[12/01/2011] News

Secondo lo studio demografico inglese "Population: one planet, too many people?" sul Pianeta ci sarà posto per tutti: l'importante è agire subito

FIRENZE. Sono numerosi gli studi che rilevano come la crescita demografica rappresenti una delle maggiori criticità per il futuro del Pianeta in primis per l'impossibilità di avere un distribuzione eguale di risorse primarie. Ad esempio nel 2050 sul pianeta saranno presenti quasi 9 miliardi di persone di cui 4, secondo le previsioni, potrebbero vivere in Paesi con carenza idrica cronica.

In base ai dati contenuti nel "Living Panet 2010" del Wwf in uno scenario in cui tutto rimane uguale non discostandosi molto dalla condizione attuale, in termini di crescita della popolazione, consumo del suolo e cambiamenti climatici, nel 2030 l'umanità avrà bisogno della capacità di due pianeti come la Terra per assorbire la CO2 e mantenersi con le risorse naturali disponibili.

Si intuisce che i molti lavori prodotti sul tema, da diverse equipe di scienziati e ricercatori, non inducano all'ottimismo. Invece secondo i contenuti della relazione dell'Institution of mechanical engineers britannico le cose non stanno proprio così. Il futuro sarà sovrappopolato, certo, ma l'umanità ha già a sua disposizione tutti gli strumenti per creare spazio per oltre 9 miliardi di persone. Anche gli studiosi inglesi, insieme a molti altri, concordano nel ritenere che entro il 2100 la popolazione umana globale raggiungerà circa i 9,5 miliardi di individui.

Soddisfare le esigenze e le richieste di base (riguardo a cibo, acqua, energia, abitazioni) della popolazione è già oggi e sarà in futuro una sfida fondamentale per i governi di tutto il mondo. Il nuovo studio dell'Istituto inglese, pur non sottovalutando le difficoltà nell'affrontare i problemi fornisce una lettura più ottimistica con soluzioni tecniche per risolvere le criticità più importanti dei prossimi decenni, con le competenze che già sono a disposizione oggi: «Non c'è bisogno di aspettare ad agire in attesa della prossima grande scoperta scientifica - scrivono i relatori di "Population: one planet, too many people?"- i tecnici di oggi hanno già le conoscenze e le competenze per contribuire a soddisfare le sfide che vedremo sorgere».

Per i ricercatori inglesi intanto è necessario impegnarsi a raggiungere i cinque obiettivi di Sviluppo del Millennio già stabiliti dalle Nazioni Unite. Nello specifico per affrontare con successo il problema energetico bisogna utilizzare le tecnologie esistenti nel campo delle fonti rinnovabili e ridurre gli sprechi; per l'acqua è necessario integrare le sorgenti sotterranee migliorando nel contempo lo stoccaggio di acqua in eccesso e aumentando l'efficienza energetica di desalinizzazione; per far fronte ai problemi provocati dalla urbanizzazione è necessario risolvere la criticità rappresentata dalle baraccopoli e difendere la popolazione delle zone costiere dall'aumento del livello del mare. Ultimi due obiettivi primari- sostengono i ricercatori inglesi- riguardano un armonico sviluppo economico di tutti i Paesi e l'aumento della produzione alimentare anche con riferimento al previsto raddoppio, entro 40 anni, della richiesta di prodotti agricoli.

Nulla di nuovo all'orizzonte, ci pare di capire, e l'invito (che non sono i soli a fare) ad agire subito perché l'inazione potrebbe provocare sofferenze per miliardi di persone. Comunque specialmente in alcune aree del pianeta dovremo imparare sempre di più a rispettare e tollerare le esigenze e le abitudini dei "vicini" che saranno sempre più vicini. 

 

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