[01/12/2010] News

Il settore dell'edilizia in piazza (col sostegno di Legambiente) per chiedere al governo interventi immediati

FIRENZE. Tutto il mondo legato all'edilizia ha manifestato oggi davanti a Montecitorio per denunciare lo stato di grande difficoltà e chiedere al Governo interventi immediati. La crisi per il settore in base ai numeri portati in piazza dai manifestanti non ha eguali: 250.000 posti di lavoro persi, +300% di ricorso agli ammortizzatori sociali, oltre il 20% di riduzione delle produzioni di materiali da costruzione, -70 miliardi di valore complessivo delle produzioni, ritardati pagamenti della Pa fino a 24 mesi.

L'Ance (Associazioni nazionale costruttori edili) insieme alle altre sigle che hanno aderito alla manifestazione non chiede al governo assistenzialismo o nuove risorse ma una politica economica e industriale per il settore. «Il Governo dovrebbe rimettere al centro l'edilizia - ha dichiarato Paolo Buzzetti, presidente Ance- Ci rendiamo conto della situazione, ma chiediamo all'esecutivo di mettere a disposizione le risorse che ci aveva promesso. È necessario inoltre un allentamento del patto di stabilità per i comuni perché non si possono far fallire le imprese per non far fallire uno Stato, che non paga. Con questo immobilismo non si può andare avanti. Quello di cui il settore avrebbe bisogno è una "svolta" sui "vecchi mali" del settore, la burocrazia, il cattivo funzionamento del sistema, le regole degli appalti, a cui si è aggiunta la crisi con risorse limitate» ha concluso Buzzetti.

La piattaforma di richieste formulate da imprese e lavoratori dell'edilizia prevede: sbloccare i pagamenti per le imprese; rendere disponibili le risorse destinate dal Cipe alle priorità infrastrutturali; semplificare le procedure amministrative e rafforzare i controlli; eliminare le distorsioni fiscali nel settore immobiliare; rilanciare gli strumenti di investimento nelle infrastrutture e nell'immobiliare; attivare strumenti di lotta all'illegalità; estendere all'edilizia gli ammortizzatori sociali definiti per l'industria. La manifestazione per rilanciare l'edilizia tra l'altro è riuscita nell'intento dove altri settori recentemente hanno fallito: riunire le principali sigle sindacali Cgil, Cisl, Uil verso un unico obbiettivo.

A supporto degli edili anche lo Cnappc, Consiglio nazionale architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori «È ormai improcrastinabile, ed i dati della perdurante crisi economica che si riflette pesantemente nel settore della progettazione lo confermano ogni giorno di più, attuare norme e provvedimenti che rilancino il settore dell'edilizia per dare certezze agli operatori e per superare molte delle inutili barriere erette dalla burocrazia. Tra le strade da percorrere, per non gravare su un comparto pubblico già ampiamente compromesso - aggiunge lo Cnappc - una è quella di applicare norme e di programmare incentivi, utili anche a fini sociali, che promuovano vasti interventi privati nel settore della rottamazione. Questa iniziativa rappresenterebbe non solo una grande opportunità per l'industria e per l'economia del nostro Paese, così come per la ricerca scientifica ed accademica, ma anche l'occasione per porre mano ad un piano di tutela, di consolidamento e di ricostruzione del patrimonio edilizio postbellico, che ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza architettonica, urbanistica e strutturale. Tutto ciò consentirebbe di affrontare anche il tema del contenimento dei consumi energetici, confermando, tra l'altro, definitivamente il bonus del 55% e quello prioritario della qualità e della emergenza sismica e geologica» ha concluso lo Cnappc.

Non sempre il settore dell'edilizia è andato d'accordo con le associazioni ambientaliste ma in questo caso la manifestazione ha avuto il sostegno almeno di Legambiente. «E' una richiesta legittima quella che oggi il comparto edilizio fa al Governo. Tutto il settore merita più attenzione ma soprattutto provvedimenti davvero utili, che rispondano ai reali bisogni del Paese e non fantomatici piani casa, capaci solo d'incrementare il consumo di suolo, l'abusivismo e il lavoro nero senza portare soluzioni al fortissimo disagio abitativo vissuto da migliaia di famiglie, soprattutto nelle grandi città dove ci sono più di un milione di case vuote - ha dichiarato il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza - C'è bisogno di nuove idee e politiche per centri urbani che sostituiscano il modello di sviluppo centrato sul mattone con un altro più moderno e attento all'innovazione energetica e tecnologica. Il terreno su cui rilanciare l'edilizia italiana è il recupero del patrimonio edilizio e il miglioramento delle prestazioni energetiche del parco immobiliare esistente, smettendo di favorire l'aumento indiscriminato di brutti edifici, arretrati dal punto di vista tecnologico. Invece di cancellare o ridurre l'ecobonus del 55% per gli interventi di efficienza si dovrebbe metterlo a regime e dare così certezza agli imprenditori» ha concluso Cogliati Dezza.

 

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