[11/01/2011] News

Quando il negazionismo acceca: i repubblicani Usa, la sicurezza nazionale e il climate war game della Cia

LIVORNO. Quando nell'aprile 2007, nel triste e sanguinoso autunno dell'amministrazione di George W.Bush che preparava la crisi mondiale, un gruppo di ex alti ufficiali Usa pubblicò un rapporto che affermava che i cambiamenti climatici previsti rappresentavano una «Grave minaccia per la sicurezza nazionale dell'America», in poche settimane un pugno di parlamentari democratici e repubblicani cominciò a spingere perché il global warming rientrasse nell'agenda politica, militare e dell'intelligence dalla quale lo aveva espulso l'eco-scetticismo di Bush. Chuck Hagel, un senatore repubblicano del Nebraska, elaborò delle normative nelle quali il cambiamento climatico veniva definito «Un chiaro ed attuale pericolo per la sicurezza degli Stati Uniti», annunciando che avrebbe richiesto su questo un rapporto di intelligence. Non se ne è fatto niente ed il National intelligence council (Nic) ha rimandato tutto. L'allora presidente del Nic Thomas Fingar, spiega ora ai giornalisti del Medill's National Security Reporting Project che «L'obiettivo era quello di produrre una sufficiente comprensione degli effetti, del modo in cui agiscono, della capacità di governo, perché le agenzie governative Usa cominciassero a chiedersi a quali topi di domande fosse meglio  cominciare a rispondere subito, per essere pronti tra 20 anni». Tre mesi dopo il completamento della relazione, il Nic nominò il generale in pensione Richard Engel direttore del suo New climate change and state stability program. Alcuni parlamentari erano così preoccupati dei risultati del National Intelligence Assessment da chiedere la riesumazione dei prima criticatissimi environmental intelligence programs dell'epoca di Clinton.

«Nei mesi in cui il climate change center della Cia ha iniziato le sue operazioni, un team di circa 15 analisti ha inventariato l'intelligence community's collection dei dati ambientali, riavviato il programma Medea e iniziato lo sviluppo di strumenti per le previsioni del clima a livello globale fino al livello regionale. Ma I funzionari del Pentagono dicono che le informazioni di cui a hanno più bisogno non esistono ancora», scrivono i giornalisti del Medill, ai quali, sotto anonimato, un ufficiale del Pentagono ha spiegato: «Ok, attualmente abbiamo un gap, possiamo avere previsioni meteorologiche su come sarà il tempo il mese prossimo, e poi siamo out, non abbiamo la previsione sul clima che ci sarà tra  30 e 100 anni. E questo davvero non aiuta i combatant commanders a pianificare le loro operazioni».

Il Dipartimento della difesa Usa ha promosso la ricerca sui cambiamenti climatici e la sicurezza e nel 2010 ha promesso 7,5 milioni dollari per studiare gli impatti del global warming in Africa, dove gli esperti della sicurezza sostengono che terrorismo e cambiamento climatico potrebbe diventare una duplice sfida per i deboli governi. Alcune previsioni (confermate da quanto sta accadendo in questi giorni con i rapimenti di lavoratori stranieri), indicano il Niger, che nel 2010 ha avuto un golpe militare, come «Altamente vulnerabile ai cambiamenti climatici». Joshua Busby, dell'università del Texas, che conduce ricerche per il Pentagono, spiega il perché dell'interesse per questo poverissimo Paese africano: «Prima di iniziare ad osservare il Niger, non lo avrei necessariamente messo tra i luoghi di cui ci fosse da preoccuparsi. Ma offre una significativa percentuale delle forniture di uranio del mondo e lì è attiva Al Qaida del Maghreb islamico». 

Il climate center della Cia ha recentemente inviato uno specialista in Africa e il suo direttore appena tornato da una visita nel continente. Gli specialisti dell'intelligence Usa pensano che uno stretto rapporto con gli esperti di cambiamenti climatici sia essenziale e nel dicembre 2010 la Cia ha lanciato un sito web accessibile ai suoi analisti per accedere ai dati del 2008 Nic assessment. L'unità incaricata sta attualmente sviluppando un software di allarme ambientale che combina proiezioni climatiche a livello regionale con informazioni politiche e demografiche. Ma questo nuovo lavoro del climate change center non sarà probabilmente sufficiente a produrre il necessario cambiamento culturale all'interno dell'intelligence community Usa e della politica conservatrice. «Abbiamo un sacco di esperti regionali che non la pensano in questi termini - spiega un anonimo ufficiale dell'intelligence  - Questa è la parte difficile».

Attraverso la National Academy of Sciences, la Cia sta collaborando anche con esperti esterni, come I climatologi e l'ex direttore della Cia R. James Woolsey ed il consigliere per la sicurezza nazionale dell'ex vicepresidente Usa Al Gore, Leon Fuerth. Ralph Cicerone, un veterano del Medea group ed attualmente presidente della National Academy of Sciences, è a capo del gruppo di lavoro che «Sta cercando di riempire I buchi scientifici che potrebbero diventare grandi problemi per i policymakers. Se qualche futuro presidente chiamerà il segretario di stato o il direttore della Central Intelligence, e dirà: "Accidenti, ho questo progetto di trattato sulla mia scrivania, devo firmare? Possiamo verificarlo?" e uno di loro dirà al presidente, "Accidenti, non ci abbiamo mai pensato",' non sarebbe una risposta accettabile». La Cia è convinta che si debba lavorare molto anche sulle basse probabilità di eventi di grande impatto. Nel 2003, uno studio sponsorizzato dal Pentagono ha concluso che, «Se un rapido scioglimento dei ghiacci causasse lo "shut down" delle maggiori correnti oceaniche, ci potrebbero essere conflitti per le risorse, migrazioni ed un significativo riallineamento geopolitico». Gli esempi degli shock da affrontare non mancano nemmeno negli Usa dall'uragano Katrina, alla tragedia petrolifera del Golfo del Messico, fino alla crisi finanziaria. La Cia sta pensando di organizzare per la prossima estate un "climate war game" rivolto esattamente questi tipi di eventi ad alto impatto. «La Cia intende costruire gli scenari con l'aiuto di esperti di sicurezza, scienziati e specialisti delle assicurazioni, così come gli sceneggiatori di Hollywood che possono evocare gli scenari più imprevedibili e disastrosi», svela l'indagine di Medill. Ma i politici Usa non sembrano pronti a pensare ad un lavoro così rischioso. «La Intelligence analysis of climate change è stata progettata proprio per aggirare la polemica politica sul tema - sottolinea l'indagine - Il National Intelligence Council ha scrupolosamente evitato di approfondire la scienza del cambiamento climatico, incluso anche il fatto se sia di origine antropica o ciclico, e il climate center della Cia è stato istruito per fare altrettanto». Molti dei neo-eletti repubblicani, provenienti dalla fila negazioniste dei Tea Party, mettono in discussione la scientificità dei cambiamenti climatici e politici dei due partiti Usa chiedono tagli delle spese pubbliche e molti pensano che il lavoro della Cia e dell'Intelligence Usa sugli effetti del global warming sia inutile e quindi da cancellare come costo.

Il nuovo presidente della Camera Usa, il repubblicano John Boehner, vuole sciogliere il global warming committee dell' House of Representatives, istituito solo 3 anni fa, colpevole di aver sottolineato il legame tra cambiamento climatico e sicurezza nazionale dopo un'audizione alla quale hanno partecipato Fingar e Mowatt-Larssen, un ricercatore dell' Harvard University, che ha lavorato alla Cia  23 anni, dirigendo il Department of energy's intelligence dal 2005 al 2008..

Secondo l'ex consigliere per la sicurezza nazionale Eric Rosenbach  «Non c'è proprio nessun dubbio sull'appoggio per approfondire (le questioni climatiche) dell'intelligence community. Addirittura la sicurezza energetica  è completamente diminuita. Ma hanno bisogno di un campione». Se la mancanza di sostegno politico farà deragliare il lavoro di intelligence, probabilmente sarà il Pentagono a risentirne maggiormente, sia per le nuove guerre prodotte dai cambiamenti climatici ma anche per le crescenti crisi umanitarie nel mondo alle quali si troverebbe a rispondere senza essere preparato.

«La Marina militare deve capire dove, quando e come i cambiamenti climatici colpiranno le regioni di tutto il mondo» ha spiegato a novembre l'ammiraglio David Titley, oceanografo della Marina Usa, durante un'audizione sul cambiamento climatico dell' House Science Committee's Energy and Environment Subcommittee - Gli effetti del cambiamento climatico sono molto evidenti nello scioglimento dei ghiacci dell'Artico, dove nuove rotte navali hanno il potenziale di cambiare il sistema dei trasporti globale». Ma  Titley ha consegnato il suo rapporto al presidente repubblicano della sotto -commissione, il repubblicano Brian Baird, davanti a due file di sedie vuote: l'acceso dibattito sul clima alla Camera Usa è finito non appena Barack Obama è diventato l'anatra zoppa senza maggioranza, sotto tiro del nuovo integralismo repubblicano che ignora perfino gli allarmi della Cia.

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