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[14/12/2010] News
LIVORNO. Ancora una falsa soluzione a un falso problema, per un voto e un paio di astenuti, è stata trovata stamani in un'aula di Montecitorio quasi rassegnata alla compravendita parlamentare che non è né scandalo né truffa, ma è semplicemente Italia, paese dei rinvii e delle deroghe. E dell'abbozzo.
Intanto i veri problemi si sono riversati a Roma oggi, fuori dai palazzi e nelle piazze. Migliaia di persone a Roma hanno manifestando «contro chiunque tenti di scaricare i costi di un'ipotetica ripresa sui più deboli, distruggendo relazioni, risorse, lavoro, ambiente e futuro» per usare le parole di Loris Campetti sul manifesto di oggi. Ci sono gli studenti, alle prese con una battaglia vinta (per ora, grazie a un rinvio sine die della discussione alla Camera) contro la riforma Gelmini ma impegnati da decenni nella guerra per avere una scuola e un'università dove davvero il merito e la ricerca siano il faro che conduce a una dignità educativa europea. Ci sono i metalmeccanici impegnati a difendere conquiste faticose che oggi la globalizzazione vestita di pullover e di accenti italo canadesi prova sgretolare infiltrandosi nelle debolezze sindacali e persino confindustriali. Ci sono le carriole dei detriti mai rimossi dall'Aquila mai ricostruita se non a parole e ci saranno e le carriole dei rifiuti mai gestiti dallo stato e affidati alla camorra. C'è un popolo non solo viola e ci sono gli operai cassaintegrati dal Veneto alla Sicilia. Tutti Uniti contro la crisi. Che in Italia non è crisi ‘solo' ecologica, economica e sociale come nel resto dei paesi sviluppati. Ma è prima di tutto la crisi culturale di un sistema paese dove la politica ha abdicato il suo ruolo di scegliere e di decidere - magari sbagliando - quello che si ritiene sia un bene per i cittadini: di governare.
Anzi, si è fatto di tutto e con questo governo sembra diventata la regola, per far sì che anche solo il controllo da parte della politica venga omesso: i controllori sono le imprese multinazionali che controllano sé stesse e che impediscono che possa avvenire quella riconversione dell'economia (del mercato dei flussi di energia e del mercato dei flussi di materia) che consentirebbe di cancellare il sistema che ha generato le crisi.
L'esempio banalissimo e attualissimo è il fatto che ci sia voluta una trasmissione televisiva perché il governo fosse costretto a varare un piano contro le frodi sulla CO2, perché era stato fatto passare sotto silenzio e nel "freddo" dei 20 giorni di camere congelate in attesa della fiducia, anche il fatto che il Gme, gestore del mercato elettrico, avesse comunicato la sospensione «dell'operatività del mercato delle unità di emissioni dei gas a effetto serra in considerazione degli andamenti anomali delle negoziazioni rilevate nelle ultime sessioni di mercato e, in particolare, di presunti comportamenti irregolari e illeciti, già segnalati al ministero dello Sviluppo economico, al ministero dell'Economia e alle autorità di controllo».
Che non è solo uno scandalo e una truffa in sé: la cosa più grave è che questa truffa era già stata messa in atto, poi scoperta e poi corretta a livello legislativo da altri paesi europei. Fingendo di non vederlo e dimostrando di non avere una veduta lunga si è semplicemente prestato il fianco all'illegalità, favorendo pochi e sfavorendo molti, salvo poi fingere nuovamente stupore e pugno duro per rimettere le cose a posto, dopo, e di solito soltanto a parole. Ecco perché servirebbe un governo che governi davvero, per i beni comuni e non per qualche individuo.