[28/12/2010] News

L'ecoturismo secondo Disney. Villages Nature o villaggi contro natura?

LIVORNO. Dopo aver avuto l'appoggio unanime ed entusiastico del Conseil Général della Seine-et-Marne e quello più sofferto del Conseil Régional d'Ile-de-France, la variante numero 8 alla convenzione del 1987 per Eurodisney, riguardante il settore IV della Marne la Vallée, è stata convalidata dallo Stato.

Il via libera riguarda un nuovo Programme d'intérêt général (Pig) che permetterà ad Eurodisney e Pierre et Vacances: lo sviluppo urbano del Val d'Europe, la realizzazione di Villages Nature e, se ci saranno le condizioni, la costruzione di un terzo parco di divertimenti. Questo nuovo Pig si accompagna ad un'espansione di 287 ettari di Eurodisney a sud dell'autostrada A4 per permettere la realizzazione dei villages nature, un complesso turistico di circa 508 ettari che in un primo tempo ingloberà: l'attuale ranch Davy Crocket, chiamato Quartier du Bois, 57 ettari con 700 appartamenti, i villaggi forestali e lacustri sulle rive di lagune artificiali di 3.500 m2 riscaldate tutto l'anno a 30 gradi con la geotermia, 259 ettari con 2.300 appartamenti. Altri 193 ettari sono destinati ad una seconda fase di realizzazione. Al temine verranno utilizzati 500 ettari, il 90% dei quali destinati a spazi naturali (costruiti), con dentro ben 7.000 nuovi alloggi.

Eurodisney e Pierre et Vacances, una grande agenzia specializzata in affitto e vendita di seconde case, presentano questa operazione come «Ecoturismo di massa» e questa enorme speculazione edilizia come, «Immersa nel centro di un'immensa riserva naturale: una città lacustre rivestita di giardini pensili e attraversata di sentieri alberati, una fattoria bio nel cuore della foresta: I Villages Nature apriranno nel 2015, il complesso che sorgerà a 6 km da Disneyland Paris, alle porte del Val d'Europe e «Inviterà i visitatori a tendere verso l'armonia tra l'uomo e la natura».

Il modello è quello dei Center Parcs di Pierre et Vacances, ed i primi 1.730 appartamenti e cottages realizzati saranno venduti come seconde case turistiche. La Disney e l'agenzia assicurano che «Per accogliere le migliaia di visitatori attesi, verrà messo in atto tutto per limitare l'impronta ecologica. Ad iniziare dal ricorso alle geotermia, emblema della destinazione».

Dominique Cocquet, direttore generale dei Villages Nature de Val d'Europe, ha spiegato a Novethic: «Andremo a prendere a 1800 metri di profondità dell'acqua a 78 gradi. Questo sistema di geotermia ci permetterà di alimentare la rete del calore dei Villages Nature e, alla fine, di coprire il 30% dei bisogni dei parchi Disneyland e Walt Disney Studios». Pierre et Vacances ed Eurodisney si sono ispirate al metodo "One Planet Living" elaborato da BioRegional e Wwf ed hanno accettato 10 obiettivi misurabili per ridurre la loro impronta ecologica: carbonio, rifiuti, trasporti, materiali, alimentazione, acqua, biodiversità, cultura, relazioni commerciali. Inoltre tutta la pubblicità sarà stampata localmente ed in modo sostenibile ed "equo".

Questa nuova Paperopoli o Topolinia alle porte di Parigi dovrebbe essere la nuova mecca dell'ecoturismo di massa che secondo Cocquet «Non solo è possibile, ma è anche indispensabile perché l'industria del turismo è un'attività invasiva. I trasporti ed il superconsumo generato dal turismo devono essere tenuti di conto rispetto alle sfide ambientali odierne. Dobbiamo quindi inventare delle nuove destinazioni più rispettose delle risorse naturali».

Stranamente questo passa per una completa artificializzazione della natura e per una sorta di geoingegneria fiabesca dell'immaginario ecologico colonizzato dalla televisione, dove il giardinaggio del paesaggio viene scambiato per ambiente e dove la selvaticità della natura è addomesticata e antropomorfizzata come nei cartoons della Disney.

Naturalmente Eurodisney e soci si sono mossi solo dopo studi di mercato che indicano che ci sono sempre più europei che vogliono questi tipi di destinazioni "naturalizzati". Sempre su Novethic il sociologo Jean Viard, del Centre national de la recherche scientifique (Cnrs), spiega che questa artificializzazione della natura non è in contraddizione con quel che vogliono i nuovi clienti "verdi": «La gente ha bisogno di ritrovarsi in famiglia, ma in una nova dimensione: quella di rilassarsi in natura. Questa messa in scena della natura non è contraddittoria con l'idea di andare a passeggiare nei boschi la domenica. Il 30% del territorio francese è occupato da parchi naturali. Quindi, effettivamente, possiamo trovare un lato grottesco nel progetto Villages Nature, ma malgrado tutto, questo genere di destinazione permette di valorizzare la natura e questi non sono dei valori negativi!». Verrebbe da dire che non saranno sicuramente "valori" negativi per le casse di Eurodisney e Pierre et Vacances.

Questo avveramento delle profezie fantascientifiche di angoli di natura virtuale in un mondo snaturato e con un'umanità incapace di accettare la natura con la sua selvaggia e brutale bellezza e la terra come risorsa da preservare a lungo termine, non piace proprio ad associazioni locali come Nature Environnement 77 che si battono per la salvaguardia delle aree naturali nell'Île de France.

Gli ambientalisti giudicano inaccettabile soprattutto la scomparsa di 530 ettari di terre agricole e l'urbanizzazione dell'area con la scusa dell'eco-turismo di massa. In una lettera inviata ai consiglieri della Seine et Marne ed ai consiglieri regionali dell'Île de France Nature Environnement 77 scrive: «Non possiamo che insorgere per il modo di denominare e presentare questo progetto puramente commerciale, finanziario ed immobiliare. Esistono nella Seine et Marne abbastanza villaggi autentici e vicini alla natura che permettono di sviluppare l'accoglienza in bred and breakfast ed agriturismi. Questo tipo di turismo privilegia la qualità dell'accoglienza dei visitatori», ma Eurodisney e Pierre et Vacances sventolano davanti agli amministratori locali cose molto più concrete: 7 milioni di euro di contributi fiscali all'anno e la promessa di 7.000 posti di lavoro diretti e indiretti e il sociologo Viard dice che «Questo tipo di opposizione è deplorevole» e poi assicura (a nome e per conto di chi?) che «Villages Nature non impedirà al turismo di prossimità di svilupparsi. D'altronde, sono gli agriturismi dell''Île de France i più frequentati! Ma la società ha bisogno di totem e i Villages Nature saranno un totem del turismo».

Esattamente il contrario di quel che pensano gli ambientalisti che si oppongono al progetto per «Le implicazioni non solo per i luoghi stessi dove verrà impiantato, ma anche per l'evoluzione dei territori vicini e delle condizioni di vita dei loro abitanti e l'équilibrio della regione dell'Ile de France».

Un'altra associazione, Ile de France environment (Idfe), dopo essersi detta favorevole alla realizzazione nell'Ile de France di parchi divertimento "natura" «per evitare le migrazioni del week-end a lunga distanza», dice però «No alla speculazione immobiliare che si dissimula dietro i parchi divertimento; no al consumo di ricche terre agricole periferiche (già 1.950 ettari divorati da Eurodisney asi quali si aggiungono 350 ettari richiesti per le lottizzazioni che devono circondare il Village Nature: totale 2.300 ettari agricoli sottratti all'agricoltura, cioè il doppio di quel Idfe difende nel Plateau de Saclay); no all'estensione urbana a macchia d'olio che è antitetica con il concetto di città sostenibile ed in completo disaccordo con la legge Grenelle votata recentemente dai nostri deputati».

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