[16/12/2010] News

L'Enea chiede al governo decisioni sul nucleare a partire dal deposito delle scorie

FIRENZE. L'ex ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola all'inizio del 2009 aveva dichiarato che entro il 2013 sarebbe stata posta la prima pietra di una nuova centrale nucleare in Italia. Molte vicende sono trascorse da quel periodo e dal punto di vista politico sembrano passate ere geologiche.

Per quanto riguarda il ritorno al nucleare intanto il commissario dell'Enea, Giovanni Lelli, prevede un allungamento della tabella di marcia. Il commissario considera realistica la posa della prima pietra di un impianto nucleare in Italia non prima del 2015, con un avvio della produzione di energia dal 2020 o anche oltre. E questo se tutto va bene, cioè se non ci sono cambi di rotta a livello politico ad esempio. Poi ci sono i problemi legati all'accettazione da parte dei cittadini degli impianti sui territori. Per questo l'Enea chiede al governo un cambio di marcia, a partire dalla decisione sul deposito per le scorie nucleari. «Un paese moderno deve avere un deposito per le scorie nucleari, che è la prima cosa che deve essere decisa quando si parla di energia nucleare- ha dichiarato  il commissario dell'Enea durante un briefing sull'atomo in Italia organizzato da Foratom, che rappresenta circa 800 aziende del settore, a Bruxelles - Diamo per scontato che il deposito debba avere la priorità e quindi sia la prima cosa ad essere decisa. Per individuare l'area dove collocare il deposito di superficie delle scorie nucleari, ma anche i siti degli otto impianti da 1.650 MW programmati dal governo, però dobbiamo convincere la popolazione dicendo tutta la verità» ha aggiunto Lelli.

E la verità va detta anche sui costi del nucleare. Secondo il commissario Enea, il costo fra i 6 e gli 8 miliardi di euro a impianto per ora rimane solo una stima, perché «il prezzo finale ora non si può sapere, variando a seconda del mercato, del tipo di impianto, del sito scelto e di altri fattori». L'Enea aspetta quindi dal ministro Romani il varo della "strategia nucleare italiana", condizioni politiche permettendo.

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