[11/01/2011] News

Perché la Cia sta spiando i cambiamenti climatici e perché i repubblicani non vogliono

LIVORNO.  McClatchy News ha pubblicato un'interessante indagine del Medill's National Security Reporting Project che rivela quanto la Cia sia interessata al global warming come problema di sicurezza nazionale ed internazionale degli Usa e come questo sia contrastato da un Partito repubblicano sempre più ideologizzato e ostaggio del negazionismo ascientifico. Un interesse riemerso con forza nell'estate 2010, quando uno degli obiettivi più sensibili per la Cia, il Pakistan, è stato sommerso da alluvioni biblici. Un analista ed ex capo del Center on climate change and national security della Cia ha spiegato a Charles Mead ed  Annie Snider, due giornalisti del  Medill's National Security Reporting Project che «Il peggior disastro naturale nella storia del Pakistan è stato un avvertimento. Sono esattamente gli stessi sintomi che vedremo per i futuri eventi dei cambiamenti climatici e che ci aspettiamo di vedere di più. Volevamo sapere: quali sono le condizioni che portano ad una situazione come l'alluvione del Pakistan Quali sono le cose importanti per i flussi dell'acqua, la sicurezza alimentare ... la radicalizzazione, le malattie? E per gli sfollati?». La Cia, analizzando il disastro del Pakistan, ha scoperto che ha terremotato gli elementi chiave della già fragile stabilità dello Stato (in queste ore è in corso ad Islamabad una crisi di governo che sembra senza vie di uscita) e che le certezze che aveva sulla portata dei fiumi e sulle rese agricole stanno inesorabilmente cambiando. Anche un rapporto governativo dice che l'amministrazione Usa è mal preparata per agire sui cambiamenti climatici che stanno per arrivare più rapidamente del previsto e minacciano di portare instabilità in luoghi dove sono in ballo gli interessi nazionali degli Stati Uniti. Da 20 anni a questa parte decine di funzionari ed esperti dicono che le proiezioni climatiche mancano di dettagli ed informazioni essenziali su come le popolazioni reagiscono ai cambiamenti, ad esempio con l'emigrazione. Anche i militari, tanto amati dai repubblicani, dicono che non hanno l'intelligence necessaria per prepararsi a quello che potrebbe accadere.

Rolf Mowatt-Larssen, uno che ha lavorato alla Cia  23 anni, dirigendo il Department of energy's intelligence dal 2005 al 2008, e che ora è un ricercatore dell'Harvard University, spiega che «L' intelligence community semplicemente non è stata creata per affrontare un problema come il cambiamento climatico che non è come rubare segreti  Ritengo che quel che il governo Usa sta facendo sul cambiamento climatico siano solo parole. Non è una cosa seria».

Ma anche arrivare a questo è stato duro: negli anni '90 la Cia ha aperto un centro ambientale, scambiandosi immagini satellitari con la Russia e permettendo agli scienziati Usa di accedere ad informazioni classificate, ma quando George W. Bush è diventato presidente il centro è stato assorbito da un altro ufficio ed il lavoro sul clima è stato trascurato. Nel 2007 un rapporto di alcuni ex alti ufficiali Usa ha richiamato l'attenzione sulle implicazioni per la sicurezza nazionale dei cambiamenti climatici ed il National intelligence council un anno dopo ha confermato tutti i timori con un rapporto simile, però i repubblicani hanno attaccato il due documenti come «Distrazione di risorse» e quando il direttore della Cia, Leon Panetta, ha chiesto nel 2009 di mettere in piedi un climate change center, i parlamentari conservatori hanno fatto di tutto per bloccare il finanziamento.

Un senatore repubblicano del Wyoming, John Barrasso, disse che «Le risorse della Cia devono essere concentrate sul monitoraggio dei terroristi nelle caverne, non degli orsi polari sugli iceberg».

La nuova leadership repubblicana del Congresso ha ridotto le tasse ai ricchi (insieme ad Obama) ma chiede tagli a tutte le spese, comprese quelle per l'intelligence, il cui budget nel 2010 era arrivato a 80,1 miliardi di dollari, in molti pensano che i finanziamenti più a rischio siano quelli per le indagini sugli effetti sulla sicurezza del climate change. Eppure da tempo si sa che le questioni ambientali sono una delle chiavi per capire cosa succederà nei Paesi più instabili: negli anni '90 le spie americane hanno studiato gli effetti del global warming sui raccolti della Corea del nord per capire come la carenza di cibo avrebbe portato alla nuova instabilità nucleare che stiamo vivendo. I dati ambientali classificati sono stati analizzati con un gruppo di scienziati che partecipavano ad un programma noto come Medea. «L'intero gruppo erano fatto di patrioti e quella è stata un'opportunità per aiutare il paese a fare qualcosa per il "disastro ferroviario" che vedevamo arrivare con il cambiamento climatico», spiega Robert Bindschadler, un glaciologo della Nasa  che ha ricevuto una "security clearance" quando nel 1992 è partito Medea. Gli scienziati hanno aiutato la Cia ad interpretare i dati ambientali ed a migliorare i metodi per raccoglierli. Ma  repubblicani hanno gradualmente tagliato questi programmi e, con l'insediamento di George W. Bush nel 2001, ogni interesse top-level per gli environmental security programs è scomparso.ed i funzionari della Cia che ci lavoravano spostati ad altro incarico. Terry Flannery, che ha guidato l'environmental security center della Cia fino al ,2000, spiega ironicamente: «Abbiamo avuto questa cosa strana dell'interscambio tra scienza e politica. A volte, era proprio strano».

Michael Hayden, il generale che ha guidato la Cia dal 2006 al 2009, ha detto che questioni come l'acqua e l'energia facevano parte dei briefing quotidiani con Bush, ma il cambiamento climatico non era parte dell'agenda: «Non aveva mercato quando ero direttore. Tutto il tempo era per il terrorismo... e quando non lo era, era per l'Iran». Il dichiarato scetticismo di Bush sul global warming è riassunto in un congressional oversight report del 2007 che definisce l'amministrazione Usa : «Impegnata in uno sforzo sistematico di manipolare la scienza dei cambiamenti climatici e per indurre in errore l'opinione pubblica rispetto ai pericoli del global warming». Ancora oggi, i climatologi Usa dicono che le loro ricerche sono ostacolate da una mancanza di dati derivanti dai finanziamenti inadeguati negli anni di Bush. Nel 2005, il National research council  disse che il sistema satellitare ambientale nazionale era «A rischio collasso». Nel 2007 Mowatt-Larssen ha realizzato un programma sperimentale chiamato "Global Energy & Environment Strategic Ecosystem (Global Eese) e scelse Carol Dumaine, una foresight strategist "creativa visionaria" della Cia, come capo del programma. «La nostra intelligence moderna si è evoluta per diversi tipi di minacce: monolitica, top-down, incrementally changing  - ha spiegato in una recente intervista Dumaine che lavora ancora per la Cia - Stavamo cercando di  far crescere il giardino del genio dell'intelligence». Un giardino dove lavoravano più di 200 delle menti più brillanti di tutto il mondo per esplorare l'impatto di problemi come i cambiamenti climatici improvvisi, delle infrastrutture energetiche e degli stress ambientali in Afghanistan.

Ma la cosa è durata solo  due anni, il "giardino" è stato chiuso a causa di lotte burocratiche interne, pressioni politiche del Congresso e della Casa Bianca di Bush e per le preoccupazioni per la collaborazione di cittadini stranieri nel settore dell'intelligence. «La cosa più importante è che abbiamo perso dei dati - si lamenta Mowatt-Larssen - Abbiamo perso i dati che accompagnano i nuovi modi di condurre l'intelligence e per rilevare nel modo giusto i problemi dell'ambiente».

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