[26/11/2010] News toscana
FIRENZE. Dopo le critiche avanzate da Legambiente Val di Cornia in merito all'impianto fotovoltaico progettato in località Colmata a Piombino, il capogruppo del Partito di Rifondazione comunista Rino Checcoli, ha presentato un ordine del giorno in consiglio comunale sull'argomento. I rilievi che sono stati avanzati al progetto sono quelli già noti.
L'impianto occupa 47 ettari di terreno di cui 10 (l'area meno degradata) saranno occupati dai pannelli. Gli stessi saranno collocati in aree agricole a basso rischio idraulico, mentre vengono lasciate libere (probabilmente a pascolo) le aree più degradate ad alto e medio rischio idraulico, vicino all'industria.
Nella stessa zona, in alternativa, osserva Rifondazione comunista, potrebbe essere costruito un impianto eolico della stessa potenza 18MW, che occuperebbe solo una sottile striscia di terreno e potrebbe essere posizionato nelle aree più degradate a rischio idraulico e lasciare all'agricoltura le aree più vocate per la coltivazione.
Anche se c'è da scommettere che se fosse stato progettato un simile parco eolico, si sarebbero subito scatenati i detrattori dell'energia del vento accusando uno scempio del paesaggio, e magari avrebbero invocato un'alternativa fotovoltaica.
L'impianto fotovoltaico previsto, spiega invece Rifondazione, costa di più e produce meno energia elettrica dell'impianto eolico alternativo (si parla di 25.000 MWh/anno contro 38.700 MWh/anno) e assorbirebbe più del doppio di contributi pubblici di incentivi per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Inoltre spiega Checcoli il progetto fotovoltaico non prevede rilevanti opere di contropartita per il territorio a mitigazione per l'impatto, mentre l'eolico potrebbe prevedere l'interramento delle linee elettriche con la sparizione dei tralicci nell'area e quindi controbilanciare e mitigare l'impatto.
«Questi dati dovrebbero far si che si debba favorire la fonte energetica più conveniente e il regolamento urbanistico potrebbe individuare meglio i criteri localizzativi facendo in modo che il grande fotovoltaico a terra venga fatto solo nelle aree veramente marginali e degradate» sottolinea Checcoli. Ma il Regolamento urbanistico prevede criteri localizzativi per gli impianti di grande fotovoltaico a terra che riguardano: le aree ricomprese tra le vie di comunicazione; adiacenza ad aree industriali; aree soggette nella falda a cuneo salino. Per questo Prc chiede di aggiungere un ulteriore criterio: «area a medio e alto rischio idraulico per definire meglio l'individuazione delle aree degradate marginali in cui localizzare impianti alimentati da fonti rinnovabili» e di «adottare rapidamente il nuovo Regolamento urbanistico» conclude Prc di Piombino.