[25/11/2010] News
FIRENZE. Il presidente designato dell'Agenzia per la sicurezza Umberto Veronesi a tutto campo nella sua prima vera uscita pubblica in sede istituzionale. Infatti è stato sentito in Parlamento davanti alle Commissioni riunite Attività produttive e Ambiente della Camera che martedì voteranno sulla sua nomina. Innanzi tutto tiene a sottolineare che non c'è stato nessun ripensamento, nessuna marcia indietro rispetto alla disponibilità data, come poteva sembrare da alcune dichiarazioni apparse ieri sul Financial Times.
E poi sul nucleare dichiara: «tutta Italia si rende conto che il nucleare è inevitabile, perché fra 50 anni non avremo più petrolio, fra 100 anni non ci sarà più carbone e fra 150 finirà il gas: poi saremo all'asciutto. L'unica soluzione possibile, dunque, è l'atomo. Adesso c'é la fissione nucleare, tra 20 anni ci sarà la quarta generazione che non avrà più scorie e poi negli anni '70 arriverà la fusione. Se abbiamo amore per i nostri figli e i nostri nipoti dobbiamo intraprendere questa strada, perché saranno loro che intorno al 2120 vivranno la tragedia della carenza di energia».
Nuclearista convinto quindi, che non cita neppure per sbaglio la necessità di riduzione dei consumi, dell'efficienza energetica, dell'investimento sulle energie rinnovabili che già oggi in un sistema fortemente incentrato sulle fonti fossili hanno dimostrato di coprire una discreta fetta del fabbisogno nazionale lordo di energia elettrica (19,6% nel 2009). E poi tutte queste masse che vogliono il nucleare per ora non le scorgiamo. Anzi alcuni sondaggi dicono tutto il contrario (ma sono solo sondaggi) e presidenti di regione e sindaci (di centrosinistra e centrodestra) non fanno certo a gara per ospitare gli impianti nucleari (e questi sono fatti, l'ultimo no, pesantissimo per il governo, è arrivato ieri dal consiglio regionale del Lazio). Se poi si vuole imporre l'atomo con la forza allora si entra un un'altra dimensione del ragionamento.
Veronesi nell'occasione dell'audizione davanti alle commissioni si è levato anche qualche sassolino dalla scarpa facendo vedere il proprio curriculum e aggiungendo: «Qualcuno ha detto che sono vecchio: è vero ho 86 anni, ma non ho l'Alzheimer e leggo ancora senza occhiali». Sull'esito del voto il senatore del Pd (ci chiediamo fino a quando?) appare sereno credendo che i deputati voteranno abbondantemente a favore: «tuttavia, assicura, se non dovesse succedere non ne farei una malattia, del resto i miei familiari e i miei collaboratori sono contrari».
Qualche dubbio rimane aperto dato che il Pd si è opposto alla sua nomina: «Pensavo ingenuamente che il fatto che la sicurezza fosse in mano alla sinistra fosse una garanzia per la protezione della popolazione. Mi sembrava ragionevole, quindi non me lo aspettavo» ha concluso l'oncologo.
Per quanto riguarda invece il vero avvio dell'Agenzia Veronesi non ha fatto nessuna previsione dato che le nomine dopo il voto in Commissione, devono ripassare dal Consiglio dei ministri e poi dal Quirinale.