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[20/12/2010] News toscana
FIRENZE. La provincia di Grosseto ha un nuovo Piano ittico per la pesca in acque interne. Il Consiglio provinciale ha adottato all'unanimità il Piano e la relativa Vasi (Valutazione ambientale strategica integrata), strumenti fondamentali per garantire la gestione sostenibile della risorsa itticofaunistica.
«Abbiamo elaborato un Piano che dà risposte a tutti gli attori locali. Tra quelli proposti dalle province Toscane, credo di poter affermare che è uno dei Piani più equilibrati e completi, dal momento che abbiamo pensato tanto alla salvaguardia del patrimonio ittico autoctono, mettendo limiti più restrittivi rispetto alla legge regionale, quanto alla fruizione dei fiumi - ha tenuto a sottolineare Leonardo Marras (Nella foto), presidente della provincia Di Grosseto, con delega a Caccia e Pesca - Abbiamo tenuto conto delle esigenze della pesca sportiva, occupandoci di regolamentare i ripopolamenti, i criteri per l'istituzione di zone a regolamento specifico, l'attività delle gare e abbiamo tenuto conto dell'attività dei pescatori professionali che chiedono sempre più spesso licenze per la pesca professionale in acque interne, sfruttando questa alternativa, soprattutto nel periodo invernale, quando le condizioni meteorologiche rendono il mare inaccessibile. La gestione della risorsa ittica ha un valore non solo ecologico e naturalistico ma anche economico e sociale, è perciò importante fornire uno strumento che consenta un utilizzo sostenibile e preservi la fruizione futura. Ed è per questa ragione- ha continuato Marras- che molte delle risorse destinate alla pesca in acque interne sono state, negli ultimi anni, indirizzate alla realizzazione e alla gestione di incubatoi di valle per l'ottenimento di materiale ittico autoctono da immettere nei fiumi, in modo da conservare l'ecosistema acquatico».
Il Piano si occupa di classificare i corpi idrici, regola le attività di pesca professionale e dilettantistica, stabilisce i limiti di cattura e di prelievo, fornisce gli indirizzi generali di ripopolamento e definisce le aree dove è ammessa la pesca sportiva e professionale. Ma la provincia a piano approvato intende promuovere altre proposte che coniughino attività di pesca, tutela dell'ambiente con vantaggi anche per l'offerta turistica locale. Marras ha spiegato poi i ritardi per l'adozione del Piano. «I tempi di realizzazione del Piano sono stati piuttosto lunghi rispetto a quelli indicati dalla Legge regionale numero 7/2005, perché essendo il primo Piano ittico del territorio provinciale, non c'era niente di strutturato, quindi il gruppo di lavoro ha dovuto effettuare una complesso percorso di ricognizione e raccolta dati attraverso monitoraggi stagionali, con il contributo di Arpat, Consorzio di Bonifica, Università di Bologna e Parma, e delle associazioni di pesca professionale e dilettantistica. I contenuti del Piano sono il risultato di un costante confronto con il mondo scientifico e con i fruitori della risorsa ittica che conoscono bene il territorio e forniscono quindi consigli utili. In tutto sono pervenute 22-23 osservazioni e di queste ne abbiamo accolte circa l'80%, predisponendo uno strumento che sarà un'ottima base per la gestione futura della risorsa ittica» ha concluso il presidente della provincia.
Ora dalla pubblicazione del Piano sul Burt ci sono 60 giorni di tempo per presentare osservazioni o fornire nuovi elementi conoscitivi prima che la documentazione torni di nuovo in Consiglio per l'approvazione definitiva.