[30/11/2010] News
LIVORNO. Secondo il rapporto Enea energia ambiente diffuso oggi, l'Italia manifesta difficoltà nella tenuta competitiva della propria base industriale nei nuovi settori delle tecnologie low-carbon. Negli ultimi anni, gli investimenti italiani in questi settori hanno mostrato un apprezzabile tasso di crescita (persino superiore a quello degli Stati Uniti, secondo Paese in termini di investimenti totali dopo la Cina), ma risultano ancora scarsamente concentrati sull'innovazione tecnologica.
In Italia dunque ci si è accodati alla tendenza globale, ma si è persa l'occasione di diventare protagonisti della corsa: le politiche d'incentivazione alle rinnovabili - oggi in consiglio dei ministri è stato fra l'altro approvato uno schema di decreto legislativo che punta a riordinare il sistema di incentivazione delle fonti rinnovabili (vedi link a fondo pagina) - non hanno inciso nello sviluppo di una soddisfacente filiera industriale nazionale, diversamente da quanto verificatosi, ad esempio, in Germania. Nel settore delle rinnovabili, i dati più recenti indicano che l'Italia abbia una propensione ad importare componenti superiore alla media dei Paesi UE (a 15), principalmente nel settore fotovoltaico.
E' questo l'aspetto senz'altro più negativo della situazione attuale, frutto anche dell'assenza di una strategia energetica nazionale e di un ritardo abissale nella presentazione delle linee guida per le rinnovabili.
«Un sistema energetico più efficiente e sostenibile per un futuro a basse emissioni di anidride carbonica è possibile, anzi il processo di trasformazione tecnologica è già in atto - ha dichiarato il commissario dell'Enea Giovanni Lelli - Il Rapporto Energia e Ambiente dell'ENEA presenta il quadro delle dinamiche in atto nel contesto del sistema energetico nazionale e internazionale, mettendo in luce le diverse evoluzioni tecnologiche di medio e lungo periodo che consentirebbero al Paese di dare un maggiore impulso allo sviluppo di un sistema energetico efficiente e sostenibile, che contribuisca a perseguire una leadership tecnologica a livello europeo, un mercato dell'energia economicamente competitivo e in grado di garantire la sicurezza delle forniture, in accordo con gli obiettivi fissati dalla Commissione Europea».
Le analisi di scenario condotte dall'Enea mirano a identificare anche i trend di sviluppo del sistema energetico nazionale, in grado di raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale, competitività economica e sicurezza nelle forniture energetiche.
Negli scenari di "riferimento", si prevede che i consumi finali di energia riprendano a crescere con il superamento della crisi economica.
Viceversa, negli scenari di "intervento", la riduzione delle emissioni deriverebbe essenzialmente dal calo della domanda di energia, come conseguenza dell'incremento di efficienza, di un uso più razionale dell'energia, di una maggior diffusione di tecnologie low-carbon nella generazione elettrica (e qui ovviamente Enea insieme alle rinnovabili, ci mette da una parte il costosissimo ambientalmente ed economicamente nucleare e dall'altra l'ancora sperimentale carbon capture storage) e di una crescita della produzione termica da fonti rinnovabili. Negli scenari di "intervento" al 2050, le emissioni si ridurrebbero complessivamente di oltre un terzo rispetto ai trend identificabili negli scenari di "riferimento".
«Le nuove funzioni di Agenzia acquisite dall'Enea si aggiungono a quelle di ente di ricerca, rafforzandone il mandato di supporto tecnico dei settori produttivi e dei servizi per il rilancio del sistema industriale, con particolare riferimento a quello della green economy - conclude Lelli - Va in questa direzione la collaborazione in atto con il ministero dello Sviluppo economico per la definizione di una strategia energetica nazionale che indichi un percorso sostenibile e competitivo per il sistema energetico nazionale».