[10/01/2011] News
LIVORNO. Bellona, l'associazione ambientalista norvegese con sedi anche in Russia, Ue ed Usa, ha reso noto che il 29 dicembre un tribunale di Sosnovy Bor, una città russa nella regione di Leningrado, dove ha sede la Leningrad Nuclear Power Plant (Laes) ha approvato «La mozione dei pubblico ministero che ordina di fermare per 40 giorni i lavori di costruzione presso il sito della secondo linea della centrale nucleare, Laes-2». La Corte accusa la contractor company di aver nascosto pesanti violazioni delle norme di sicurezza, sanitarie ed antincendio che erano già state scoperte fin dall'estate 2010.
La costruzione di Laes-2 fa parte del progetto sperimentale di Rosatom "AES-2006 (per NPP-2006). Il nuovo impianto nucleare dovrebbe utilizzare quattro reattori VVER-1200, un progetto fino ad ora mai realizzato o provato sul campo da nessuna parte. Rosatom giura sulla sicurezza dei suoi nuovi reattori, ma gli ambientalisti russi ribattono che quello che vedono sembra la preparazione di un esperimento pericoloso che si sta svolgendo, con attività e metodi che violano le norme federali, nelle immediate vicinanze di una metropoli come San Pietroburgo. Secondo Rosatom e il governo Laes-2 dovrebbe entrare in funzione nel 2013, ma c'è da dubitarne, e non solo per gli intoppi legali: per esempio, la seconda unità sarà in linea solo nel 2016 e non nel 2014 come prevedeva il programma iniziale.
Andrei Ozharovski, di Bellona Russia, spiega che «Due casi incentrati su illeciti amministrativi sono stati portati dinanzi al giudice e stati alla base per la decisione del tribunale di fermare la costruzione». In base al Codice amministrativo della Federazione Russa, il contractor del progetto Laes-2, Atomenergoproekt, un istituto di progettazione e ricerca di San Pietroburgo (naturalmente di proprietà del monopolista nucleare statale Rosatom), è stato giudicato colpevole di cattiva condotta amministrativa, di violazione delle norme di sicurezza antincendio e di violazione della legislazione di protezione sanitaria ed epidemiologica.
La Procura della Regione di Leningrado ha sentenziato che detto «I fatti hanno permesso di stabilire la mancanza di una condotta idrica per scopi di servizio e di utility e di un sistema temporaneo di depurazione, un'organizzazione inadeguata del sistema di alimentazione, l'assenza di una zona mensa per il personale, così come dell'approvvigionamento idrico antincendio richiesti dalla legge. Dato che questa è la seconda volta che (l'imputato) è stato portato davanti alla Corte con l'accusa di violazioni amministrative, la Corte si è pronunciata per infliggere la sanzione di un fermo amministrativo sulle attività per la durata di 30 giorni, per uno dei casi, e di 40 giorni, per l'altro».
Atomenergoproekt era già stata accusata di violazioni analoghe nel luglio 2010, ma aveva detto di aver adottato misure per correre ai ripari, eppure secondo Ria Novosti il pubblico ministero accusava la filiale di Rosatom: «L'installazione e i lavori di start-up non sono stati completati con la creazione di sistemi di allarme antincendio e sistemi di sorveglianza per dare l'allarme in caso di incendi nei luoghi di lavoro e negli immobili del sito; gli edifici amministrativi e pubblici non sono stati dotati di dispositivi automatici di allarme antincendio. Nessuna parte della condotta idrica è stata dotata di idranti antincendio per approvvigionare l'acqua ai motori in caso di incendi, né di pompe per l'acqua con una portata sufficiente ai fini della lotta contro gli incendi, né di una condotta per la prevenzione degli incendi con un approvvigionamento idrico fornito da un corpo idrico naturale. Inoltre, un'ispezione di sicurezza ha evidenziato significative violazioni delle norme di controllo di accesso al sito. Le autorità di vigilanza hanno anche trovato carenze nell'organizzazione dei servizi di approvvigionamento alimentare per il personale impegnato nel cantiere: secondo la normativa, il reparto mensa manca delle necessarie dimensioni ed attrezzature. Le attrezzature per la refrigerazione sono assenti o non in uso. Le ispezioni sul luogo hanno mostrato una carenza di acqua potabile presso il sito che è rifornito autonomamente da ciascuna delle organizzazioni subappaltatrici.. Secondo valutazioni di esperti, l'acqua potabile in bottiglia in dotazione nel sito non soddisfa i requisiti della direttiva [norme e standard igienico-sanitari]».
La Procura della Repubblica di Sosnovy Bor afferma che il cantiere nucleare «Non è stato dotato di approvvigionamento idrico, smaltimento delle acque reflue o di sistemi fognari temporanei. Allo stesso modo, nessuna doccia o impianto di lavanderia per gli indumenti da lavoro sono stati forniti al sito».
Insomma: il governo (o meglio l'oligarchia energetica putiniana) ha violato le sue stesse leggi e Rosatom, le sue filiali ed i suoi subappaltatori (tutti ben dentro la cricca di potere) non sono in grado di seguire le regole e di applicare le norme per costruire una centrale nucleare. Per non parlare anche della qualità del lavoro svolto da operai che lamentano scarsità di cibo e mancanza di acqua potabile e di servizi sanitari e fognari. Eppure, secondo il sito ufficiale di Rosenergoatom, al Laes-2 a dicembre «1.800 lavoratori, 50 veicoli, e 89 unità di macchinari speciali sono stati coinvolti nella pianificazione [...] dei lavori nel cantiere», con 5 imprese subappaltanti impegnate nella costruzione.
Per Rosenergoatom ha parlato Ramidin Khanzarov, che dovrebbe essere a capo dell'engineering supervision department quando Laes-2 entrerà in funzione, che ha spiegato che per tutto dicembre I lavori alla centrale sono andati avanti nonostante le forti nevicate, e che questo ha permesso il traffico dei veicoli sulle strade tenute libere dalla neve. Però Khanzarov non ha detto niente sulle carenze sanitarie, sulla prevenzione antincendio o sugli oneri amministrativi richiesti dalla Procura di Sosnovy Bor. Nonostante le violazioni denunciate, Rosenergoatom è infatti andata avanti con gettate continue di cemento e lavorando alacremente alla costruzione della futura torre di raffreddamento.