[30/11/2010] News
LIVORNO. L'inviato speciale dell'Onu per il diritto all'alimentazione, Olivier De Schutter, ha avvertito i delegati della Cop16 dell'Unfccc in corso a Cancun che «Senza un cambiamento importante nelle politiche messe in atto, le emissioni di gas serra provenienti dall'agricoltura potrebbero aumentare del 40% entro il 2030. Bisogna agire per lottare efficacemente contro il cambiamento climatico ed i suoi impatti disastrosi sul diritto all'alimentazione. I negoziati che si aprono a Cancun sono cruciali per garantire il diritto all'alimentazione di centinaia di milioni di persone. Cancun dovrà mostrare la via verso un Piano Marshall Verde per l'agricoltura».
L'inviato speciale dell'Onu è convinto che «Delle azioni ambiziose per ridurre le emissioni di gas serra e sostenere l'adattamento al cambiamento climatico sono vitali. Sono anche necessarie azioni per garantire la sostenibilità di sistemi di produzione che migliorino i mezzi di sussistenza delle comunità povere, le prime vittime del cambiamento climatico».
De Schutter si riferisce all'impatto del cambiamento climatico sulla produzione Agricola dei Paesi in via di sviluppo e sui prezzi dei generi alimentari, che oggi conosciamo meglio di prima. Secondo l'Intergovernmental panel on climate change (Ipcc) nel sud dell'Africa il rendimento dell'agricoltura potrebbe Calare del 50% tra il 2000 e il 2020, mentre le zone aree e semi-aride potrebbero aumentare tra i 60 e i 90 milioni dio ettari entro il 2080, quando 600 milioni di esseri umani in più saranno esposti a crisi alimentari ricorrenti legate direttamente ai cambiamenti climatici.
Uno scenario che preoccupa De Schutter: «Queste proiezioni sono terribili, ma i tentativi per stimolare la produzione alimentare con concimi chimici e lo sviluppo di piantagioni fortemente meccanizzate su grande scala mettono l'agricoltura sulla cattiva strada. L'agricoltura è già direttamente responsabile del 14% delle emissioni di gas serra, il 33% includendo il biossido di carbonio prodotto dalla deforestazione per l'espansione delle coltivazioni e dei pascoli. Questa cifra aumenterà nei prossimi anni. Questa forma di agricoltura industrializzata è chiaramente insostenibile a medio termine ed è un pericolo per il diritto all'alimentazione di milioni di piccoli agricoltori ed altre comunità vulnerabili, Quel di cui abbiamo bisogno è un Piano Marshall Verde per l'agricoltura, per incoraggiare la transizione mondiale verso dei metodi dio produzione alimentare a basse emissioni di carbonio, fondati sui bisogni delle comunità rurali vulnerabili ed i piccoli agricoltori. I metodi di produzione agricola che privilegiano il low carbon e la salvaguardia delle risorse offrono una via alternative che può sia attenuare i cambiamenti climatici limitando le emissioni di gas serra, migliorando i mezzi di sussistenza delle comunità rurali povere, sia riducendo la loro dipendenza dalle energie fossili sempre più costose. Ci vorranno sforzi sostenuti per diversi decenni, ma non c'è tempo da perdere. Dobbiamo cominciare subito ad orientare l'agricoltura verso una via ecologicamente e socialmente più sostenibile. E' una necessità, se siamo seri nei nostri impegni a lottare contro il cambiamento climatico e la fame».
Intanto Svezia ed Olanda sono i primi Paesi ad aver destinato fondi al nuovo Fao multipartner programme support mechanism (Fmm) con contributi volontari per 26 milioni di dollari da utilizzare entro il 2013.
La Svezia contribuisce con circa 19 milioni di dollari fino al 2013, che andranno a finanziare attività per la mitigazione del cambiamento climatico e per una gestione sostenibile delle risorse naturali e dei mezzi di sussistenza rurali.
I circa 7 milioni di dollari stanziati dall'Olanda sosterranno attività di assistenza alle politiche per rafforzare le capacità agricole sostenibili di diversi Paesi. .
Firmando l'accordo con i due Paesi il vice-direttore della Fao, José María Sumpsi, ha sottolineato che «La pronta adesione della Svezia e dell'Olanda al meccanismo è incoraggiante. Dimostra anche che il rinnovamento della Fao genera una rinnovata fiducia nell'Organizzazione e nelle riforme in corso. La nostra speranza è che altri Paesi si aggiungano a questa iniziativa». Il nuovo sistema della Fao prevede che i contributi volontari non siano più destinati ad un programma o ad un progetto specifici, ma che vengano versati nel bilancio della Fao come i contributi obbligatori degli Stati membri. Così la Fao potrà utilizzarli secondo le circostanze, per produrre risultati concreti per le popolazioni vittime della fame.
L'accordo Fmm ha il fine di sottrarre gli aiuti nazionali alla discrezionalità politica di questo o quel Paese e di disarmare così "l'arma alimentare" e vuole promuovere il contributo continuo per l'alimentazione e l'agricoltura sostenibile, realizzando gli obiettivi globali della Fao: «L'accesso di tutti e di ciascuno ad un cibo sano e in quantità sufficiente, il contributo dell'agricoltura e dello sviluppo sostenibile ai progressi economici e sociali e la salvaguardia e l'utilizzo sostenibile delle risorse naturali».