
[11/01/2011] News toscana
PISA. Il tempo passa e betta non si marita, almeno per quanto riguarda i parchi. Che si tagliano i finanziamenti ormai lo sanno tutti. Che i tagli rendano più precaria la situazione per tutti i parchi e non soltanto per quelli nazionali non è difficile da capire. Che tutto questo ringalluzzisca chi i parchi non li ha mai voluti non può sorprendere e non sorprende neppure che tra questi i leghisti si distinguano per la loro ottusità.
Le cronache che vanno orami da ‘giù le mani dal parco sud' ( Milano), basta discariche al Vesuvio (Campania), l'80% dei parchi senza piano d'assetto ( Lazio) e via rovinando non danno tregua. E tuttavia sulla portata della crisi e soprattutto su come uscirne se non siamo al buio pesto poco ci manca. Intanto perché non risulta ancora chiaro che la crisi investe il sistema parchi a livello statale e regionale.
D'altronde la legge li regola entrambi con poche differenze. Tanto è vero quando ai piani dei parchi è stato tolto il paesaggio ciò ha riguardato in ugual misura gli uni e gli altri nazionali e regionali. E quando si torna a ripetere come fa il presidente dell'UPI in una recente intervista a ‘Le Province' che tutte le funzioni di natura territoriale che oggi sono svolte da enti o da strutture che non hanno una diretta legittimazione democratica, che non rispondono ai cittadini devono passare agli enti elettivi si dice che i parchi come i bacini possono andare a farsi benedire. Intendiamoci, non è una novità e noi in Toscana ne sappiamo qualcosa perché questa tesi è stata sostenuta autorevolmente in sede regionale fino a poco tempo fa con risultati che possiamo verificare nel PIT.
Insomma la pianificazione dei parchi e dei bacini fondamentale per qualsiasi governo del territorio che voglia uscire dalle attuali ambasce e rovine può essere mandata tranquillamente in soffitta e per di più senza che ciò susciti reazioni degne di nota. Ecco i troppi silenzi, rinvii, incertezze che non risparmiano neppure la nostra regione. Se i parchi finiscono in cantera di fondo e per di più senza rumore ci accorgeremo dei danni quando forse sarà troppo tardi. Non sarà finalmente il caso di riprendere la legge regionale da tempo accantonata e mettere becco con cognizione di causa su tutta questa matassa?