[14/12/2010] News

Corte dei conti europea: i fondi Ue per l’acqua potabile non sono utilizzati bene

BRUXELLES. Secondo una relazione speciale pubblicata oggi dalla Corte dei conti europea, «Sebbene la spesa per gli interventi strutturali abbia contribuito a migliorare l'approvvigionamento idrico per consumo domestico, si sarebbero potuti conseguire migliori risultati a un costo minore per il bilancio dell'Ue».

La Corte ha valutato se la spesa sostenuta dall'Ue per l'approvvigionamento idrico sia utilizzata in modo ottimale ed ha concentrato la sua attenzione «Sulle infrastrutture adibite esclusivamente all'approvvigionamento idrico domestico cofinanziate dal Fondo di coesione e dal Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e completate nel corso del periodo di programmazione 2000-2006 in Spagna, Grecia, Portogallo e Italia, principali beneficiari dei finanziamenti erogati in questo settore».

Secondo la Corte dei Conie europea «Analisi più accurate avrebbero tuttavia consentito di costruire infrastrutture con capacità più ridotta e di prendere in considerazione soluzioni alternative. In quasi tutti i casi controllati, le previsioni relative ai fabbisogni non hanno tenuto conto della tendenza alla diminuzione del consumo idrico pro capite e, in alcuni casi, non hanno considerato tutte le risorse già disponibili. In generale, le analisi delle possibili soluzioni si limitavano ad azioni sul fronte dell'offerta (costruzione di infrastrutture per sfruttare nuove fonti d'acqua), riservando scarsa considerazione ad altre soluzioni, quali la riduzione delle perdite idriche o il ricorso a risorse più accessibili».

La relazione speciale evidenzia che «Sono stati conseguiti miglioramenti misurabili in termini di aumento del volume d'acqua disponibile, espansione della copertura della rete pubblica, miglioramento della qualità dell'acqua, potenziamento della resa della rete e della continuità del servizio nelle aree considerate. Alcuni progetti non erano però operativi a causa della mancanza di infrastrutture complementari. In diversi progetti si sono registrati ritardi e superamenti dei costi che avrebbero potuto, almeno in una certa misura, essere evitati. Da una valutazione condotta in base ai due principali parametri di efficienza (tasso di utilizzo della capacità e acqua non fatturata) è emerso che il funzionamento di diversi progetti era caratterizzato da scarsa efficienza. Il processo di determinazione dell'ammontare delle sovvenzioni ha evidenziato significative debolezze e non è stata effettuata alcuna valutazione, da parte della Commissione europea e degli Stati membri, delle possibilità di recupero dei costi presso gli utenti».

Per questo la Corte raccomanda agli Stati membri di «Migliorare le previsioni relative ai futuri fabbisogni utilizzando dati recenti e precisi e di ampliare l'inventario di tutte le risorse idriche disponibili». Invece la Commissione europea «Dovrebbe incoraggiare gli Stati membri ad attuare un'efficiente gestione delle risorse idriche e garantire un'adeguata applicazione del principio del recupero dei costi, affinché i fondi dell'Ue siano utilizzati in maniera più efficiente».

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