[03/09/2009] News
LIVORNO. Il nuovissimo governo dell'Iran, il primo della Repubblica islamica a comprendere un ministro donna, ha cominciato alla vecchia maniera, respingendo l'ultimatum del gruppo dei 5+1 (Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e Germania) di riprendere entro fine settembre i colloqui sul dossier nucleare iraniano. Secondo la tv iraniana in lingua araba Al Alam, l'ambasciatore iraniano all'Agenzia atomica internazionale (Iaea), Asghar Soltaniye ha detto che «E' sbagliato pensare che i colloqui possano essere sul programma nucleare iraniano. La questione può essere affrontata solo in sede di Agenzia atomica internazionale».
La radio ufficiale Iraniana Irib sottolinea sul suo sito italiano che «La posizione espressa da Soltaniye riflette la linea seguita da sempre con coerenza da Teheran: il dossier nucleare è competenza dell'Agenzia atomica e di nessun altro». E il ministro iraniano degli esteri ha detto all'agenzia Irna: «Il Governo di Teheran è disposto a dialogare sul suo programma nucleare, ma non accetterà assolutamente nessuna minaccia o pressione».
La posizione iraniana sembra rafforzata da quanto detto ieri a Vienna dal direttore dell'Iaea, il premio Nobel Mohamed ElBaradei, che avvicinandosi lo scadere del suo mandato sembra volersi levare diversi sassolini dalle scarpe. «Non ci sono prove che dimostrano che l'Iran produrrà in futuro delle armi nucleari» ha detto ElBaradei in un'intervista concessa al "Bulletin of the Atomic Scientists" statunitense dopo la pubblicazione di un rapporto del Centro di informazione dell'Iaea.
Secondo il direttore dell'Agenzia atomica dell'Onu «Al momento non esiste alcuna prova concreta che provi che l'Iran prosegua un programma nucleare atomico. Ma, non so come, numerose persone parlano del programma nucleare iraniano come la più grande minaccia del mondo. In un modo o nell'altro, io penso che si sia fatto un battage intorno a questa minaccia».
Questo però, anche secondo El Baradei, non esime la Repubblica islamica dal dimostrarsi più trasparente ed a chiarire le sue intenzioni nucleari, «Ma l'idea secondo la quale ci risveglieremo domani con l'Iran dotato di un'arma nucleare é un'idea che non è appoggiata sui fatti come noi li abbiamo visti fino ad ora».
Il direttore dell'Iaea non è nemmeno d'accordo con sanzioni più severe (riproposte proprio oggi dai 5+1) contro l'Iran «Le sanzioni sono un ultimo ricorso e le sanzioni che danneggiano i civili devono essere evitate».
L'intervista risale a luglio, ma è stata pubblicata solo il primo settembre, proprio alla vigilia della riunione a Francoforte del Gruppo dei 5+1 sul dossier nucleare iraniano che ha riaperto la diatriba con Teheran. Certo ElBaradei lascia in eredità al suo successore Yukiya Amano, che lo sostituirà a novembre, una bella patata bollente: «Quando si parla di Iran mi viene detto: fai il tuo lavoro sei solo un esperto, ma quando si parla di altri temi mi dicono: tu sei il difensore del Trattato di Non Proliferazione» ha detto al "Bulletin of the Atomic Scientists" e poi ha rivelato di aver ricevuto forti pressioni sul dossier nucleare iraniano: «La cosiddetta minaccia nucleare iraniana è un'enorme manovra propagandistica, nessuno ha prove certe che l'Iran a breve avrà armi nucleari».
Gli iraniani evidenziano che «Nel suo ultimo rapporto, l'Aiea ha dichiarato che l'Iran ha ridotto la portata della sua campagna di produzione di combustibile nucleare e ha soddisfatto le richieste di un monitoraggio più efficace nell'impianto di arricchimento dell'uranio di Natanz. Secondo la stessa Agenzia Teheran ha diminuito il ritmo della produzione di uranio arricchito, il che ha permesso agli ispettori dell'Aiea di visitare l'impianto di Arak come richiesto da tempo».