[17/12/2010] News toscana

Parchi, vincoli, sparpagliati e spesso dimenticati

PISA. Fausto Giovanelli presidente del parco dell'Appennino Tosco-Emiliano  ha fatto bene a ricordare che non è indifferente che il parco del Delta del Po sia gestito unitariamente dalle due regioni interessate o resti come ora affidato a due gestioni separate e disomogenee. D'altronde se fu pensato al tempo della legge quadro come un unico parco qualche ragione deve pur esserci ed è data appunto dalla unitarietà ambientale che conferma peraltro come i confini amministrativi -in questo caso quelli delle due regioni- nelle   scelte di gestione territoriale dell' ambiente devono lasciare il passo ad una pianificazione su scala diversa.

D'altra parte se esistono parchi come quello dell'Appennino Tosco-Emiliano e delle Foreste Casentinesi entrambi interregionali qualche ragione pure ci sarà. E qui non c'entra assolutamente nulla - come annota correttamente Giovanelli - la ‘statalità' perché i parchi nazionali non sono ‘statali' come conferma la composizione ‘mista' degli enti di gestione. A rendere quanto mai attuale questa questione è anche la vicenda dello Stelvio che presenta naturalmente tutt'altri profili anche storici ma che pone anch'essa un delicato problema di gestione ‘unitaria' di un ambiente sicuramente omogeneo. E qui bisogna essere molto chiari nel riaffermare che questa connotazione non viene in alcun modo meno perché Trento e Bolzano sono province autonome ‘speciali' e la Lombardia invece non lo è.

L'affidamento della gestione di questo parco storico - unico caso - ad un consorzio a tre anziché ad un ente misto come per tutti gli altri parchi nazionali è dovuto a queste peculiarità non ambientali ma politiche, istituzionali e culturali. Che ognuno si riprenda ora i suoi ciottolini, magari per ragioni  poco nobili stando almeno alle cronache, non è davvero una bella mossa. E lo è ancor  meno nel momento in cui si dovrebbero rimettere a punto politiche nazionali per i parchi e le aree protette che nelle Alpi come nell'Appennino dovrebbero trovare quelle dimensioni e scale territoriali  aggreganti e non certo nuove frammentazioni.

Sono questi i temi insieme a molti altri inclusi quelli dei tagli finanziari con i quali  in questi giorni i parchi italiani riuniti nell'assemblea di Federaparchi a Milano dovranno misurarsi. Dovranno farlo in un clima che al pari di quello metereologico è brutto e non volge purtroppo al meglio. Una ragione in più per parlare chiaro e forte a chi è piuttosto duro d'orecchi.

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