[06/12/2010] News

Qualità della vita: senza metro non c’è misura, senza misura non c’è classifica...

LIVORNO. Quest'anno le consuete inchieste sulla Qualità della vita prodotte dal Sole24Ore e da Italia Oggi sono uscite in edicola versione "stereo". La contemporaneità, che ci pare un inedito, dell'evento, ci dà il la a una riflessione che esula dai risultati delle inchieste stesse che a noi, da sempre, lasciano più dubbi che certezze. Detto che quest'anno si parla esplicitamente di province, e dunque non si dovrebbe cadere nell'errore di scambiarle con le città, il punto è un altro e lo riferiamo, per competenza, alle sole questioni "ambientali", per usare il termine improprio con il quale entrambe le inchieste affrontano la "sostenibilità".

Dunque andiamo sul macro per evidenziare che cos'è che non va. Le due classifiche che tentano appunto di stabilire le province dove si vive meglio vede in alto e in basso più o meno gli stessi estremi, ovvero Trento al top (1° per il Sole, seconda per Italia Oggi) e Napoli in fondo (per entrambi all'ultimo posto).

Le differenze tra Nord e Sud più o meno collimano e la Toscana è una delle regioni migliori. Novità quindi zero, ma se si va un minimo dentro la classifica si vede ad esempio che Mantova che per Italia Oggi è la seconda provincia dove qualitativamente si vive meglio in Italia, per il Sole è soltanto 33°. In una classifica di 106 posizioni, 32 "caselle" di differenza non sono "bruscolini".

Molto difficile capirne le motivazioni - per fare un altro esempio che ci riguarda Livorno per il Sole è al 20° posto, mentre è al 40° per Italia Oggi - , ma il punto è che le statistiche genereranno come sempre una discussione tra assessori, sindaci, presidenti di provincia ognuno dei quali, grazie a queste asintonie, potrà vantare il suo pezzo di ragione.

Che cosa vogliamo dire? Che se questi indici non sono standardizzati in questo, come in altri casi, inchieste di questo tipo lasciano il tempo che trovano. Non ce ne vogliano gli estensori che certamente fanno un grande sforzo, ma alla fine sembra solo una lotta tra "testate" giornalistiche di cui francamente ci interessa poco e nulla. Con due inchieste con lo stesso titolo che escono nello stesso giorno il risultato non può essere che uno solo: il caos ovvero disinformazione.

Se poi, come facciamo noi per dovere e per diletto, si guarda alle fonti dei "numeri" si scopre che per l'ambiente è per entrambe le inchieste Legambiente. E con tutto il rispetto che abbiamo per questa associazione ambientalista che fa un lavoro volontario e meritorio, è chiaro che elevarlo a "verità" assolta sull'ambiente, quando sono note le modalità di raccolta dei dati (compilazione di questionari direttamente fatta dagli enti), mina alle fondamenta tutto il lavoro svolto.

Parliamoci chiaro: i dati di Legambiente sono già noti, l'inchiesta non fa altro che riprenderli, darli per buoni e dargli un valore di punteggio che quest'anno, dice esplicitamente il Sole, è più alto rispetto agli anni passati. Siccome si parla di qualità della vita e siccome riteniamo che abbia molto a che fare con la "sostenibilità" ambientale oltre che ovviamente a quella sociale, spiega perché di queste inchieste se ne potrebbe fare ampiamente a meno. O meglio: ben vangano queste inchieste ma se fondate su dati omogenei, standardizzati e certificati.

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