[06/12/2010] News toscana
FIRENZE. Un accordo che va oltre i confini amministrativi. Questo è l'obiettivo del protocollo d'intesa firmato tra la provincia di Arezzo e l'Ente parco Sasso di Simone e Simoncello attraverso il quale si intende promuovere azioni e interventi di tutela e valorizzazione nella Riserva naturale e nel Parco naturale regionale: «è la formalizzazione di una collaborazione già esistente tra i due Enti e che è andata sviluppandosi nel corso degli anni - ha dichiarato il presidente della provincia di Arezzo, Roberto Vasai- La Riserva naturale del Sasso di Simone è un parco in cui la provincia ha molto lavorato, dal recupero del Rifugio Casa del Re, alla sentieristica e ritengo fondamentale creare azioni di fruibilità condivise così, esprimo sincera soddisfazione da parte dell'amministrazione provinciale per questo accordo che oggi andiamo a sottoscrivere ufficialmente».
In questo territorio di alto valore naturalistico, paesaggio, assetto dei luoghi, storia, cultura e tradizioni, definiscono una grande area omogenea, la cui conservazione e valorizzazione, a prescindere dalle distinzioni amministrative, richiede un'azione il più possibile coordinata. «In questa zona non hanno senso i confini geografici - ha sottolineato l'assessore ai parchi e riserve naturali della provincia, Antonio Perferi - è un patrimonio complessivo, un servizio ai cittadini che può prevedere un percorso di sviluppi ulteriori che potrebbero coinvolgere tre regioni e tre province con ricadute economiche sul territorio interessato».
Il protocollo prevede impegni per le politiche di fruizione, promozione e gestione forestale (ad esempio, programmi e progetti di interesse comune all'area del Sasso di Simone e del Simoncello e alle altre aree di confine), facilita la collaborazione e l'integrazione operativa fra le diverse strutture di servizio (centri visita, centri di Educazione Ambientale, strutture ricettive, etc.), che operano tra le due aree protette, ed interviene nella salvaguardia dei valori antropologici, archeologici, storici e architettonici e delle attività agro-silvo-pastorali e tradizionali. «Il Parco vuole stare al centro di un'area che è il polmone verde nel cuore dell'Appennino. Unire le sensibilità e concordare percorsi virtuosi può essere uno strumento utile a tutti» ha concluso il presidente dell'Ente parco, Carlo Zaia.