[11/01/2011] News
FIRENZE. L'Associazione italiana nucleare (Ain) vuole bloccare in extremis il referendum di iniziativa popolare sul nucleare. L'Ain, associazione tecnico-scientifica no-profit che rappresenta tutti i centri di competenza esistenti in Italia nel campo dell'energia e delle tecnologie nucleari, si è costituita infatti presso la Corte Costituzionale «con la finalità di chiedere, in base a diverse argomentazioni, l'inammissibilità della richiesta di referendum di iniziativa popolare» per l'abrogazione della parte della Legge Sviluppo che reintroduce la produzione di energia nucleare in Italia.
Per Ain il quesito referendario proposto dall'Italia dei Valori (il partito di Di Pietro) è considerato «non ammissibile per difetto di omogeneità, chiarezza ed univocità, nonché per idoneità al raggiungimento del fine prefissato». Inoltre l'Associazione per il nucleare, che con questa mossa pensa in qualche modo di influenzare la Corte Costituzionale (che si riunirà domani), sostiene che «l'abrogazione delle norme proposta dal quesito sia inammissibile in quanto tali norme contengono disposizioni strettamente funzionali al perseguimento degli impegni internazionali e comunitari dell'Italia, in particolare legati all'ambito di operatività del trattato Euratom».
L'Ain rappresenta il sistema nucleare italiano in seno alla European nuclear society e al Forum atomico europeo, organismo dotato dello status consultivo presso l'Onu-Iaea, la Commissione europea e il Parlamento europeo.
Confermando la nostra contrarietà alla scelta del governo di tornare al nucleare, non è detto che sia la strada del referendum quella giusta per far cambiare idea alla maggioranza che guida il nostro Paese. Serve una battaglia politica forte da parte di un'opposizione che abbia argomenti validi, quali primo fra tutti quello economico, dato che ancora nessuno sa quanto ci viene a costare questo "rinascimento" sbandierato dell'atomo e, anzi, si fa di tutto (vedi anche il famoso spot) per non rispondere a questa domanda.