[30/11/2010] News
BRUXELLES. Secondo l'Unione europea la Conferenza Unfccc di Cancun «deve essere una tappa decisiva verso l'istituzione di un quadro internazionale generale e giuridicamente vincolante sul clima».
L'Ue, primo donatore mondiale, assicura che in Messico «Insisterà per giungere ad un accordo su un insieme equilibrato di decisioni che aprirebbero la strada all'istituzione in tempi rapidi di un quadro internazionale giuridicamente vincolante e a interventi concreti e immediati sul clima» e che «Per assicurare la piena trasparenza nell'attuazione del suo impegno per finanziamenti rapidi, l'Ue presenterà una relazione completa sui progressi realizzati in una manifestazione organizzata a margine della conferenza di Cancun, aperta a tutte le Parti e alle parti in causa. Inoltre in futuro presenterà relazioni annuali».
Nel 2010 l'Ue ha mobilitato finanziamenti "fast start" per 2,2 miliardi di euro per sostenere gli sforzi dei Paesi in via di sviluppo per adattarsi ai cambiamenti climatici e attenuarne gli effetti. «Ciò rientra nell'impegno generale dell'Ue ai sensi dell'accordo di Copenaghen di fornire 7,2 miliardi di euro nel periodo 2010-2012 - spiega la Commissione europea - I finanziamenti rapidi integrano il considerevole sostegno in materia di clima che l'Ue, in quanto primo donatore mondiale, già fornisce ai paesi in via di sviluppo mediante i suoi aiuti pubblici allo sviluppo (Aps). Ad esempio, nel 2008 l'Unione europea ha fornito 5,1 miliardi di dollari Usa per interventi di attenuazione degli effetti dei cambiamenti climatici nei paesi in via di sviluppo tramite i suoi Aps, equivalenti al 60% degli Aps prestati a questo scopo a livello mondiale.
La commissaria per l'azione climatica, la danese Connie Hedegaard che come ministro dell'ambiente del suo Paese nel 2009 fece da notaio al deludente Accordo di Copenhagen, ha detto che «L'Ue è disposta ad accettare a Cancun l'istituzione di un quadro internazionale ambizioso sul clima. Purtroppo alcune altre grandi economie non lo sono. Tuttavia, Cancun offre l'occasione di realizzare un significativo passo avanti a livello mondiale se riusciremo ad adottare un insieme equilibrato di decisioni riguardanti molte questioni fondamentali. Occorre che la conferenza di Cancun ci consenta di realizzare questi progressi, altrimenti il processo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici rischia di perdere slancio e rilevanza; nessuno fino ad oggi è riuscito a trovare un altro forum più efficace. Pertanto a Cancun si dovranno compiere progressi sostanziali. È possibile se tutte le parti daranno prova della necessaria volontà politica».
L'Ue si presenta a Cancun pensando soprattutto al 2012, al post-Kyoto e «Ritiene che l'obiettivo essenziale del processo delle Nazioni Unite debba essere quello di creare un quadro internazionale ambizioso, completo e giuridicamente vincolante che impegni tutti i paesi a lottare contro i cambiamenti climatici. Questo quadro dovrebbe basarsi sul protocollo di Kyoto e sull'accordo di Copenaghen, raggiunto l'anno scorso alla conferenza delle Nazioni Unite sul clima e approvato da 140 paesi, fra cui l'Ue e i suoi Stati membri. L'accordo di Copenaghen riconosce la necessità di contenere il riscaldamento del pianeta al di sotto di 2° C rispetto alle temperature dell'era preindustriale». L'Ue non nasconde di preferire «Un futuro quadro internazionale sul clima nella forma di un nuovo strumento unico e giuridicamente vincolante che includa gli elementi essenziali del protocollo di Kyoto», ma si dice pronta «A considerare un secondo periodo di impegno ai sensi del protocollo di Kyoto, a condizione che rientri in un accordo internazionale più vasto che impegni tutte le più importanti economie ad adottare misure a favore del clima e che l'integrità ambientale del protocollo sia rafforzata».
L'Ue è andata alla Cop 16 del Messico convinta che si possa mettere le basi di un accordo su un pacchetto di proposte con «Un insieme equilibrato di decisioni che tengano conto dei progressi realizzati finora nei negoziati e che stabiliscano le grandi basi dell'architettura del futuro regime internazionale sul clima. Le decisioni adottate a Cancun dovrebbero anche permettere di avviare azioni concrete immediate per lottare contro i cambiamenti climatici, in particolare nei paesi in via di sviluppo». L'Ue chiederà che il pacchetto di questioni specifiche da affrontare comprenda in particolare: «L'ancoraggio al processo dell'Onu degli impegni in materia di emissioni assunti nel quadro dell'accordo di Copenaghen; norme sulla trasparenza (Mrv); la riforma e l'espansione dei meccanismi del mercato del carbonio; un meccanismo di riduzione della deforestazione tropicale; norme contabili inerenti alla gestione delle foreste per i paesi sviluppati; l'adattamento ai cambiamenti climatici; la governance del futuro Fondo verde per il clima di Copenaghen; la cooperazione tecnologica; la creazione di capacità nei Paesi in via di sviluppo; le emissioni prodotte dal trasporto aereo e marittimo internazionali»
Joke Schauvliege, ministro fiammingo per l'Ambiente, la natura e la cultura, che rappresenterà la presidenza belga dell'Ue a Cancun, ha detto che «L'azione a livello internazionale è quanto mai urgente se vogliamo limitare il riscaldamento del pianeta al di sotto di 2°C ed evitare le conseguenze peggiori dei cambiamenti climatici. Il pacchetto di decisioni che l'Europa spera sarà adottato a Cancun deve basarsi sul protocollo di Kyoto e incorporare gli orientamenti politici contenuti nell'accordo di Copenaghen»