[22/12/2010] News
LIVORNO. L'Italia ha ancora un ministro dell'ambiente? Si direbbe di no a guardare quello che oggi è successo alla Camera, con Stefania Prestigiacomo che annunciava in lacrime: «Lascio il Pdl, vado nel gruppo misto» mentre i deputati del suo (ex?) gruppo le urlavano poco cavallereschi: «Dimissioni, dimissioni». A chi le ha chiesto se resterà ministro la Prestigiacomo ha risposto: «Resto finché Berlusconi lo riterrà», una risposta forse possibile solo nell'autocrazia parlamentare in cui è stata trasformata l'Italia.
La Prestigiacomo aveva votato con l'opposizione e dopo il voto contro di lei, da parte della sua stessa maggioranza, ha abbandonato precipitosamente l'aula annunciando l'addio al gruppo del Pdl: «Non mi ci riconosco più. Mi dimetto e mi iscriverò al gruppo misto, però resto al governo. Ovviamente poi chiarirò tutto questo con il presidente Berlusconi».
L'Italia dei Valori spiega cosa è successo: «L'incidente che ha fatto esplodere una tensione che covava da parecchio, è arrivato stamattina mentre l'aula di Montecitorio votava la legge sull'imprenditorialità e il sostegno al reddito. L'art. 5 della legge esonera le cooperative di disoccupati e cassintegrati dagli obblighi previsti per la comunicazione e il catasto dei rifiuti. La ministra dell'Ambiente era favorevole a glissare su quell'articolo, ritenendo la materia competenza dalle nuove norme sullo smaltimento dei rifiuti che si stanno approntando. Il Pd ha chiesto il rinvio della legge in commissione. Udc e Fli hanno appoggiato la proposta. La maggioranza, incluso il presidente della commissione Lavoro, Moffa, uno dei finiani tornati all'ovile il 14 dicembre, si è dichiarata contraria e la sospensione è stata bocciata per tre voti. E' possibile che Berlusconi riesca a far rientrare la ministra nel gruppo, ma lo sfascio del governo e della maggioranza è tornato all'improvviso sotto gli occhi di tutti».
La Camera poi ha approvato la legge con 283 sì, 190 no e 2 astenuti. Il ministro dell'ambiente aveva spiegato che il rinvio era necessario perché sta lavorando a una soluzione da inserire nel Milleproroghe, ma la sua richiesta è stata respinta con tre voti di scarto (ormai un numero "magico" alla Camera) con la maggioranza che ha votato contro il ministro e la minoranza che l'ha difesa.
La Prestigiacomo se l'è presa con il suo (ex?) capogruppo Fabrizio Cicchitto colpevole di non averla ascoltata e di aver messo il governo in difficoltà. Cicchitto non sembra averla presa sul serio: «Sono assai spiacente per ciò che ha dichiarato il ministro Prestigiacomo, ma ho il dovere in primo luogo di ascoltare i parlamentari del gruppo che hanno lavorato per lungo tempo a questo provvedimento senza che fosse venuta nessuna indicazione diversa da parte del ministro. Su questo provvedimento, che va incontro alle esigenze delle piccole imprese, si è registrato un largo schieramento favorevole che è andato al di là della maggioranza avendo avuto il consenso dell'Udc e di Fli».
La capogruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro, ha detto che «Le dimissioni di Stefania Prestigiacomo dal Pdl e il suo passaggio al gruppo misto testimoniano ancora una volta che questo governo e questa maggioranza non ci sono più. La fiducia del 14 è stata solo numerica. Ma politicamente sono finiti. Noi e il Paese ne siamo consapevoli. Non riesco a capire come facciano Berlusconi e i suoi amici a non rendersene conto». Secondo il segretario del Pd Pierluigi Bersani «La situazione è questa: è evidente che anche il centrodestra non crede a quel che dice cioè che il Paese è governabile e possono garantire la stabilità. Ogni giorno si testimonia un altro film, dal 14 dicembre è successo qualcosa e aver salvato la pelle non vuol dire aver salvato la prospettiva».
il vicecapogruppo dell'Italia dei Valori alla Camera, Antonio Borghesi, affonda il coltello nella piaga: «Il teatrino messo in scena in aula alla Camera supera ogni limite di demenzialità e spiega bene come si sia potuti arrivare ad una situazione politica come quella in cui ci troviamo: Moffa, Pdl, ex finiano, che sfiducia il ministro Prestigiacomo era già uno spettacolo, completato poi dal tentato salvataggio della ministra ad opera di Fli».