[01/12/2010] News

Rinnovabili tra boom e bolla, Zanchini: «Fase straordinaria, ci sono criticità, ma Report ha sbagliato»

LIVORNO. Dopo l'articolo "Sole e vento, Terna fa il pieno è boom delle fonti rinnovabili" (vedi link), l'ultima puntata di report (vedi video) e il decreto approvato dal governo (vedi documento allegato), abbiamo deciso di fare il "punto" - e anche un po' di chiarezza - sulle rinnovabili in Italia e per questo abbiamo intervistato Edoardo Zanchini, Responsabile Energia, Trasporti, Urbanistica di Legambiente.

1) Siamo davvero in una bolla?

Siamo in una straordinaria fase di sviluppo delle fonti rinnovabili, di tutte le tecnologie, non solo solare e eolico. Certamente occorre una grande attenzione a ogni tipo di speculazione, per questo bisogna vigilare e ridurre gli incentivi nel tempo, ad avere finalmente regole certe per i progetti, ma chi parla di bolla e lancia allarmi per le bollette dei cittadini evidentemente ha interesse a fermare un processo assolutamente positivo.

2) A fronte di questo aumento di produzione da rinnovabili è vero che non c'è stata alcuna riduzione di produzione da fonte fossile?
E' incredibile che si possa sostenere una tesi del genere e dispiace che anche Report lo abbia sostenuto. L'energia prodotta da fonti rinnovabili ha, per legge, priorità di dispacciamento nella rete. Significa che tutto quello che viene prodotto va in rete e quindi toglie spazio a quella prodotta da fonti fossili. Del resto basta leggere i dati di Terna per il 2009, che sono riportati anche in molte bollette che arrivano a casa, le rinnovabili sono cresciute enormemente come produzione a fronte di una riduzione dell'energia elettrica prodotta da carbone, olio combustibile (petrolio), gas.

3) Che energia importiamo dall'estero? E' vero che, come dice Saglia, il certificato di provenienza "da fonti verdi" è falso?

Importiamo dall'estero l'energia che costa meno, siamo in un mercato liberalizzato ed è ovvio che sia così. A soffrirne sono molti impianti a gas che in alcune ore della giornata vedono una forte concorrenza da centrali dall'estero. La vicenda dei certificati di provenienza di energia verde dall'estero è inquietante,  e chi sapeva doveva denunciarla. Soprattutto perché c'è chi ci sta guadagnando scaricando i costi in bolletta. E anche perché l'energia verde noi dobbiamo realizzarla in Italia non importarla e tenerci le nostre inquinanti centrali.

4) E' pensabile/auspicabile/realizzabile un futuro dove l'Italia produce energia solo da fonti rinnovabili e senza esportare nulla?

La Germania sta immaginando al 2050 una produzione all'80% da rinnovabili, anche noi dovremmo fare la stessa cosa e ragionare di come arrivarci attraverso una forte spinta all'efficienza energetica, allo sviluppo di tutte le rinnovabili elettriche e termiche, alle reti intelligenti, e di come l'Italia possa stare dentro uno scenario di rete europea fortemente integrato.

5) E per l'energia necessaria per "scaldare" le nostre case e gli uffici qual è la soluzione più ecologica e attualmente più percorribile?

Puntare a edifici a consumi zero, come prevede la Direttiva 21/2010 approvata dall'Unione Europea che fissa già quest'obbligo a partire dal 2019 per tutti gli edifici pubblici e dal 2021 per quelli privati. Significa grande attenzione al risparmio, alla coibentazione, all'esposizione delle pareti e utilizzo di fonti rinnovabili per la parte residua, e quindi soprattutto solare termico e fotovoltaico, biomasse e geotermia, integrate negli impianti di riscaldamento e raffrescamento.

6) Gli incentivi italiani sono alti, giusto ridurli?

Sicuramente è giusto ridurli e renderli certi nel tempo, secondo un modello trasparente come quello tedesco dove ogni due anni si rivedono in funzione dei risultati e degli obiettivi.

7) Fino a quando si dovranno sostenere questi incentivi?

Occorre porsi un orizzonte che guarda al 2020, la data fissata dall'Unione Europea per gli obiettivi di sviluppo delle rinnovabili e riduzione della Co2. Per quella data, attraverso progressive riduzione si può immaginare di essere arrivati vicino alla parity grid per molte delle tecnologie.

8) Ha dunque una ratio condivisibile il decreto del governo che tagli i certificati verdi?

Sì, ma solo se riesce a dare certezze per gli investimenti. Le aste possono diventare un salto nel buio per come sono scritte, e certamente non si può lasciare gli imprenditori seri che vogliono investire nelle rinnovabili di fronte a incertezze perché in poco tempo si vanificherebbe quanto di positivo realizzato in questi anni.

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