[20/12/2010] News
GROSSETO. Natale è alle porte e nonostante la crisi che presuppone un calo dei consumi, sarà difficile ipotizzare di non far trovare sotto l’albero- almeno ai bambini- i tanto attesi doni.
Un appuntamento però anche con grandi quantità di imballaggi, scatole e carte per le confezioni che si ripete ogni anno. Il dato positivo è che per quanto riguarda carta e cartoni il nostro paese può vantare un ruolo di primo piano nel panorama del riciclo.
«L’Italia rimane un Paese leader a livello mondiale per il riciclo della carta da macero - ci ha detto, infatti, Enzo Scalia, amministratore delegato di Interseroh Italia, una società che opera nella commercializzazione di materie prime secondarie, in particolare di carta da macero – ed esportatrice su scala europea e a volte anche mondiale di imballaggi in carta e cartone».
Un settore quindi importante per l’economia?
«La carta è un materiale primario per gli imballaggi e un fortissimo indicatore di sviluppo. Tra le molteplici materie prime, il macero è stato l’ultimo a crollare nei prezzi e il primo a risalire. E questo è valso anche per i materiali da riciclo che stanno divenendo sempre più commodities a livello internazionale. E tutte le cartiere italiane, nei diversi settori, hanno beneficiato di questa ripresa».
La crisi economica non è però ancora passata, e ha influito anche sulla produzione dei rifiuti determinandone una flessione, è vero anche per i rifiuti in carta?
«La flessione dei consumi nei Paesi occidentali è reale e la si può misurare facilmente dal generale calo dei rifiuti prodotti: le raccolte differenziate, pur potenziate, hanno diminuito la loro disponibilità di materiale. Tale flessione, anche per i maceri, si può stimare nell’ordine di un 15% in meno. Tale fattore, insieme ad altri, ha determinato una dinamica dei prezzi delle materie prime secondarie al rialzo. L’altro elemento è un aumento della capacità produttiva a livello europeo, in particolare in Germania, Ungheria, Spagna e Svizzera dove sono state lanciate nuove produzioni di imballaggi e carta in generale, che hanno determinato una maggiore richiesta di approvvigionamento dei maceri.»
Quindi i rifiuti di carta sono diventati un bene prezioso, una risorsa vera e propria?
«Mai come oggi e per i prossimi anni i Comuni italiani hanno lungo le loro strade delle vere e proprie miniere da sfruttare. Finalmente si potrebbe applicare il tanto usato motto “da rifiuto a risorsa”, semplicemente scoprendo i filoni d’oro nascosti nelle miniere metropolitane».
Ma i comuni lo sanno?
«Purtroppo, in modo piuttosto diffuso la maggior parte di loro rimangono poco consapevoli di tale opportunità. I problemi delle Pubbliche Amministrazioni sono di altra natura e risulta troppo faticoso per loro star dietro a dinamiche di mercato complesse e a breve ciclo. Come per molti altri settori la specializzazione su questo mercato nasce da un’ osservazione quotidiana del mercato e da un network evoluto di informazioni. Inoltre, il sistema dei consorzi di filiera e dell’Accordo Quadro Anci Conai, basato sull’erogazione di corrispettivi a fronte dei servizi di raccolta, ha allontanato ulteriormente i comuni dalle logiche di mercato delle materie prime secondarie. Pertanto, i comuni continuano a guardare le campane e i cassonetti come un problema da risolvere e non come un valore da estrarre.»
Ma i comuni, se vogliono, possono sganciarsi dal sistema delle convenzioni con i consorzi di filiera?
«Assolutamente sì. Anzi, i consorzi dei materiali - che hanno un valore - incentivano e premiano le uscite dei comuni, garantendosi successivamente un notevole risparmio sul contributo ambientale Conai, che si riverbera a vantaggio del materiale e degli stessi consumatori.»
Come possono quindi i convenzionati Comieco esercitare questa interessante opzione?
«Entro la fine di dicembre 2010, è sufficiente che il convenzionato comunichi a Comieco l’intenzione di mantenere solo la raccolta selettiva (cioè quella dei soli imballaggi) e di provvedere autonomamente ad avviare a riciclo la raccolta congiunta. Oppure esercitando l’opzione 1, che prevede una selezione a valle degli imballaggi dal flusso della congiunta. A fronte di questa comunicazione, il convenzionato potrà cominciare a collocare a libero mercato il materiale a partire dall’aprile 2011 fino all’aprile 2012. Tale meccanismo, incentivato dalla convenzione Comieco, permette al convenzionato di confrontare in maniera diretta la profittabilità che deriva dal libero mercato.»
Resta il fatto che il convenzionato deve scegliere con oculatezza un operatore di settore cui affidarsi
«Certamente. Suggerisco sempre di tenere conto di esperienza, network internazionale, capacità finanziaria e operativa. Sono caratteristiche che fortunatamente si possono trovare in diversi operatori e non si corre alcun rischio di monopolio.»
E la convenzione a differenza che con Comieco quanto frutterebbe?
« Basta pensare che un bacino di circa 350mila abitanti che fa una buona raccolta differenziata supera le 10mila tonnellate l’anno di carta e cartone. Ai valori attuali, il libero mercato potrebbe generare ricavi superiori a 1 milione di euro. Il differenziale con i corrispettivi Comieco potrebbe superare i 400mila Euro. E’ una grande opportunità, specialmente in questo periodo che i comuni hanno a che fare con politiche di bilancio assai rigorose».
Effettivamente non male. Ma quanti sono i comuni che hanno scelto di lasciare la convenzione?
«In Italia noi abbiamo rapporti con le aziende che gestiscono il servizio per i comuni in Toscana, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte. E stiamo lavorando con la speranza di chiudere accordi anche al Sud, con realtà della Campania e della Puglia»
La carta che ritirate dalle Aziende con cui avete gli accordi che fine fa?
«La carta che proviene dalle raccolte differenziate è destinata quasi esclusivamente a cartiere italiane dove in questo momento vi è molta richiesta. Questo è il valore aggiunto che può dare una realtà come la nostra: il fatto che può trovare il miglior partner esistente sul mercato per avviare a riciclo la carta proveniente dalle raccolte differenziate.
Mi piace promuovere questo come un esempio virtuoso in cui ambiente, interessi del pubblico e interessi del privato possono trovare una completa sintesi con benefici per tutti.»