[25/11/2010] News

La futura politica agricola comune: i nuovi obiettivi

LIVORNO. La futura politica agricola comune (Pac) dovrà essere più sostenibile, equilibrata, mirata, semplice, efficace e in grado di rispondere meglio alle esigenze e alle aspettative dei cittadini europei. Dovrà poggiare su due pilastri: un primo "più verde" e più equamente ripartito e su un secondo maggiormente incentrato sulla competitività e l'innovazione, il cambiamento climatico e l'ambiente.

E' questa la risposta della Commissione Europea al dibattito sulla futura Pac che nella comunicazione "La Pac verso il 2020: rispondere alle future sfide dell'alimentazione, delle risorse naturali e del territorio" al parlamento europeo, al consiglio, al comitato economico e sociale europeo e al comitato delle regioni, delinea le opzioni esistenti e apre il dibattito con le altre istituzioni e con le parti interessate.

La Commissione, in preparazione alla comunicazione, ha organizzato nel 2010 un ampio dibattito pubblico - che si è concluso con una conferenza nel luglio 2010 - dove il Consiglio Ue ha discusso la riforma, il Parlamento europeo (Pe) ha adottato una relazione di iniziativa sul futuro della Pac dopo il 2013 e sul suo legame con la strategia Europa 2020 e il Comitato economico e sociale europeo (Cese) e  il Comitato delle Regioni (Cdr) hanno elaborato documenti di posizione al riguardo.

In tale sede, comunque sono stati identificati tre obiettivi strategici.

Ossia preservare il potenziale di produzione alimentare dell'Ue secondo criteri di sostenibilità, al fine di garantire la sicurezza dell'approvvigionamento alimentare a lungo termine per i cittadini europei e contribuire a soddisfare la domanda mondiale di prodotti alimentari, che secondo le stime della Fao dovrebbe subire un incremento del 70% da qui al 2050.

L'altro obiettivo identificato è quello di sostenere le comunità agricole che forniscono ai cittadini europei una grande varietà di derrate alimentari di pregio e qualità prodotte in modo sostenibile, nel rispetto degli obiettivi che l'Unione si è data in materia di ambiente, acque, salute e benessere degli animali e delle piante e salute pubblica. Del resto la gestione attiva delle risorse naturali mediante l'agricoltura costituisce uno strumento importante per preservare il paesaggio rurale, lottare contro la perdita di biodiversità, favorire l'adeguamento al cambiamento climatico e mitigarne gli effetti. Essa è essenziale per garantire la dinamicità del territorio e la vitalità economica a lungo termine.

Un terzo obiettivo è quello di preservare la vitalità delle comunità rurali, per le quali l'agricoltura costituisce un'attività economica importante in grado di creare occupazione locale che comporta molteplici vantaggi sul piano socio-economico, ambientale e territoriale. Fra l'altro, una riduzione significativa della produzione locale avrebbe un'incidenza sulle emissioni di gas serra e sui paesaggi locali caratteristici e limiterebbe la scelta per i consumatori.

L'agricoltura è una componente essenziale dell'economia e della società europea. In termini di effetti indiretti, qualsiasi regresso significativo dell'attività agricola europea comporterebbe un calo del Pil e dell'occupazione nei settori economici correlati - anche non alimentari - e in particolare nella filiera agroalimentare. Anche le attività rurali, dal turismo ai trasporti passando per i servizi locali e i servizi pubblici, ne risentirebbero e lo spopolamento delle campagne rischierebbe di aggravarsi. Le conseguenze ambientali e sociali sarebbero rilevanti.

La riforma della Pac dunque deve proseguire anche per favorire lo sviluppo della competitività, l'uso efficiente del denaro dei contribuenti e il conseguimento dei risultati che i cittadini europei si attendono da un'efficace politica pubblica in termini di sicurezza dell'approvvigionamento alimentare, ambiente, cambiamento climatico, equilibrio sociale e territoriale.

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