[07/01/2011] News
LIVORNO. La National commission on the Bp Deepwater Horizon oil spill and offshore Drilling (Osc), istituita dal presidente Usa Barack Obama il 22 maggio 2010, rilascerà l'11 gennaio il suo rapporto finale che contiene i principali risultati dell'inchiesta approfondita sulle cause dello scoppio del pozzo Macondo del 20 aprile nel Golfo del Messico, ma ieri ha reso noto il capitolo "BP Well Blowout "dell'indagine, con un titolo che lascia pochi dubbi sul verdetto finale: «Un fallimento di Management. Un rischio cumulativo di grandi dimensioni ed evitabile».
Le cause della morte di 11 lavoratori e della fuoriuscita incontrollata di oltre quattro milioni di barili di petrolio per quasi tre mesi, secondo l'Osc si spiegano così: "Il pozzo e scoppiato perché un certo numero di diversi fattori di rischio, sviste ed errori individuali combinati hanno sopraffatto le garanzie che avevano il solo scopo di impedire che un evento del genere accadesse. Ma la maggior parte degli errori e delle sviste a Macondo può essere fatta risalire ad un unico fallimento globale, un fallimento di menagement. Una migliore gestione da parte di Bp, Halliburton, e Transocean avrebbe quasi certamente impedito lo scoppio, migliorando la capacità dei soggetti coinvolti di individuare i rischi che affrontavano e valutandoli, comunicandoli ed affrontandoli adeguatamente».
Il copresidente dell'Osc, William K. Reilly, ha detto: «La mia conoscenza dell'industria petrolifera indica che ci sono diverse compagnie con sicurezza e records ambientali esemplari. Quindi, la domanda fondamentale posta fin dall'inizio da questa tragedia è: abbiamo una singola azienda, la Bp, che ha commesso un errore grossolano con conseguenze fatali, o è un problema più diffuso di un'industria compiacente? Date le carenze documentate sia per la Transocean che per Halliburton, che operano entrambe nel settore off-shore in quasi tutti gli oceani, a malincuore dobbiamo concludere che abbiamo un problema a livello di sistema».
Anche l'atro co-presidente, Bob Graham, ha sottolineato che «Le conclusioni della Commissione hanno solo composto il nostro senso di tragedia, perché ora sappiamo che lo scoppio di Macondo poteva essere davvero evitato. Questo disastro probabilmente non sarebbe successo se le imprese coinvolte fossero state guidate per primo da un impegno incessante per la sicurezza. E probabilmente non sarebbe successo se le autorità di regolamentazione governative responsabili avessero avuto la capacità e la volontà di richiedere standard di sicurezza di classe mondiale. Non c'è nulla che possiamo fare per riportare in vita gli uomini che abbiamo perso quel giorno. Ma possiamo onorare la loro memoria, impegnandoci a prendere le misure necessarie per evitare il ripetersi delle pratiche fatali del passato».
Il capitolo reso noto è impietoso con le Big Oil: «L'esplosone di Macondo è stata il prodotto di diversi passi falsi individuali e di sviste da parte di Bp, Halliburton e Transocean, che i regolatori governativi non avevano l'autorità, le risorse e le competenze tecniche necessarie per prevenirli. Il blowout non è stato il prodotto di una serie di decisioni aberranti, compiute dall'industria o da funzionari di governo canaglia, che non si può immaginare o prevedere che potrebbero formarsi di nuovo. Piuttosto, le cause sono sistemiche e, in assenza di riforme significative sia per le pratiche industriali che per le politiche del governo, potrebbero ripetersi. Quello che conosciamo è notevole e significativo: ognuno degli errori commessi sulla piattaforma ed a terra dall'industria e dal governo ha aumentato il rischio di esplosione di un pozzo, il rischio cumulativo che è risultato da queste decisioni ed azioni è stato irragionevolmente grande ed evitabile, il rischio di un'esplosione catastrofica si è infine realizzato il 20 aprile e molti degli errori hanno contributo a causare il blowout».
L'Osc tra gli esempi di errori di ingegneria e carenze gestionali evidenzia: l'inadeguata valutazione dei rischi e della la gestione della late-stage e le decisioni di progettazione; una progettazione "viziata" per l'impasto del cemento utilizzato per sigillare il fondo del pozzo, che è stato prodotto senza un adeguato esame di ingegneria o di supervisione dell'operatore; un "negative pressure test", condotto per valutare la tenuta del cemento in fondo al pozzo, che ha identificato i problemi, ma non è stata giudicato scorrettamente un successo a causa di procedure di prova insufficientemente rigorose e per la formazione inadeguata del personale chiave; procedure errate per mettere in sicurezza il pozzo che hanno richiesto inutilmente la rimozione di fanghi di perforazione dal "wellbore". Se lasciato al suo posto, quel fango di perforazione avrebbe contribuito ad impedire agli idrocarburi di entrare nel pozzo, provocando l'esplosione; apparente disattenzione per i segnali iniziali chiave dell'esplosione imminente; una risposta inefficace allo sversamento, una volta iniziato, con incluso ma non limitato al fallimento del blowout preventer della piattaforma nella chiusura del pozzo.
Il capitolo del rapporto afferma che tutti questi disastri erano prevenibili: «Gli errori e le valutazioni errate da parte di almeno tre società ( Bp, Halliburton e Transocean) hanno contribuito al disastro. Le Federal regulations non hanno affrontato molte delle questioni centrali, per esempio, non c'erano nessun regolamento per le procedure di base per i negative pressure test utilizzati per valutare la tenuta del cemento o criteri minimi per il test success (...) Più o meno intenzionalmente, molte delle decisioni che Bp, Halliburton e Transocean hanno preso e che hanno aumentato il rischio di esplosione a Macondo servivano chiaramente a quelle compagnie a risparmiare tempo (e denaro).
Il rapporto finale dell'Osc conterrà l'esame completo degli impatti e le considerazioni relative al disastro Bp, compresi i capitoli che riguardano il prima e il dopo l'esplosione della Deepwater Horizon, ma anche migliori norme di sicurezza aziendali e governative e pratiche di risposta e le sfide per la bonifica, il ripristino e la protezione dell'ambiente del Golfo e le considerazioni tecniche ed ambientali per quanto riguarda l'Artico e la perforazione di "frontiera", e le raccomandazioni ufficiali della Commissione al Presidente Obama, al Congresso e all'industria petrolifera per prevenire episodi simili. Ci sarà anche un Chief Counsel's report separato sul blowout.