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[06/12/2010] News
LIVORNO. Il presidente francese Nicolas Sarkozy e quello indiano Pratibha Patil, hanno scelto proprio una brutta data, il ventiseiesimo anniversario della tragedia chimica di Bhopal, avvenuta nella notte del 3 dicembre 1984, considerata fono ad oggi la più grande catastrofe industriale, per annunciare un accordo che garantirà al gigante nucleare francese Areva di vendere all'India due reattori Epr che verranno realizzati a Jaitapur, nello Stato del Maharashtra. I due reattori verranno realizzati in un'area altamente sismica (4 su una scala di 5) che aumenterà ancora il rischio di catastrofi industriali in India.
Gli indiani sembrano fra i pochi, insieme ai cinesi, a volersi accollare i costi e i ritardi degli Epr che stanno mettendo in ginocchio i cantieri di due centrali nucleari in Francia e Finlandia. Il costo dell'Epr di Flamanville ha già sforato il budget iniziale previsto di almeno 1,7 miliardi di euro, il cantiere finlandese è impantanato in sovra costi, incidenti, liti tra i francesi e i finlandesi sulle colpe degli infiniti ritardi.
Il governo indiano sta però investendo molto sul nucleare (anche in funzione militare e di competizione con Pakistan e Cina), ma in India sono in aumento le proteste per questi colossali investimenti in un'energia costosa e pericolosa, mentre le energie pulite e rinnovabili, come l'eolico e il fotovoltaico, sono praticamente ignorate in un Paese che ne disporrebbe in quantità impressionanti. Anche perché , secondo il rapprto del 2006 "Les Sept Vents du Cotentin - Un courant alternatif pour le Grand Ouest - Quelles alternatives au réacteur Epr?", «Ad investimento uguale, il risparmio energetico e le energie rinnovabili creano 15 volte più posti di lavoro del nucleare».
Secondo Réseau "Sortir du nucléaire", la rete delle associazioni antinucleari francesi, in realtà si tratta di un effetto annuncio per condizionare la Cop 6 dell'Unfccc in corso a Cancun: «Non è frutto di un azzardo se questo annuncio è stato fatto mentre si tengono, a Cancun, i negoziati delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico. Per ottenere sempre più fondi per vendere dei reattori nei Pesi in via di sviluppo, l'industria nucleare cerca di persuaderci che il nucleare sarebbe la soluzione al problema del cambiamento climatico. Malgrado l'effetto annuncio infruttuoso di Areva, il ricorso al nucleare non risolve il problema delle emissioni di CO2. L'efficienza energetica e le energie rinnovabili sono fino ad 11 volte più performanti del nucleare per ridurre i gas serra». Sortir du nucléaire cita a supporto i dati contenuti in un rapporto del 2008 del Rocky Moutain Institute: "The Nuclear Illusion".
Sembra che il governo di New Delhi voglia accelerare i tempi perché teme l'ampliarsi di un fenomeno nuovo e crescente: la forte opposizione locale ai progetti nucleari che ormai non ci sta più a farsi abbindolare dalla propaganda nazionalista-atomica sulla potenza dell'India.
Come greenreport ha già scritto, nell'area interessata dal progetto di centrale nucleare a novembre più di 3.000 persone si sono fatte arrestare volontariamente dalla polizia nel corso di una manifestazione non-violenta che ha riportato alla memoria Gandhi. Secondo le comunità locali e gli ambientalisti indiani, appoggiati da sempre più personalità ed intellettuali del Paese, la costruzione dei due Epr made in France minaccia l'economia di Jaitapur, basata sulla pesca, e la salute e la sicurezza della popolazione.
Lo scontro è durissimo, tanto che il democratico governo del Partito del Congresso ha rifiutato il 29 novembre il visto di ingresso a una delegazione di scienziati dell'International panel on fissile materials (Ipfm) che dovevano partecipare a una riunione per discutere del programma nucleare indiano, la nuova ed intoccabile vacca sacra dell'India, Paese che gode di ogni attenzione nucleare occidentale e che commercia nel settore allegramente con tutti, nonostante non abbia mai firmato il Trattato di non proliferazione nucleare.
Per Sortir du nucléaire «Imponendosi a dispetto della volontà delle popolazioni, il nucleare dimostra una volta di più che non è compatibile con la democrazia. Sia in Francia o in India, l'Epr non vedrebbe la luce se le popolazioni fossero consultate ed ascoltate», come dimostrerebbe il sondaggio "Les Français et l'environnement"realizzato nel 2007 da Bva.
I no-nuke francesi condannano «Queste transazioni franco-indiane fatte a detrimento degli esseri umani e dell'ambiente» e fanno appello alle comunità del Maharashtra perché «Continuino a resistere a questi progetti distruttivi».