[09/12/2010] News
LIVORNO. I "minerali della guerra" estratti illegalmente nella parte orientale del Congo e nella regione dei Grandi laghi finanziano l'infinita guerra civile transfrontaliera. Per ricavare oro, cobalto e coltan, un minerale essenziale per costruire i telefonini, criminali sfruttano donne e bambini, calpestando ogni diritto fondamentale». L'ennesima denuncia viene dagli esperti locali che hanno partecipato dal 2 al 5 dicembre all'assemblea parlamentare Ue-Acp a Kinshasa, la capitale della Repubblica democratica del Congo (Rdc). L'assemblea parlamentare congiunta tra Unione europea e paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico si occupa prevalentemente di promuovere diritti umani, democrazia e valori comuni e ha fatto il punto sugli Obiettivi di sviluppo del millennio, la sicurezza alimentare e la sul problema della mortalità durante il parto, sulla situazione in Congo e su quella dell'area saharo-saheliana, travolta da terrorismo e da traffico di droga, uomini e armi.
Louis Michel, eurodeputato liberale belga, co-presidente dell'assemblea ed ex-commissario Ue allo sviluppo, ha fatto appello all'Unione europea, perché «Segua l'esempio degli Usa e faccia passare una legge che renda illegale l'acquisto dei "minerali insanguinati". E' una questione di fondamentale importanza per la Repubblica democratica del Congo. Ma le grandi aziende europee hanno già levato gli scudi contro la proposta, che le obbligherebbe a dichiarare le somme pagate al governo congolese per il diritto di sfruttare le miniere, il petrolio e il gas. E anche a far sapere se utilizzano minerali provenienti dalle zone di conflitto. Parallelamente, servono azioni da parte del governo congolese, per il controllo dei giacimenti e per passare a una seconda fase dello sviluppo di questo Paese».
Il ministro alle miniere della Rdc, Christophe Kaninio, ha detto che «E' necessario che i paesi africani si impegnino a rispettare il processo di Kimberley, un'iniziativa che coinvolge le imprese e i governi di 75 paesi e mira a eliminare il traffico dei "minerali maledetti'", imponendo requisiti stringenti di certificazione e tracciabilità».
Ma non ci sono solo i minerali insanguinati (coltan, oro, cobalto, ecc.) dalla terza guerra mondiale africana per le risorse della nuova economia dei consumi elettronici: i parlamentari europei hanno denunciato anche lo sfruttamento delle miniere di uranio in Katanga, «Che in teoria dovrebbero essere chiuse, ma in realtà vengono estratte illegalmente per il contrabbando di uranio con Iran e Nord Corea, che lo usano per fini nucleari». Il socialdemocratico tedesco Norbert Neuser ha sottolineato che «Non è solo il governo congolese, ma la comunità internazionale che deve occuparsi di controllare l'uranio».
Nonostante le sue ricchezze naturali, la Rdc è uno dei paesi più poveri del mondo, in Africa seconda solo allo Zimbawe dissanguato dal regime di Robert Mugabe e da una siccità devastante.
Un rapporto dell'Onu del 21 novembre afferma che l'esercito congolese è coinvolto nell'estrazione e contrabbando illegale di oro e altri minerali nel Kivu, e che i proventi sono usati nella guerriglia con i ribelli. Gli stupri di massa, l'uccisione di giornalisti e attivisti dei diritti umani, continuano ad essere la normalità nell'est del paese, nonostante il processo di riforme avviato 5 anni fa. Solo poche settimane fa il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha esteso fino a novembre 2011 le sanzioni, che includono un embargo sulle armi, il divieto di viaggiare e il congelamento delle proprietà dei gruppi ribelli e delle persone coinvolte nel traffico di minerali, ma la verde belga Isabelle Durant, ha denunciato: «Il saccheggio delle risorse naturali resta impunito. Le miniere del Kivu continuano ad essere sfruttate illegalmente, nonostante il divieto del presidente Kabila di settembre. Secondo l'ultimo rapporto dell'Onu sono direttamente coinvolti alti militari dell'esercito congolese».
I deputati Ue a Kinshasa hanno adottato una risoluzione scritta dalla verde francese Eva Joly, presidente della commissione sviluppo dell'europarlamento, che sottolinea che «Il commercio deve essere uno strumento di sviluppo e per esortare l'assemblea a monitorare da vicino le trattative in corso tra Ue e paesi Acp per un accordo di partnership economica e si augura «L'apertura reciproca dei mercati» e insiste sulla «Necessità di esplorare nuove modalità innovative di finanziamento allo sviluppo come per esempio una tassa internazionale sulle transazioni finanziarie». La risoluzione ha ripreso anche la richiesta avanzata da molto tempo dal Parlamento europeo perché il Fondo europeo per lo sviluppo sia incorporato nel bilancio Ue, in modo da garantire un controllo democratico.
A ottobre, una risoluzione del Parlamento europeo aveva condannato «L'impunità vigente, per cui gli autori dei crimini restano in libertà» e messo in evidenza il ruolo passivo delle truppe Onu: «Il 55% degli stupri al mondo avvengono nel Congo orientale. Un problema di questa scala, che cosa sta facendo l'Onu per risolverlo? Non c'è volontà di combatterlo. La cultura dell'impunità deve finire, e per sempre!», ha detto il popolare polacco Filip Kaczmarek.
Secondo la socialista belga Veronique De Keyser, «Il genocidio sessuale continua a bassa voce...perché non abbiamo più parole. Tutti gli strumenti: testi legislativi, progetti di riforma delle forze armate, missioni internazionali, sostegno finanziario e mobilizzazione della comunità internazionale, c'è tutto. Eppure l'impunità continua». E il rappresentante del Consiglio europeo allora aveva confermato: «Se c'è un problema generale, è in effetti l'impunità. Non sono solo i ribelli a commettere crimini. Dal lato delle forze dell'ordine, abbiamo potuto constatare comportamenti altrettanto condannabili».
Secondo il conservatore britannico Charles Tannock «Le violazioni dei diritti umani, che sono sciaguratamente troppo comuni, sono spesso legate alla competizione per il controllo delle risorse minerarie. Il processo Kimberley ha funzionato bene per ridurre il traffico dei diamanti insanguinati. Dovrebbe essere esteso a altre materie prime».
Cosa stia succedendo e perché lo aveva spiegato in poche parole il liberale olandese Bastiaan Belder: «I crimini avvengono nelle zone più ricche di risorse. Il potenziale valore delle miniere del Paese è di 24 miliardi di euro».