
[09/12/2010] News
BRUXELLES. La nona conferenza annuale dello Science and technology options assessment (Stoa) del Parlamento europeo, che si è tenuta a Bruxelles il 7 dicembre, ha cercato di rispondere alla domanda : «Come le scienze, le tecnologie e l'economia possono vivere senza petrolio?». I partecipanti hanno presentato una serie di opzioni che vanno dai veicoli elettrici equipaggiati con batterie ricaricabili fino alla sostituzione del petrolio col metanolo, «Ma tutti - sottolinea una nota dello Stoa - sono d'accordo nel dire che non c'è una sola risposta e che tutte le soluzioni devono essere esaminate accuratamente».
La vice-presidente dello Stoa, la liberale tedesca Silvana Koch-Mehrin, ha aperto la conferenza sottolineando «I considerevoli vantaggi potenziali che rappresenta l'abbandono dei veicoli convenzionali, a motore a combustione interna, a vantaggio delle auto elettriche che costituiscono oggi una parte trascurabile del mercato europeo». Non è un caso se dei veicoli elettrici sono stati esposti ed erano in prova durante tutto il meeting Stoa davanti al palazzo del Parlamento a Bruxelles.
Il presidente dello Stoa, il democristiano austriaco Paul Rübig, nel suo intervento ha insistito «Sulla necessità di intensificare gli sforzi in vista del miglioramento dell'efficienza energetica e del riesame delle soluzioni che permettano di rimpiazzare i carburanti fossili». Rübig ha anche ricordato «L'importanza dei trasporti eco-efficaci, delle fonti di energia sostenibile e di una rete sociale che privilegi l'etica e favorisca la cooperazione tra i cittadini».
Il presidente della commissione mercato interno dell'europarlamento, l'euro-scettico britannico Malcolm Harbour, del gruppo European conservatives and reformists, ha annunciato «Uno studio approfondito sull'utilizzo dei carburanti fossili e sulle possibili alternative prevedibili negli Stati membri. Gli Stati membri devono scambiarsi le informazioni sulle buone pratiche in questo settore, ma anche sostenere di più le nuove tecnologie e le imprese attraverso gli appalti pubblici».
Perché quando sentiamo cosa dicono sull'energia e i combustibili fossili gli esponenti del centro-destra europeo, come la Koch-Mehrin, Rübig ed Harbour, ci sembrano infinitamente più avanzati e consapevoli del nostro centro-destra... e spesso anche del nostro centro-sinistra?
Ma i protagonisti della nona conferenza Stoa sono stati esperti, imprenditori e scienziati. Shai Agassi, direttore generale di Better Place, che dal 2011 gestirà le reti di ricarica e le stazioni di scambio delle batterie in Israele e Danimarca è convinto che «L'Europa adotterà l'auto elettrica in meno di 10 anni, dato che il prezzo del carburante è in aumento permanente e che ogni nuova generazione di batterie è meno onerosa e più efficiente della precedente. I consumatori opteranno per l'auto elettrica quando offrirà loro le stesse convenienze, ma anche quando il suo prezzo di acquisto sarà equivalente a quello di un'auto convenzionale di tre anni e anche se il costo al chilometro sarà lo stesso. Le problematica della bassa autonomia dei veicoli elettrici troverà la sua soluzione con la realizzazione di networks di punti di ricarica/scambio. Il prezzo dell'attuazione di una tale rete a livello di un Paese o di un continente equivale solamente alle spese in carburante per 6 giorni». Agassi ha anche invitato i parlamentari europei ad accelerare immediatamente la transizione verso l'auto elettrica, «Perché la Cina appare già nello specchietto retrovisore, pronta a sorpassare, grazie ad una centralizzazione delle prese di decisioni e ad importanti economie di scala».
Il Premio Nobel per la chimica del 1995, Paul Crutzen, del Max Planck Institute, ha fatto la lista delle conseguenze dello sviluppo umano nel XX secolo : «La popolazione mondiale si è moltiplicata per 4, le zone urbane per 10, la produzione industriale per 40 e il consumo di energia per 16. Per questo, le emissioni di SO2 dovute al fattore umano sono due volte più elevate delle emissioni naturali, mentre le emissioni di gas serra sono ugualmente fortemente aumentate: il 40% per la CO2 e più del 100% per il metano. Con la rivoluzione industriale la specie umana è entrata in una nuova epoca geologica: l'antropocene e le nostre azioni colpiscono il clima in maniera chiara e deliberata. Dovremmo ridurre le nostre emissioni di CO2 del 40% e le nostre emissioni di ossidi di azoto dal 70 all'80%, risparmiando l'energia e ricorrendo maggiormente alle fonti di energia rinnovabili».
Crutzen ha anche risposto ad una domanda sulla possibilità di far calare la temperatura terrestre grazie alla geo-ingegneria attraverso lo spargimento di zolfo, e ha detto che «Non è ancora assolutamente necessario, ma questa opzione dovrebbe essere esplorata come una questione urgente».
Un altro Premio Nobel per la chimica, George Oláh, che lo ha ricevuto nel 1994, è intervenuto in videoconferenza dall'università della Southern California sul tema della "economia del metanolo", come possibile alternativa alla dipendenza dal petrolio, dal gas e dal carbone. «La combustione di questi idrocarburi produce una certa quantità di CO2 che dovrebbe essere catturata ed utilizzata per trasformare il metano in metanolo, carburante ad utilizzi multipli, capace di rimpiazzare la benzina e il diesel - ha spiegato Oláh - La produzione industriale di metanolo a partire dagli idrocarburi è fortemente consumatrice di energia, ma alcuni Paesi, come la Cina, l'India e l'Indonesia, optano per questa soluzione perché dispongono di importanti riserve di carbone. Attualmente la produzione di metanolo della Cina supera quella dell'insieme del pianeta nel 2008 ed ha intenzione di costruire 100 nuovi siti».
Oláh ha raccomandato ai dirigenti europei di «Migliorare l'utilizzo delle fonti di energia geotermica e di elettricità al di fuori delle ore di punta per il funzionamento delle unità di produzione di metanolo, sull'esempio del sito sperimentale entrato in servizio in Islanda l'anno scorso».