[11/01/2011] News
ROMA/PORT-AU-PRINCE. Ad un anno di distanza le ripercussioni del devastante terremoto che ha colpito Haiti continuano a farsi sentire nelle aree rurali, aggravate all'epidemia di colera in corso e dalle inondazioni e frane provocate dall'uragano Tomas, che ha colpito il settore agricolo in modo particolarmente severo.
In questa situazione, secondo la FAO, è decisivo dare un maggiore sostegno all'agricoltura per affrontare gli obiettivi di sviluppo del paese e metterlo in grado di affrontare le emergenze future.
Il ruolo centrale dell'agricoltura
"Le comunità povere e più vulnerabili, che dipendono interamente dall'agricoltura, sono tra quelle che soffrono le conseguenze più gravi dei disastri naturali", dice Etienne Peterschmitt, Coordinatore della FAO per l'emergenza e la ricostruzione ad Haiti.
"L'agricoltura non solo è fondamentale per eliminare fame e malnutrizione, ma è necessaria anche per incrementare il reddito nelle zone rurali, arrestare il degrado ambientale ed incrementare la capacità di risposta nei confronti di minacce future", aggiunge Peterschmitt.
Dal terremoto ad oggi, la FAO ed il gruppo di partner del settore agricolo, in collaborazione con il Ministero dell'Agricoltura haitiano, ha contribuito alla sicurezza alimentare di 560.000 nuclei familiari, vale a dire di circa tre milioni di persone. La FAO ha distribuito 2.200 tonnellate di sementi di colture alimentari, 16.490 kg di sementi ortofrutticole, 164 tonnellate di fertilizzanti, 156.000 piante di banano, 29 milioni di piantine di patata dolce e 190.000 attrezzi agricoli.
Questi fattori produttivi hanno reso possibile la coltivazione di un totale di 69.000 ettari di terra, per una produzione complessiva di oltre 100.000 tonnellate di colture alimentari.
Nelle aree urbane e nei campi per i senza tetto, la FAO, direttamente o tramite ONG partner, ha istituito orti cittadini che forniscono cibo a circa 18.900 tra le famiglie più vulnerabili.
La FAO ha assistito il Ministero dell'Agricoltura a sviluppare un piano d'investimenti per il ripristino del settore, ed ha fornito assistenza tecnica nella gestione dei bacini idrografici e fornito sostegno al Coordinamento nazionale per la sicurezza alimentare.
Colera ed uragano aggravano la situazione
L'epidemia di colera scoppiata nella regione risicola nord-occidentale dell'isola e le inondazioni di novembre causate dall'uragano Tomas, che ha danneggiato le infrastrutture agricole ed oltre 78.000 ettari di coltivazioni, hanno aggravato ulteriormente la situazione già disastrosa delle famiglie rurali povere. L'uragano, con le successive inondazioni, ha causato il diffondersi dell'epidemia in queste zone, proprio dove molti degli sfollati avevano trovato rifugio.
La FAO e le autorità locali sono al lavoro per fornire ai contadini che si trovano in zone rurali isolate e remote, senza assistenza medica, informazioni appropriate sulle misure igieniche da seguire.
La FAO ha anche fornito assistenza d'emergenza a 36.000 famiglie rurali colpite dall'uragano, vale a dire circa 180.000 persone. L'aiuto ha implicato la distribuzione di 100 tonnellate di legumi, 10 tonnellate di fagioli dell'occhio, 200 tonnellate di mais, 700 kg di sementi ortofrutticole, 200 tonnellate di riso, 68.000 piante di banani e 36.000 attrezzi agricoli.
Queste operazioni sono state agevolate dal piano d'intervento d'emergenza per gli uragani della FAO del 2010 che, in coordinamento con il Ministero dell'Agricoltura haitiano ed un gruppo di partner, ha predisposto scorte di sementi ed attrezzi in quattro zone strategiche del paese, a cui poter accedere facilmente per riavviare velocemente la produzione agricola nelle zone colpite. Il programma d'aiuti ha anche incluso una campagna radio con informazioni sulle misure più opportune per rispondere all'uragano, trasmesso su 22 diverse stazioni radio locali e nazionali.
Guardando al futuro
La FAO è in procinto di passare dalla distribuzione diretta di fattori produttivi alla moltiplicazione delle sementi ed altre attività più sostenibili, con interventi che si spostano dall'assistenza d'emergenza al sostegno verso una ricostruzione di più lungo periodo.
L'agenzia assiste le associazioni di piccoli contadini nella produzione di sementi di mais e di legumi per far sì che siano disponibili sementi di qualità, ed inoltre promuove fiere di sementi e la distribuzione di voucher. Tra i suoi obiettivi anche la gestione sostenibile dei bacini idrografici, programmi di agricoltura urbana collegati con interventi di nutrizione, la conservazione del territorio e delle acque, la trasformazione agro-alimentare, le scuole agricole sul campo, il sostegno ad acquisti locali per la produzione di latte in collaborazione con il Programma Alimentare Mondiale, attività agro-forestali e la creazione di opportunità occupazionali nelle aree rurali.
Ridurre rischi
La riduzione dei rischi connessi ai disastri naturali è una delle componenti chiave del programma triennale della FAO di emergenza e ricostruzione a sostegno del piano d'investimento del governo haitiano per la crescita del settore agricolo, nell'ambito del Quadro di Pianificazione nazionale della FAO di medio termine.
La gestione del rischio disastri, uno degli obiettivi strategici globali della FAO, è centrale per il piano di ricostruzione.
"Occorre che le attività di gestione delle risorse naturali e dei bacini idrografici vadano di pari passo con le misure per incrementare la produttività agricola, migliorando l'accesso alla terra, ai fattori produttivi ed al mercato", ha detto il Rappresentante della FAO ad Haiti Ari Toubo Ibrahim.
Circa due terzi delle attività FAO per l'anno che viene punteranno alla gestione dei bacini idrografici ed alla riforestazione, ha aggiunto Ibrahim.
Sono in fase di realizzazione attività per migliorare le condizioni di vita della popolazione ed il contesto ambientale, ma la mancanza di fondi destinati all'agricoltura ostacola gravemente l'impegno per fornire un sostegno immediato alle popolazioni colpite, gettando allo stesso tempo le basi per interventi di sviluppo di più lungo termine.
"Una risposta efficace e sostenibile richiede un approccio globale che incrementi la capacità di resistenza e risposta della comunità a possibili minacce, aiutando allo stesso tempo la gente ad affrontare la crisi in corso", ha affermato Peterschmitt. "Richiede ovviamente anche finanziamenti.