
[30/12/2010] News toscana
FIRENZE. Il recente blocco della raccolta multimateriale effettuato da Revet presso le aziende private a seguito di un decreto penale inflitto tra gli altri al presidente della società di Pontedera, ha aperto un dibattito - finora rimasto tra gli addetti ai lavori - sulle procedure di controllo e sulla discrezionalità delle stesse in relazione a norme quantomeno confusionarie.
I responsabili delle aziende di gestione dei servizi cercano di riorganizzare la raccolta denunciando certe iniquità applicative, le stesse che ieri il presidente di Confservizi Cispel Toscana, De Girolamo, ha lamentato come diretta conseguenza di un quadro normativo poco chiaro a cui si aggiunge "..un sistema dei controlli che sembra ispirato da un meccanismo acefalo e autoreferenziale...".
Abbiamo chiesto dunque a Sonia Cantoni di Arpat , un commento sulla situazione che si è creata: «Arpat non ha il compito di interpretare la legge, ma di applicarla - spiega la direttrice di Arpat - La normativa ambientale purtroppo non è chiara e coerente ed il testo unico è stata un'occasione persa. Noi cerchiamo sempre di applicare le norme in modo omogeneo sul territorio; se poi ci sono riserve, consultiamo gli organi preposti, principalmente Regione Toscana e Ministero dell'Ambiente».
In ogni caso, se si intravedono problemi, secondo Cantoni «devono essere affrontati prima dei controlli dei nostri operatori, che nel momento dell'intervento, per la qualifica che ricoprono, devono applicare norme, prendere decisioni, assumere provvedimenti. Poi segnaliamo agli organi istituzionali l'eventuale necessità di chiarimenti su una normativa che in molti aspetti è frastagliata e non esaustiva: per questo è stato anche istituito un tavolo regionale che dovrebbe occuparsi degli approfondimenti sugli aspetti normativi legati alla prevenzione e alla tutela ambientale. Con Confservizi abbiamo istituto un analogo confronto permanente su alcuni temi legati all'acqua e alla normativa di riferimento. In ogni caso lo sforzo di Arpat è garantire l'applicazione omogenea sul territorio delle norme, senza autoreferenzialità ma disponibili al confronto con tutti gli organi istituzionali preposti».
Intanto c'è da segnalare che anche La Revet Vetri, sulla falsariga di quanto già deciso da parte di Revet, a seguito del decreto penale emesso dal tribunale di Firenze contro il presidente dell'azienda, Marco Ravagnani, ha decretato il blocco dei ritiri di tutto il multimateriale (vetro, plastica e lattine in alluminio e banda stagnata) proveniente dalle utenze non domestiche (aziende, ospedali, centri commerciali, industrie, etc.) afferente ai principali gestori toscani, obbligando gli stessi a trovare strade alternative per garantire il corretto avvio al riciclaggio di questi preziosi materiali.
In questo contesto, La Revet Vetri è destinataria di parte del multimateriale raccolto sul territorio toscano da Revet (azienda socia deputata alla gestione delle raccolte differenziate di vetro, plastica e lattine in alluminio e banda stagnata), che viene selezionato, valorizzato ed avviato ai rispettivi consorzi di filiera previsti dalla vigente normativa ambientale, al fine del successivo riciclaggio.
Il blocco perdurerà fintanto che non si avranno precisi chiarimenti in merito da parte delle competenti autorità.