[14/12/2010] News
FIRENZE. Pendolaria, il dossier di Legambiente che fotografa la situazione del trasporto ferroviario regionale e metropolitano in Italia, è arrivato alla quinta edizione. Con il rapporto 2010 (presentato oggi a Milano) l'associazione ambientalista lancia un vero e proprio grido di allarme: il 2011 sarà l'anno nero del trasporto ferroviario in Italia dato che verranno tagliati probabilmente 154 treni a lunga percorrenza (su 600), mentre, per quanto riguarda il servizio ferroviario pendolare, mancano 800 milioni di Euro rispetto al 2010, ossia il 45 % delle risorse necessarie per garantire un servizio efficiente, quindi molti treni saranno "tagliati".
«Questo Governo ha fatto scelte sbagliate e irresponsabili sul trasporto pendolare - ha sottolineato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza - Non solo ha cancellato i 1.215 milioni di Euro dei trasferimenti alle Regioni per il fondo del servizio ferroviario, ma ha anche soppresso la norma contenuta nella Finanziaria 2008, che consentiva alle Regioni di trattenere una quota dell'accisa sul gasolio per il servizio ferroviario locale a partire dal 2011. Così si apre, di fatto, una stagione gravissima per il settore mentre i finanziamenti per gli autotrasporti e le autostrade, nonostante la tanto ostentata crisi economica, non sono mancati nemmeno in questa Finanziaria. Eppure, in un periodo difficile per tante famiglie, la possibilità di utilizzare mezzi collettivi rappresenterebbe un modo per ridurre i costi di spostamento oltre che un miglioramento significativo della qualità della vita nelle città congestionate» ha concluso il presidente di Legambiente.
La linea del governo in tema di mobilità è resa evidente dai numeri che sono stati "snocciolati" dall'associazione ambientalista: il ministero delle Infrastrutture ha ottenuto 400 milioni per l'autotrasporto e 1.230 milioni di Euro per nuove strade e autostrade, tra Legge Obiettivo e Expo di Milano, nonostante il trasporto su gomma sia responsabile di oltre il 20% delle emissioni di CO2 prodotte nel nostro Paese. Sull'autotrasporto, dal 2000 ad oggi, sono piovuti 4 miliardi di Euro, mentre per quanto riguarda strade e autostrade, attraverso la Legge Obiettivo, sono stati finanziati complessivamente interventi dal 2002 ad oggi per oltre 35 miliardi di Euro. Non arrivando risorse alle linee ferroviarie, l'Italia si ritrova un servizio pendolare tra i più arretrati in Europa.
«Eppure, un altro scenario per i pendolari italiani è possibile - ha aggiunto Edoardo Zanchini, responsabile Trasporti Legambiente - Il tema del trasporto pendolare deve però entrare nell'agenda delle politiche nazionali. Occorre puntare a far crescere il trasporto ferroviario pendolare in modo da arrivare a 5 milioni di cittadini trasportati nel 2020, con una conseguente e significativa riduzione delle emissioni di CO2 prodotte dal settore trasporti nei prossimi anni. Bisogna anche gestire con attenzione il delicatissimo passaggio della liberalizzazione del servizio di trasporto su ferro rispetto al quale il Governo è assente e crescono i conflitti. Perché ai pendolari non interessa chi sia a gestire il servizio, l'importante è che ci siano più treni e investimenti per nuove carrozze, che siano rispettati gli orari e si possa contare su un unico abbonamento o biglietto. Insomma, occorre adeguare il servizio agli standard di qualsiasi città europea». Purtroppo anche le Regioni, come riportato nel dossier, continuano a privilegiare la strada a danno della ferrovia, sia in termini di spesa per le infrastrutture che per le risorse assegnate al servizio ferroviario pendolare. Nell'ultimo anno soltanto la provincia Autonoma di Bolzano è riuscita ad investire più dell'1% per i pendolari. La Toscana, citata tra gli esempi positivi poiché con più continuità e successo sta investendo nel servizio ferroviario pendolare, arriva allo 0,56% del bilancio. Nel 2010 sono stati stanziati 41,4 milioni di Euro per servizi aggiuntivi e 8,6 milioni per l'acquisto di materiale rotabile che verranno destinati per nuovi treni a doppio piano in continuità con le risorse stanziate negli ultimi dieci anni. In Campania, gli investimenti per le infrastrutture, il miglioramento del servizio e l'abbonamento unico hanno permesso di raggiungere risultati significativi: tra il 2000 e il 2010, i viaggiatori al giorno sui treni sono cresciuti del 57%, con punte vicine al 75% di crescita nell'area metropolitana di Napoli. Tra le regione meno attente al trasporto ferroviario il Veneto, l'Umbria, la Sicilia, la Liguria e il Piemonte che destinano poco o nulla al trasporto su ferro.
Per rilanciare il trasporto pendolare Legambiente propone tra l'altro di istituire un fondo nazionale per il trasporto locale finanziato con i proventi di parte dell'accisa sui carburanti, con cui ad esempio fornire nuovi treni per i pendolari dato che l'affollamento dei convogli è sempre più spesso causa dei ritardi. Occorre poi spostare nei nodi urbani la voce maggioritaria della spesa per infrastrutture. Almeno il 50% della spesa nazionale per le opere pubbliche deve andare alla realizzazione di nuove linee di metropolitane e del servizio ferroviario pendolare, di tram. L'associazione ambientalista propone poi di legare le politiche dei trasporti e urbanistiche nelle aree urbane.