[09/12/2010] News

Ancora nucleare per Kyoto trattative serrate a Cancun

Dopo la sfilata dei due cortei, nel centro di Cancun e verso la sede del vertice sul clima di martedì (vedi limk),  è cominciata ieri quella dei capi di Stato e dei ministri sul palco della sala "Ceiba" al Moon Palace Resort. Parallelamente agli interventi, ben 28 al mattino ed altri 38 nel pomeriggio, sono continuate molto serrate le trattative per riuscire a comporre i diversi interessi in gioco. Le bozze dei documenti, aggiornati all' 8 dicembre, per i due gruppi di lavoro (sul trattato di lungo periodo AW-LCA e sul protocollo di Kyoto AW-KP) mantengono ancora molte opzioni aperte, segno dell'indecisione che aleggia a poche ore dalla chiusura dei lavori, rispetto alla definizione di scelte che portino ad un pacchetto "bilanciato" di soluzioni per affrontare il cambiamento climatico.

Nel testo sul Protocollo il nucleare, con tutta la sua insicurezza intrinseca, è una opzione che non è ancora scomparsa e su cui stanno lavorando le parti politiche. L'opzione in gioco cercherebbe di inserire ciò che ruota intorno alla produzione energetica da atomo, nei progetti che consentono alle imprese dei paesi industrializzati e che possiedono vincoli di emissione, di realizzare progetti che mirano alla riduzione delle emissioni di gas clima alteranti nei paesi in via di sviluppo (attraverso il "clean develop mecanism") o tra paesi industrializzati (attraverso il meccanismo "joint implementation") acquisendo crediti per poter ulteriormente emettere. Questa opzione consentirebbe una ammissibilità ai crediti alle attività relative ad impianti nucleari iniziate a partire dal 1 gennaio 2008, nell'ambito dell'attuazione congiunta nel secondo e nei successivi periodi di adempimento del Protocollo, dando mandato all' Organo Sussidiario del Consiglio Scientifico e Tecnologico (SBSTA) di elaborare una bozza di decisione su questi aspetti per l'ottava conferenza delle parti sul Protocollo, al 2012.
Alcune novità positive ci sono nel testo AW-LCA, che ci si augura reggano fino alla conclusione delle negoziazioni, riguardano la definizione dell'aumento di temperatura massimo tollerabile che si attesta a 1.5 °C rispetto all'epoca preindustriale, come richiesto da molte delle nazioni più vulnerabili per quanto riguarda l'innalzamento dei mari. Si è definito poi il limite di concentrazione di anidride carbonica in atmosfera pari a 350 ppm, valore che richiede, per essere raggiuntorichiede ambiziosi target di riduzione delle emissioni, valutato che tale concentrazione si appresta a raggiungere nei prossimi anni le 400 ppm.

Ancora molto incerti invece sia l'architettura per il Fondo economico di sostegno alle azioni di mitigazione e adattamento ed il ruolo che dovrà giocare in questo caso la Banca Mondiale (che molte organizzazioni della società civile vorrebbero vedere fuori dai negoziati) che la questione del (lotta alla deforestazione ed al degrado delle foreste, meccanismo del REDD+, ) perché c'è disaccordo rispetto all'importanza di considerare i diritti delle popolazioni indigene, della diversità biologica, delle conoscenze ancestrali, della diversità biologica.

E oggi pomeriggio interverrà la Ministro dell'Ambiente Prestigiacomo, ascolteremo con attenzione le sue parole consapevoli che l'Italia non può certo giocare un ruolo da protagonista considerate anche le pessime prestazioni sulle politiche climatiche che ci vedono 41esimi su 60 paesi monitorati, come emerso dalla classifica del Germanwatch presentata proprio in occasione della 16/a Conferenza Onu sui cambiamenti climatici.

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