[06/12/2010] News
CANCUN. Si è chiusa la prima settimana di incontri al vertice Onu di Cancun e chi si attendeva un vertice immesso sui binari di una discussione pacata che ricercasse e ponesse le basi verso un ampio consenso ed una convergenza preparatoria di condizioni politiche per un accordo globale sul clima è rimasto certamente deluso.
A scuotere le sessioni negoziali nelle sale del lussuoso Moon Palace Resort, in questa prima tornata, sono stati il Giappone, la Bolivia e la presentazione della bozza di testo sul trattato di lungo termine presentata nelle ultime ore.
Nell'assemblea plenaria di chiusura della prima settimana dei lavori le divergenze tra le varie posizioni sono state evidenti. La bozza di testo proposta per il gruppo di lavoro sul trattato di lungo termine (AWG - LCA) ha scoperto i nervi di diverse nazioni, in particolare di Bolivia e Venezuela che non hanno apprezzato né i contenuti del documento né l'approccio seguito per la sua stesura. Le principali critiche arrivate dall' Ambasciatore boliviano Pablo Solon e dalla capo negoziatrice della delegazione venezuelana Claudia Salerno, ad una prima analisi del testo consegnato solo mezz'ora prima dell'avvio dei lavori dell'assemblea, riguardano i meccanismi con cui è stato concepito e funziona il mercato del carbonio, la mancanza di protagonismo e del riconoscimento delle comunità indigene, il problema insoluto della proprietà intellettuale nel trasferimento delle tecnologie "pulite". L'atteggiamento della presidenza del gruppo di lavoro AWG-LCA, presieduta da Margaret Mukahanana-Sangarwe dello Zimbawe, accusata di non aver considerato la settimana di negoziati e tutte le proposte pervenute dai diversi attori di questo processo nella costruzione della bozza di testo è stato ritenuto talmente scorretto da indurre la Presidente della sedicesima conferenza delle parti e Ministro degli esteri messicano Patricia Espinosa, a ribadire più volte che non esistono colloqui e stanze segrete dove questi siano stati condotti. Alle perplessità espresse da boliviani e venezuelani si sono uniti altre realtà come Nigeria, Colombia, Tuvalu, Tagikistan, concordi comunque nella necessità di proseguire i colloqui ma con una maggiore trasparenza e riconoscimento delle parti. Peter Wittoeck, delegato della rappresentanza UE a Cancun, ha affermato, con celato ottimismo, che adesso i pezzi del puzzle sono noti e definiti e la prossima settimana sarà decisiva per comporli insieme. La seconda parte della plenaria ha interessato l'avanzamento dei lavori del gruppo che si occupa del Protocollo di Kyoto (AWG-KP) dove il Presidente John Ashe, di Antigua e Barbuda, ha annunciato la presentazione per la giornata di oggi di una nuova bozza degli emendamenti al protocollo di Kyoto.Vi è molta attesa rispetto a questo documento anche se a preoccupare la comunità internazionale rimane l'arroccamento del Giappone, accompagnato da Russia e Canada, contrario alla possibilità di prorogare oltre il 2012 il Protocollo, all'interno di un accordo legalmente vincolate che al Protocollo stesso faccia riferimento. Perplessità continuano a sussistere per le questioni riguardanti la definizione di target certi per la riduzione delle emissioni, l'anno a cui riferirsi per la loro quantificazione, il rapporto tra le riduzioni e la possibilità di acquisire crediti (e quale la tipologia di questi) per poter ulteriormente emettere gas clima alteranti.
Si profila un duro lavoro per i Ministri e i Capi di Stato che stanno raggiungendo la Riviera dei Maya e che cominceranno a discutere delle due bozze di testo nei prossimi giorni. Su di loro gli occhi di tutto il mondo e dei tanti rappresentanti delle associazioni non governative e della società civile che attendono risultati concreti e non ulteriori rinvii alle future fasi di negoziazione oltre Cancun.