[27/12/2010] News

Traffici nucleari: lo strano caso della spy-story pakistana della famiglia Tinner

LIVORNO. Un'altra tegola sulla sicurezza e trasparenza del nucleare civile "pacifico" internazionale è arrivata da Andreas Mueller, un magistrato federale svizzero, che dopo un'indagine durata 6 anni ha chiesto l'arresto di tre ingegneri svizzeri che sono sospettati di contrabbando di tecnologia nucleare per produrre armi nucleari e di fare affari con il network di Abdul Qadeer Khan in Pakistan.

Si tratta degli ingegneri Urs Tinner, di suo fratello Marco e del loro padre Friedrich, che erano già stati arrestati nel 2004 con l'accusa di contrabbando, ma in seguito erano stati rilasciati dopo che è venuto fuori che avevano lavorato come informatori per la Cia sin dal 2003. Sembra che proprio gli Usa abbiano esercitato forti pressioni sulla Svizzera perché distruggesse le prove che incriminavano la famiglia Tinner, nascondendo così la loro attività per la Cia.

Eppure i tre ingegneri svizzeri sono sospettati di aver fornito la tecnologia nucleare ad un giro di contrabbando in Pakistan gestito da Khan, considerato il "padre" della bomba atomica del Pakistan (nella foto un cartellone celebrativo ufficiale esposto durante i festeggiamenti per l'anniversario dell'indipendenza del Pakistan), un Paese che non ha firmato il Trattato di non proliferazione nucleare e dotato di diverse bombe atomiche. Khan, che attualmente vive sotto una lussuosa sorveglianza/protezione del governo filo-occidentale di Islamabad, è sospettato di aver aiutato Iran, Libia e Corea del nord a sviluppare i loro programmi di arricchimento dell'uranio, cosa che Khan ha ammesso, rimanendo però un vero e proprio eroe nazionale difeso e coccolato dall'esercito pakistano.

I Tinner sono accusati di aver fatto un doppio gioco: contrabbandieri di tecnologia "civile" utilizzabile per produrre armi nucleari ed allo stesso tempo informatori della Cia, che per non svelare i suoi inconfessabili maneggi atomici nell'area più pericolosa del pianeta, li ha sempre tutelati e coperti.
Mueller ha spiegato come ha fatto a ricostruire questa rete di complicità: «Ci sono molte parti. E' come un puzzle e se si mettono insieme i pezzi, si ottiene l'immagine intera».

I Tinner sostengono di aver aiutato la Cia fornendo informazioni sui progetti nucleari della Libia e sulla rete atomica tessuta da Khan con gli altri nemici dell'Occidente, ma poi dicono di non sapere che lo scienziato pakistano voleva produrre armi nucleari e negano di avergli fornito la tecnologia necessaria per farlo. Che il Pakistan le armi nucleari le abbia già e che Khan sia l'eroe che ha costruito la bomba atomica islamica sono dettagli che non sembrano sfiorare i Tinner, la Cia e il governo elvetico. Si tratta infatti di un "dettaglio" pericoloso per la Cia che dovrebbe ammettere che mentre George W. Bush indicava per nome e cognome gli "Stati canaglia" il suo alleato pakistano li riforniva di informazioni e tecnologie nucleari ottenute da tecnici occidentali che collaboravano con la stessa Cia.

Un gioco nucleare sporco che emerse nel 2008, quando gli americani fecero pressione sulla Svizzera per seppellire le accuse contro i Tinner ed il governo di Berna ordinò che fossero triturate 100 pagine di prove contro i tre ingegneri nucleari. Copie di quei documenti sono però riapparse nelle mani del coraggioso giudice Andreas Mueller, che ha pensato bene di portare davanti alla giustizia questo indecente intrigo atomico.

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