
[22/12/2010] News
LIVORNO. E' stato posto sotto sequestro preventivo dai carabinieri il parco eolico WF Serre, a Girifalco (Cz - nella foto), in Calabria. Il parco da 30 MW è stato realizzato dalla società Brulli Energia di Reggio Emilia. L'amministratore delegato della società, il direttore dei lavori e l'ex responsabile dell'area tecnica del Comune di Girifalco, sono indagati nell'inchiesta della procura di Catanzaro che ha portato al sequestro. Le accuse sono pesanti: una serie di violazioni in materia urbanistica, infatti, alcune delle 12 torri non potevano essere installate sui terreni dove invece si trovano. Alcune della pale del parco, infatti, sono state costruite in zona sismica, a meno di 500 metri dalle abitazioni e vicino ad un altro parco eolico in un comune confinante.
Un sequestro che trova d'accordo anche Legambiente, l'associazione ambientalista che, insieme a Greenpeace, è più favorevole all'energia prodotta con il vento: «L'eolico per l'Italia è una grande opportunità e si sta dimostrando tra le fonti alternative più valide per lo sviluppo energetico del Paese e per affrancarci dalla dipendenza dalle fonti fossili ma deve essere ben fatto, secondo criteri rigorosi, nel pieno rispetto delle regole urbanistiche - sottolinea il Cigno Verde - Non siamo favorevoli a qualunque tipo d'impianto, in qualunque zona e per questo ci auguriamo che le linee guida nazionali che le Regioni stanno acquisendo in questi giorni, forniscano le regole per la corretta integrazione delle fonti pulite nei territori. Bene ha fatto dunque la Magistratura a bloccare un impianto fuorilegge. Queste azioni, in una regione come la Calabria esposta a forti rischi d'infiltrazione mafiosa, acquistano un significato particolare che ci auguriamo possa dare il giusto slancio all'eolico pulito in un territorio dove le potenzialità di questa fonte sono enormi e dove sono già previsti progetti come quello della centrale "progetto Rubbia" a Crotone che possono consentire uno sviluppo sano e onesto della Calabria e dei calabresi».
Che qualcosa non vada nella corsa alle pale lo si era capito dalla lettera aperta inviata appena il 19 dicembre scorso al governo centrale, alla regione Calabria ed alla provincia ed al comune di Crotone da un gruppo di associazioni calabresi che sull'eolico hanno opinioni contrastanti e spesso opposte: Italia Nostra, Altura, Enpa, Lipu, Legambiente, Wwf, Arci, Co.Ver.Kr -Movimento Terra Aria Acqua Libertà. Le associazioni, dopo aver ribadito la necessità di una Green economy e di rispettare «Il Protocollo di Kyoto ed agli accordi tra Paesi europei, che prevedono che, entro il 2020, il 17% dei consumi elettrici dovranno venire da fonti rinnovabili», tracciano un quadro di deregulation: «Attualmente esistono 150 aerogeneratori in funzione in tutto il territorio crotonese; alcuni di questi hanno notevolmente deturpato un paesaggio di notevole pregio, come quello a ridosso dell'Area Marina protetta "Capo Rizzuto" ed in aree Sic e Zps. A tale proposito si rammenta che, ai sensi del decreto del Ministero dell'Ambiente 29 ottobre 2007, è vietata la realizzazione di impianti eolici in aree protette Zps. A questi 150 vanno aggiunti 5 nuovi impianti che hanno ottenuto l'autorizzazione regionale, per un totale di 218. Se dovessero essere approvate tutte le richieste presentate, si arriverebbe ad un numero davvero spropositato di pale, ben 620, concentrate in un territorio piuttosto limitato e ricoperto di vincoli. Non è accettabile che si continui a produrre energia laddove se ne produce in enorme quantità tanto da esportarla. Di questa sovrabbondante richiesta di impianti eolici in Calabria (la regione che più di ogni altra ha aumentato la sua potenza eolica) ed in particolare nel territorio di Crotone se n'è occupato un interessante servizio di Report, "Girano le pale" di Alberto Nerazzini, andato in onda il 28 novembre scorso su Rai 3. A conferma che tale problema è molto sentito in Italia. In una situazione ambientale di impoverimento del territorio crotonese, dove muore l'economia turistica ed agricola sotto l'ombra gigantesca delle turbine del vento, dove terreni ed abitazioni vengono svalutati a causa di impianti a altissimo impatto, le ditte e i grandi gruppi legati al business che hanno creato ad hoc, con forti appoggi politici, prosperano e si arricchiscono, con impoverimento delle casse dello Stato e dei cittadini, visto che si investono risorse miliardarie che vengono poi pagate dai cittadini, come oneri aggiuntivi, con la bolletta, la più cara del continente».
Anche la Lipu-BirdLife ha inviato nei giorni scorsi una lettera ai Presidenti delle regioni italiane, agli assessori competenti e alle commissioni consiliari regionali interessate, per chiedere «Che vengano adottate con urgenza entro il prossimo 1° gennaio 2011 le linee guida regionali per l'insediamento di impianti da fonti energetiche rinnovabili, in gran parte eolico e fotovoltaico. Un'occasione per salvaguardare ambiente, paesaggio, biodiversità». .