inviato al premier bulgaro Boiko Borissov, una lettera nella quale dichiara che Belgrado «Vuole studiare la documentazione tecnica prima di pendere la decisione definitiva di associarsi al progetto».
La questione del nucleare di Belene è ormai diventata un'intricata matassa pan-slava. Il bando di gara internazionale del 2005 per costruire la centrale (fatto dal precedente governo di centro-sinistra bulgaro) è stato vinto nel 2006 dall'impresa statale russa Atomstroiexport. Nel 2008, russi e bulgari hanno firmato un contratto che prevedeva la costruzione di due reattori nucleari da 1.000 MW ciascuno, con un costo valutato in 4 miliardi di euro. Contro la centrale si è formato un vasto fronte che comprendeva anche la destra populista-nazionalista di Borissov, che non ha mai nascosto sentimenti anti-russi. Dopo la vittoria della destra, a giugno, il nuovo governo congelò la costruzione di Belene, nel settembre 2009 il ministro delle finanze Siméon Dyankov disse in un'intervista al Financial Times: «La Bulgaria non ha i mezzi per realizzare dei progetti così importanti come la costruzione della centrale nucleare di Belene».
Tutto cambiò pochi giorni dopo quando russi e bulgari trovarono un accordo su Belene per un audit giuridico e finanziario, con l'obiettivo di unificare gli approcci per la realizzazione del progetto. Borisov in persona dichiarò che la Russia «Ha manifestato il massimo di apertura e trasparenza. Sofia intende studiare nuovamente l'utilità economica dei progetti energetici congiunti con la Russia: il gasdotto South Stream, la centrale di Belene e l'oleodotto Burgas-Alexandroupolis». I bulgari erano addirittura pronti a cedere il 30% delle loro quote ai russi. Ma la vera mazzata per Belene è arrivata poco dopo, a fine ottobre 2009, quando il gigante energetico e nucleare tedesco Rwe, si è ritirato dal progetto.
Il problema è che Rwe possedeva il 49% del capitale, mentre il blocco di controllo (51%) è detenuto dal governo bulgaro, che non solo non ha ceduto le quote ai russi, ma si è visto obbligato a cercare altri partner per non lasciare tutto in mano ad Atomstroiexport. Borissov ha invitato Serbia e Croazia ad acquistare l'1 - 2% delle azioni di Belene. Zagabria ha declinato l'offerta e ora i bulgari si trovano in mano la lettera di Belgrado che, visto la stretta alleanza con Mosca della Serbia, potrebbe essere stata scritta sotto dettatura dei russi. Alcuni giornali internet di Belgrado scrivono addirittura che la Serbia, che non è certo in una situazione di bilancio florida, starebbe pensando di finanziare la centrale nucleare di Belene con una quota del 5%. Una partecipazione che renderebbe la centrale di Belene sempre meno Ue e sempre più slava, o meglio russa. Un boccone amarissimo da digerire per i nazionalisti di Borissov.